UN PO’ DEL NOSTRO TEMPO MIGLIORE SE N’E’ ANDATO CON STEFANO D’ORAZIO, STORICO BATTERISTA DEI POOH
(g.p.)______“Non mi sposerò mai”, diceva, un po’ per scaramanzia, un po’ per alimentare la sua fama di eterno ragazzo, da vitellone fuori secolo e fuori millennio. Ma mai dire mai. Si era sposato tre anni fa, a 69 anni, con una donna di 22 anni più giovane di lui, Tiziana Giardoni.
E’ stata lei a dare il triste annuncio: “Era in via di guarigione da una patologia che stava curando da circa un anno e al lavoro su alcuni progetti che gli stavano molto a cuore, quando è risultato positivo al Covid che ha compromesso irrimediabilmente il suo stato di salute.
Ho perso una parte di me stessa, Stefano era la mia forza, il mio sorriso, mi mancherà tutto di lui”.
E’ morto ieri sera, al Policlinico Gemelli di Roma, dove era ricoverato da una settimana. Aveva 72 anni.
“Abbiamo perso un fratello, un compagno di vita, il testimone di tanti momenti importanti, ma soprattutto, tutti noi, abbiamo perso una persona per bene, onesta prima di tutto con se stessa. Ciao Stefano, nostro amico per sempre… Roby, Red, Dodi, Riccardo”, gli hanno reso così tramite social l’estremo saluto gli altri Pooh.
Stefano D’Orazio, storico componente dei Pooh, avevo fatto con loro una strada lunghissima, e, insieme a loro, ha segnato per tanti di noi, attraverso i decenni e anche le generazioni diverse, un po’ del nostro tempo migliore.
Era il batterista, ma anche voce, e autore di alcuni testi, al di là di quelli tradizionalmente firmati dalla mitica sigla “Facchinetti Negrini”.
Infiniti noi…Io e te per altri giorni…Noi due nel mondo e nell’anima…E tantissime altre che hanno segnato la colonna sonora di anni senza fiato.
Da batterista, proprio l’album intero “Parsifal” rimane la sua interpretazione più eclatante, insomma, era quel disco un ottimo esempio di rock sinfonico, e progressive di assoluto valore internazionale, destinato a rimanere nella storia della musica contemporanea.
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