E’ ARRIVATO IL DECRETO – LEGGE RISTORANTE
(Rdl)______Ristorante, participio presente del verbo ristorare. E’ un decreto legge – ristorante – emanato per erogare “ristori” ai…ristoratori, ma pure a tutte le attività economiche penalizzate dagli ultimi, controversi dpcm, e che stanno sollevando proteste e manifestazioni in tutta Italia.
Il testo completo non c’è ancora, ma l’entrata in vigore è immediata, contestualmente alla pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale.
Non appena lo avremo, lo pubblicheremo qui sotto in aggiornamento.
E’ qualcosa. Non è tutto oro quel che riluce nel comunicato stampa emanato dal Governo, in cui non si quantifica nel dettaglio tempi, modi e contenuti dei “ristori”, che, presumibilmente, daranno una boccata d’ossigeno, ma non copriranno le pesanti perdite accumulate dall’inizio dell’ “emergenza sanitaria”. Ma è qualcosa, specie se – contrariamente a quanto accaduto nei mesi scorsi – i soldi promessi arriveranno questa volta davvero e subito.
Poi, si vedrà.
Intanto, qui di seguito il comunicato – stampa integrale emanato ieri sera e “illustrato” in conferenza – stampa nella tarda serata di ieri, dal presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte.______
Comunicato stampa del Consiglio dei Ministri n. 69
27 Ottobre 2020
Il Consiglio dei Ministri si è riunito martedì 27 ottobre 2020, alle ore 15.50 a Palazzo Chigi, sotto la presidenza del Presidente Giuseppe Conte. Segretario il Sottosegretario alla Presidenza Riccardo Fraccaro.
*****
DECRETO RISTORI
Ulteriori misure urgenti in materia di tutela della salute, sostegno ai lavoratori e alle imprese, giustizia e sicurezza, connesse all’emergenza epidemiologica da COVID-19 (decreto-legge)
Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Presidente Giuseppe Conte e del Ministro dell’economia e delle finanze Roberto Gualtieri, ha approvato un decreto-legge che introduce ulteriori misure urgenti per la tutela della salute e per il sostegno ai lavoratori e ai settori produttivi, nonché in materia di giustizia e sicurezza connesse all’epidemia da COVID-19.
Il testo interviene con uno stanziamento di 5,4 miliardi di euro in termini di indebitamento netto e 6,2 miliardi in termini di saldo da finanziare, destinati al ristoro delle attività economiche interessate, direttamente o indirettamente, dalle restrizioni disposte a tutela della salute, nonché al sostegno dei lavoratori in esse impiegati.
Di seguito le principali misure introdotte.
1. Contributi a fondo perduto
Le imprese dei settori oggetto delle nuove restrizioni riceveranno contributi a fondo perduto con la stessa procedura già utilizzata dall’Agenzia delle entrate in relazione ai contributi previsti dal decreto “Rilancio” (decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34).
La platea dei beneficiari includerà anche le imprese con fatturato maggiore di 5 milioni di euro (con un ristoro pari al 10 per cento del calo del fatturato). Potranno presentare la domanda anche le attività che non hanno usufruito dei precedenti contributi, mentre è prevista l’erogazione automatica sul conto corrente, entro il 15 novembre, per chi aveva già fatto domanda in precedenza.
L’importo del beneficio varierà dal 100 per cento al 400 per cento di quanto previsto in precedenza, in funzione del settore di attività dell’esercizio.
2. Proroga della cassa integrazione
Con un intervento da 1,6 miliardi complessivi, vengono disposte ulteriori 6 settimane di Cassa integrazione ordinaria, in deroga e di assegno ordinario legate all’emergenza COVID-19, da usufruire tra il 16 novembre 2019 e il 31 gennaio 2021 da parte delle imprese che hanno esaurito le precedenti settimane di Cassa integrazione e da parte di quelle soggette a chiusura o limitazione delle attività economiche.
È prevista un’aliquota contributiva addizionale differenziata sulla base della riduzione di fatturato. La Cassa è gratuita per i datori di lavoro che hanno subito una riduzione di fatturato pari o superiore al 20%, per chi ha avviato l’attività dopo il 1° gennaio 2019 e per le imprese interessate dalle restrizioni.
3. Esonero dal versamento dei contributi previdenziali
Viene riconosciuto un esonero dal versamento dei contributi previdenziali ai datori di lavoro (con esclusione del settore agricolo) che hanno sospeso o ridotto l’attività a causa dell’emergenza COVID, per un periodo massimo di 4 mesi, fruibili entro il 31 maggio 2021.
L’esonero è determinato in base alla perdita di fatturato ed è pari:
- al 50% dei contributi previdenziali per i datori di lavoro che hanno subito una riduzione del fatturato inferiore al 20%;
- al 100% dei contributi previdenziali per i datori che hanno subito una riduzione del fatturato pari o superiore al 20%.
4. Credito d’imposta sugli affitti
Il credito d’imposta sugli affitti viene esteso ai mesi di ottobre, novembre e dicembre ed allargato alle imprese con ricavi superiori ai 5 milioni di euro che abbiano subito un calo del fatturato del 50%. Il relativo credito è cedibile al proprietario dell’immobile locato.
5. Cancellazione della seconda rata IMU
La seconda rata dell’IMU 2020 relativa agli immobili e alle pertinenze in cui si svolgono le loro attività è cancellata per le categorie interessate dalle restrizioni.
6. Misure per i lavoratori dello spettacolo e del turismo
Sono previste:
- una indennità di 1.000 euro per tutti i lavoratori autonomi e intermittenti dello spettacolo;
- la proroga della cassa integrazione e indennità speciali per il settore del turismo.
7 Fondi di sostegno per alcuni dei settori più colpiti
È stanziato complessivamente 1 miliardo per il sostegno nei confronti di alcuni settori colpiti:
- 400 milioni per agenzie di viaggio e tour operator;
- 100 milioni per editoria, fiere e congressi;
- 100 milioni di euro per il sostegno al settore alberghiero e termale;
- 400 milioni di euro per il sostegno all’export e alle fiere internazionali.
8. Reddito di emergenza
A tutti coloro che ne avevano già diritto e a chi nel mese di settembre ha avuto un valore del reddito familiare inferiore all’importo del beneficio verranno erogate due mensilità del Reddito di emergenza.
9. Indennità da 800 euro per i lavoratori del settore sportivo
È riconosciuta un’ulteriore indennità destinata a tutti i lavoratori del settore sportivo che avevano già ricevuto le indennità previste dai decreti “Cura Italia” (decreto-legge 17 marzo 2020, n. 18) e “Rilancio” (decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34). L’importo è aumentato da 600 a 800 euro.
10. Sostegno allo sport dilettantistico
Per far fronte alle difficoltà delle associazioni e società sportive dilettantistiche viene istituito un apposito Fondo le cui risorse verranno assegnate al Dipartimento per lo sport.
Il Fondo viene finanziato per 50 milioni di euro per il 2020 per l’adozione di misure di sostegno e ripresa delle associazioni e società sportive dilettantistiche che hanno cessato o ridotto la propria attività, tenendo conto del servizio di interesse generale che queste associazioni svolgono, soprattutto per le comunità locali e i giovani.
11. Contributo a fondo perduto per le filiere di agricoltura e pesca
Viene istituito un fondo da 100 milioni di euro per sostenere le imprese delle filiere agricole, della pesca e dell’acquacoltura interessate dalle misure restrittive.
Il sostegno viene effettuato attraverso la concessione di contributi a fondo perduto a chi ha avviato l’attività dopo il 1° gennaio 2019 e a chi ha subito un calo del fatturato superiore al 25% nel novembre 2020 rispetto al novembre 2019.
12. Salute e sicurezza
È previsto un insieme di interventi per rafforzare ulteriormente la risposta sanitaria del nostro Paese nei confronti dell’emergenza Coronavirus. Tra questi:
- lo stanziamento dei fondi necessari per la somministrazione di 2 milioni di tamponi rapidi presso i medici di famiglia;
- l’istituzione presso il Ministero della salute del Servizio nazionale di risposta telefonica per la sorveglianza sanitaria e le attività di contact tracing.
13. Giustizia
Il decreto prevede anche specifiche misure per il settore giustizia. Tra l’altro, si introducono disposizioni:
- per l’utilizzo di collegamenti da remoto per l’espletamento di specifiche attività legate alle indagini preliminari e, in ambito sia civile che penale, alle udienze;
- per la semplificazione del deposito di atti, documenti e istanze.
*****
Il Consiglio dei Ministri è terminato alle 16.50.
«Escluse rosticcerie, piadinerie e pizzerie al taglio. Chiediamo al Governo di modificare urgentemente il decreto per permettere a queste attività, duramente colpite dalle misure limitative imposte dal DPCM dello scorso 24 ottobre, di ricevere indennizzi».
Confartigianato Imprese Lecce interviene in difesa delle imprese del settore della ristorazione che svolgono l’attività senza somministrazione escluse dagli aiuti previsti nel Decreto Ristori.
«È un grave colpo per l’artigianato della ristorazione. Locali come rosticcerie, gastronomie e pizzerie al taglio, già colpite dalle misure previste dall’ultimo Dpcm e che stanno registrando gravi cali di fatturato, non riceveranno nessun ristoro da parte del Governo – afferma il presidente di A.PI.SA., Associazione Pizzaioli Salentini di Confartigianato Lecce, Giuseppe Lucia -.
Nelle tabelle presenti nel Decreto Ristori non sono stati inseriti i codici Ateco relativi alle attività senza somministrazione. È un vero paradosso. Secondo il Dpcm possiamo lavorare fino a mezzanotte con i servizi di asporto e consegna a domicilio ma questo non basta per rientrare delle spese. Abbiamo registrato perdite del 50% e senza gli aiuti statali molte imprese rischiano di chiudere. Chiediamo al Governo di intervenire urgentemente per rimediare a un grave errore che può danneggiare seriamente numerose imprese del territorio».
Confartigianato Lecce rivolge un appello anche agli Enti locali per chiedere provvedimenti ad hoc per le imprese del territorio salentino.
«A livello locale chiediamo che sia concesso al settore della ristorazione di poter tenere aperte le attività fino alle 22, sempre nel rispetto dei protocolli di sicurezza – conclude il presidente Lucia –
Bisogna tenere conto delle differenze nella diffusione del contagio all’interno delle singole province, cercando di tutelare le attività presenti nei territori il cui il contagio è limitato.
A questo proposito chiediamo al sindaco di Lecce Carlo Salvemini di rivedere l’ordinanza di divieto di vendita di alcolici dopo le 21, un provvedimento condivisibile per limitare assembramenti pericolosi ma che, di fatto, danneggia anche le attività che offrono servizi a domicilio».