NOSTRO SIGNORE DEI GASDOTTI ILHAM ALIYEV VA ALLA GUERRA. L’AZERBAIGIAN HA ATTACCATO L’ARMENIA. DALL’ALBA DI QUESTA MATTINA SI COMBATTE NELLA ZONA DI CONFINE DEL KARABAKH, MOLTE VITTIME CIVILI
di Giuseppe Puppo______(FONTI: BBC, CNN, REUTERS, WIKIPEDIA)______
Dall’alba di questa mattina, si combatte nel Caucaso, in Asia, ai confini con l’Europa, una guerra aperta fra Armenia e Azerbaigian, repubbliche entrambe della ex Urss e indipendenti dagli anni Novanta.
Al momento bombardamenti intensi sono in corso lungo la linea di contatto fra le due ex repubbliche sovietiche nella regione autonoma del Nagorno Karabakh.
Nella notte gli indipendentisti armeni avevano rilanciato le rivendicazioni sulla regione autonoma del Nagorno Karabakh, parzialmente occupata dalla Azerbaigian, che subito dopo ha bombardato gli indipendentisti e ha avviato un forte attacco.
In mattinata l’Armenia ha dichiarato la mobilitazione generale.
Ci sono vittime fra i belligeranti, ma anche numerose fra i civili.
La tensione fra i due Stati è vecchia di anni, era già sfociata in atti bellici, anche se non di tale intensità.
Niente, non si riesce a bandire l’uso della forza, in nessuna parte del mondo, dove ogni volta tutti non considerano ancora la parola guerra quale un tabù, come dovrebbe essere, bensì la più probabile delle opzioni, per risolvere le tensioni con l’uso della forza.
La Storia non ha insegnato nulla.
A proposito di Storia, l’Armenia ha patito poco più di cento anni fa terribili massacri operati dall’allora Impero Musulmano, si calcola in un milione e mezzo le vittime, delle quali nessuno parla e che di solito nemmeno sono considerati dai manuali scolastici.
Eppure il genocidio armeno è uno dei più atroci misfatti mai compiuti, con il massacro sistematico dei cristiani.
L’Armenia – capitale Ereven, quasi te milioni di abitanti in totale – che per altro è una democrazia parlamentare effettiva – continua ad essere uno Stato cristiano di antichissima tradizione.
L’ Azerbaigian – capitale Baku, quasi dieci milioni di abitanti in totale – è invece musulmano, per quanto laico nelle istituzioni.
Ma dietro la differente religione, e dietro i misfatti della Storia, si celano ragione attuali.
L’Azerbaigian ha un sistema solo formalmente democratico, viene considerato un Paese non libero, in balia di corruzione e interessi dei governanti, al centro delle rotte dei gasdotti, vecchi e nuovi, e al servizio degli speculatori dell’alta finanza internazionale, che hanno ideato Tap.
Dietro di sé, ha l’appoggio della Turchia, da alcuni anni sotto il regime di Erdogan, più volte accusato di adoperare sistemi dittatoriali e da anni lanciato ad estendere la propria influenza su Asia Sud occidentale, Medio Oriente e Africa Settentrionale, a cavallo di una zona fondamentale in geopolitica per le ingenti ricchezze energetiche. Per quanto assurdo, si tratta di un vero e proprio tentativo di ricostruire l’antico impero musulmano, nelle logiche attuali di imperialismo, militarismo e affarismo.
Negli ultimi anni il governo italiano, sia il Conte 1, sia il Conte 2, ha intensificato le relazioni con l’Azerbaigian, diventandone nei fatti fra i principali sostenitori.
Nelle ultime ore, la Turchia ha espresso solidarietà al presidente dell’Azerbaigian Ilham Aliyev, che per il regime turco “difende la sua terra, perché il Karabakh gli appartiene”, promettendo di “vendicare il sangue dei martiri” con la distruzione di uomini e mezzi degli insorti.
La Russia ha fatto appello ad Armenia e Azerbaigian per un cessate-il-fuoco immediato: “facciamo appello alle parti perché facciano cessare immediatamente il fuoco e intavolino negoziati per stabilizzare la situazione“,
Lo stesso auspica il presidente del consiglio europeo Charles Michel: “le notizie sulle ostilità destano grave preoccupazione. L’azione militare deve cessare, con urgenza, per evitare un’ulteriore escalation. Un ritorno immediato ai negoziati, senza precondizioni, è l’unica via da seguire”.______
L’APPROFONDIMENTO nei nostri articoli del 17 ottobre 2017, del 28 settembre 2018 e del 20 febbraio 2020
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