UN POST PESANTE SU FACEBOOK E ADESSO IL VOTO PER LE REGIONALI A LECCE DIVENTA ANCHE UN REFERENDUM PRO O CONTRO IL SINDACO CARLO SALVEMINI
(g.p.)______Il sindaco di Lecce, Carlo Salvemini, quello che il primo giorno disse di voler essere “il sindaco di tutti”, salvo poi dimenticarsene subito dopo, scende pesantemente al fianco di Michele Emiliano, in vista delle elezioni regionali del 20 e 21 prossimo venturo.
Questo pomeriggio pubblica sul suo diario di Facebook un accorato appello ai suoi e dintorni, che qui di seguito riportiamo integralmente, in cui, sia pur in sintesi, rivendica il proprio passato vendoliano e lo proietta nell’immediato futuro (nella nostra foto, la manifestazione del 28 febbraio 2017 a Lecce, all’Hotel Tiziano, in cui il presidente della Regione Puglia venne ad appoggiare la candidatura a sindaco di Carlo Salvemini, primo da destra).
Certo, c’è chi ha fatto di peggio, vedi il suo collega di Foggia, dall’altro schieramento.
Certo, tutti possono parlare di politica, e di tutto quanto, ci mancherebbe altro, ma c’è modo e modo: se occupi una carica istituzionale e non politica, non dovresti scordarlo mai, anche quando parli di politica, perché una cosa sono gli incarichi politici, un’altra le cariche istituzionali.
Del resto, il metodo Emiliano, malattia infantile del vendolismo, è stato ampiamente mutuato e attuato da Carlo Salvemini a Lecce, in primis la becera pratica del trasformismo, che egli ha ampiamente favorito ed accolto; ma poi pure il clientelismo, la prosopopea, la retorica ondivaga, l’opportunismo.
In ogni modo, stando così le cose, da questa sera il voto del 20 e 21 settembre acquista un ulteriore significato, oltre che nazionale e regionale: per gli elettori leccesi, diventa anche un referendum pro Carlo Salvemini, se sceglieranno Michele Emiliano, o contro Carlo Salvemini, se sceglieranno Raffaele Fitto.______
“Il centrosinistra ha fatto vivere la Puglia, l’ha fatta vivere nel mondo.”
Nelle parole di Nichi Vendola c’è un’esortazione all’impegno in vista delle elezioni regionali che condivido e rilancio, da militante del fronte progressista che si riconosce nella stagione politica annunciata dalla vittoria di Michele Emiliano alle comunali di Bari del 2004, e poi sancita dalla straordinaria vittoria delle regionali del 2005, del 2010 e del 2015 e dalle affermazioni nei capoluoghi pugliesi.
La Puglia, per come è conosciuta oggi nel mondo, l’ha costruita la classe dirigente progressista, scelta dal voto dei pugliesi alla Regione, nelle Province (ricordo le stagioni di Lorenzo Ria e Giovanni Pellegrino a Lecce) e poi nelle città (con Emiliano, Decaro, Rossi, Melucci e anche qui da noi a Lecce).
Progetti politici, culturali e amministrativi che hanno avuto in comune alcuni valori di fondo: la sostenibilità, la tutela della bellezza, dell’ambiente, del paesaggio, della cultura; l’investimento sui beni comuni, sugli spazi pubblici, sulla partecipazione; la fiducia nell’accoglienza e nei benefici dell’aprirsi al mondo, rifiutando la paura dell’altro e del diverso.
Bellezza, comunità, fiducia.
Questi sono i valori con i quali governiamo da quindici anni la Puglia e che mi sento impegnato a difendere con il voto e con l’impegno a convincere gli indecisi, mobilitare i delusi, motivare quanti hanno vissuto momenti di sfiducia. Comprensibili.
Perché chi governa sbaglia. L’errore è una condizione inevitabile per le leadership e il buon amministratore è quello che sbaglia di meno. Emiliano, come tutti, ha commesso degli errori di cui ha piena consapevolezza.
Eppure nonostante ciò leggo rilevazioni (Pagnoncelli, Corriere della Sera) che segnalano come il 52% dei pugliesi offra un giudizio positivo sul governo regionale.
Allora, non c’è motivo, prospettiva nel consegnarsi ad un ritorno al passato – politico e culturale – che rischia, a cascata, di smantellare il lavoro costruito in questi anni in Regione, nelle Province, nei Comuni della Puglia.
Semmai di determinarsi ad entrare nel futuro non considerandolo una mera ripetizione del presente, ma come il tempo e lo spazio nel quale impegnarsi – nell’interesse di tutti i pugliesi – ad avere memoria di quanto resta da fare.
Lasciamo agli altri la certezza di essere i migliori, conserviamo per noi la certezza di voler migliorare.
Mi rivolgo agli amministratori, ai militanti, a quanti vivono la dimensione dell’impegno pubblico a favore del bene comune:
è necessario sentirsi mobilitati al massimo delle energie fino al 20 settembre, per il voto a Michele Emiliano e alle liste che lo sostengono.
Quanti – dentro la schieramento progressista – coltivano l’idea che una eventuale sconfitta sarebbe senza conseguenze perché figlia di un solo padre, dico che a perdere sarà tutta la classe dirigente regionale diffusa sul territorio: non c’è vittoria politica entrando in consiglio regionale da sconfitti. Ci si candida per vincere. Si vince per governare. Si governa per cambiare. Essere minoranza impedisce di praticare questa elementare verità. Che vale per tutti, compresa quella parte che si è attivamente impegnata – e non me ne capacito – col solo scopo di fare perdere Emiliano (e con lui tutti noi).
Al quale è giusto chiedere, nelle prossime due settimane, un supplemento di impegno e determinazione per far arrivare, laddove ancora non sono arrivati, i suoi programmi, le sue idee, i suoi progetti.
Il 20 e 21 settembre si vincerà insieme o si perderà tutti.
Il destino della Puglia per come la conosciamo è nelle mani di ciascuno di noi.