“Lustrini”, IL NUOVO LAVORO TEATRALE DI LUCA TORACCA E IVAN RAGANATO. leccecronaca.it ERA ALLE PROVE, VI RACCONTA IL DEBUTTO PRIVATO DELLO SPETTACOLO
(Rdl)________ Pochi giorni prima della prova generale di “Lustrini” leccecronaca.it ha avuto il privilegio di incontrare l’attore Luca Toracca, in Puglia per portare a termine il suo progetto teatrale insieme a Ivan Raganato.
Progetto nato circa un anno fa quando Toracca intravide in Raganato un perfetto Cavagna, ovvero l’altro personaggio oltre a Lustrini.
Durante l’intervista è apparso subito evidente il forte desiderio di Luca di realizzare e portare in scena questo testo. Per la sua prepotente attualità, per la profonda sensibilità nei confronti di individui quasi invisibili, per la scomparsa per Covid dell’autore, Antonio Tarantino, nello scorso Aprile, e ancora, per rendere giustizia ad un testo che merita.
Ecco, la redazione di leccecronaca.it era presente a questo debutto privato, una sorta di prova generale che testasse il profondo impegno e la sintonia tra i due attori che potevano contare su una conoscenza trentennale ma che non avevano mai avuto modo di lavorare insieme.
Ebbene, diciamo subito e senza troppi indugi che rendiamo merito a Luca Toracca alla sua caparbia volontà di mettere in scena Lustrini. Ne aveva tutte le ragioni.
Un testo forte, a tratti spinto e pungente, che non trattiene esuberanti e colorate espressioni, metafore esplicite ed esplicative. Un filo conduttore che tocca in più riprese le debolezze della Chiesa, un attacco chiaro e diretto all’istituzione che per antonomasia dovrebbe essere vicina agli ultimi, e spesso lo è, ma altrettanto frequentemente usa ed abusa del proprio potere nella strada meno tortuosa per raggiungere gli obiettivi, i più oscuri. Unico aggancio del testo, quest’ultimo, con una società che circonda gli ultimi, ma spesso non c’è, non si vede, non si avverte.
Oggettivamente, sarà abbastanza improbabile per lo spettatore immedesimarsi nei due personaggi. Ma sarà altrettanto inverosimile non stringersi in un angolo della propria coscienza e ripensare a tutte le volte che l’indifferenza ci ha fatto scivolare accanto ad uno di loro, alla loro non richiesta di esistere ma al loro esserci di fatto. E allora succede di immedesimarsi non come spettatori ma come individui che la vita costringe per un lasso di tempo relativamente breve ad assistere alla reale condizione di chi vive al limite, ai bordi, sotto i ponti, nelle stazioni, con letti di cartone bagnato e intriso di storie segnate e segnanti.
E in tutto questo Luca Toracca e Ivan Raganato hanno centrato in pieno l’obiettivo: hanno portato magistralmente sul palco solo, solo ed esclusivamente, Lustrini e Cavagna. Con tutta la loro prorompente personalità, la prima densa di sensibilità e desiderio di emozionarsi ancora e la seconda devastata dalla vita e con un solo modo di approcciarsi ad essa, la rabbia.
Ma basterà un solo istante per ristabilire le giuste dosi di umanità. In entrambi.
Quell’istante in cui lo spettatore sente il bisogno di riscrivere le pagine della propria vita carico e ricco di una finestra dalla quale non ha mai avuto il coraggio di osservare.
I due attori (nella foto) pensano già, dopo questa riuscitissima prova generale, ad un debutto su cui leccecronaca.it come sempre, vi terrà aggiornati. Nelle future prospettive di sviluppo di questo lavoro, Toracca contempla subitamente la possibilità di portare Lustrini al teatro dell’Elfo a Milano di cui egli stesso è attore e fondatore.