COSI’ STIAMO DISTRUGGENDO LE DUNE DI PORTO CESAREO
di Fabio Coppola______
Nonostante leggi, divieti e sanzioni, nonostante i timidi dissuasori in paletto di castagno, non c’è tutela per le dune costiere. La situazione appare evidente a Porto Cesareo, nel tratto di costa tra gli stabilimenti balneari “Le Dune” e “Tabù”, o nell’area compresa tra i lidi “Bahia” e “Orange Sun”, dove non si nota neanche recinzione per la vegetazione.
Comportamenti come la posa di ombrelloni, o il semplice calpestio di turisti più o meno distratti o inconsapevoli dissestano il terreno, lasciando scoperte le radici della vegetazione, compromettendone stabilità e sopravvivenza. Ginepri secolari dalla crescita lentissima danneggiati in pochissimi anni.
Negli anni Ottanta per contrastare l’erosione costiera furono impiantati in zona “Belvedere” tamerici protetti da incannucciata; circa venti anni fa un’altra opera di ricostituzione del cordone dunale è stata effettuata nei pressi del bacino “Fede”, opere compromesse da attraversamento e bivacco dei bagnanti.
Le dune costiere oltre all’aspetto prettamente paesaggistico svolgono l’importante funzione di trattenere la sabbia e filtrare il vento ricco di salsedine, proteggendo quindi la fertilità dei terreni agricoli dell’entroterra. Ma molto probabilmente sono interessi secondari alla pretesa di occupare e fruire ogni luogo senza rispetto.
Dopo la prima linea costituita dalla staccionata, sarebbe forse opportuno stendere il filo spinato sulle dune? Sembrerà una provocazione, o una soluzione estrema, ma in realtà è estremo il malcostume, l’indifferenza per la natura e per la legge.
Forse illusoriamente si pensa che sottraendo spazio alle dune, possa aumentare quello destinato alla balneazione. Purtroppo l’esperienza insegna che dove scompare la duna, scompare anche la spiaggia.
Category: Cronaca