LA POLEMICA / UN FALSO STORICO: MASSIMO MANERA ADESSO VUOLE CONTAMINARE PURE TARANTO
Riceviamo e volentieri pubblichiamo. Poi commentiamo pure. Anna Emanuela Vincenti ci manda il seguente comunicato______
Taranto e Grecìa Salentina Capitale della Cultura 2022, presentato il dossier
Giovedì 30 luglio 2020 Teatro Comunale Fusco
“La cultura cambia il clima” è il claim della candidatura di Taranto e della Grecìa Salentina a Capitale Italiana della Cultura 2022.
Il dossier presentato oggi alla stampa, nel Teatro Comunale Fusco, è il risultato di una condivisione che ha superato i confini geografici della città, coinvolgendo anche i 12 comuni della Grecìa Salentina in un percorso che trova punti di contatto nella storia, nelle tradizioni, nello stile di vita di queste due aree.
La partecipazione al bando del Mibact era stata già predisposta a marzo, prima che il lockdown rimandasse tutte le attività. Questo frangente temporale, però, ha arricchito il dossier con elementi di contemporaneità legati anche all’emergenza epidemiologica, rafforzando il tema della sostenibilità.
Grecía e Taranto, simbolo di un Sud che unisce le forze, che fa squadra, che punta sulle comuni origini elleniche per creare così le condizioni per un ulteriore e più sostenibile sviluppo dell’area jonico salentina.
A rappresentare i comuni della Grecìa Salentina, autonomamente in corsa per la candidatura prima di sposare il progetto di Taranto, c’era il presidente nonché sindaco di Castrignano de’ Greci Roberto Casaluci, accompagnato da Massimo Manera sindaco di Sternatia e presidente della fondazione “Notte della Taranta”.
«Da decenni con i nostri 12 comuni lavoriamo sinergicamente sui temi della cultura – ha spiegato il presidente dell’Unione Grecìa –, abbiamo pensato di allargare questo approccio rinunciando alla nostra candidatura e abbracciando la visione di Taranto e la nostra storia comune, puntando sulla contemporaneità dell’elemento ambientale».
«La candidatura della Grecía Salentina a capitale della cultura 2022 insieme a Taranto – ha sottolineato Roberto Casaluci – può rappresentare una straordinaria occasione per valorizzare il nostro territorio con le sue tipicità e peculiarità culturali ed artistiche, per farlo conoscere ed apprezzare nel resto d’Italia e non solo. Punteremo molto, come è stato fatto in Grecía negli ultimi 20 anni, sulla nostre storia, sulla nostra lingua minoritaria – il griko – sulle arti e su tutto il nostro importantissimo patrimonio culturale materiale ed immateriale. A tutto questo dovrà aggiungersi una ridefinizione oculata del settore turistico per diventare una destinazione turistica moderna ed attrattiva. »
«Nel nostro dossier c’è più anima – sono le parole del sindaco Rinaldo Melucci –, altri ne hanno affidato la redazione ad agenzie specializzate perché sono in cerca di una vetrina che aiuti la ripartenza. Per noi è, invece, la partita della vita, perché certifica un movimento che questa città ha già avviato e che vede nella cultura e negli eventi driver fondamentali per la trasformazione della propria immagine. Siamo la città che ha organizzato più eventi e festival dopo il lockdown, siamo contenti di farlo. Condividiamo con gli amici della Grecìa Salentina molte cose, ma soprattutto la consapevolezza che siamo ciò che raccontiamo e, in un progetto, siamo ciò che lasciamo dopo di noi».
Anche il presidente Michele Emiliano, attraverso il suo consigliere per l’Ambiente Rocco De Franchi, ha augurato al dossier di fare strada, perché «se Taranto e i comuni della Grecìa diventeranno Capitale Italiana della Cultura 2022 – ha dichiarato de Franchi –, lo diventerà la Puglia intera. Grazie a tutti, quindi, perché costruite nel presente il futuro dei nostri territori».
A chiudere gli interventi è stato Manoocher Deghati, fotografo franco-iraniano di fama internazionale e membro del comitato scientifico di Taranto Capitale della Cultura 2022. «Taranto è stata per anni una città “vittima” – ha dichiarato –, ora merita questo risultato»._____
(g.p.)_______A parte il fiorente sodalizio politico attuale fra Emiliano, Melucci e Manera, non si capisce che cosa centri la così detta Grecia salentina con la città di Taranto.
Taranto fa benissimo a proporsi quale capitale italiana della cultura.
Massimo Manera (nella foto) fa malissimo ad accodarsi, in un rapporto inventato, un vero e proprio falso storico, che fa male alla valorizzazione della zona propriamente salentina.
Non gli basta gestire i milioni di euro della Notte della Taranta, la sua fondazione, che si ostina a nascondere i bilanci e negare finanche ai consiglieri regionali l’accesso agli atti sui finanziamenti ricevuti e i criteri adoperati?
Quanti altri gliene dobbiamo far gestire, perché pigli pace?
Ma diamogli un seggio in Parlamento, alle prossime elezioni politiche, ma uno di quelli ‘blindati’ del Pd tipo Teresa Bellanova, con elezione sicura al proporzionale, così ci costerà sicuramente di meno!
Taranto nei secoli successivi alla sua fondazione andò alla conquista dei territori colonizzati dai Messapi, in cui vivevano pure discendenti di altri coloni prevenienti dalla Madre Patria greca.
Quali rapporti? Quale storia in comune? La legge del più forte, come era costume dei tempi antichi, racconta di devastazioni e di sottomissioni, e di scontri cruenti, per la supremazia. basta leggere mica uno storico inventato, mica oscuri divulgatori, ma uno storico insigne e popolare, il primo vero degno di tal nome, quale Erodoto, che descrive con dovizia di particolari le guerre “imperialistiche” dei Tarantini contro i Messapi, e gli altri coloni greci delle zone limitrofe.
Inoltre, il griko ha origine non negli antichi coloni dei secoli avanti Cristo, ma nei Bizantini dei secoli successivi del dopo Cristo, quando Taranto aveva perso del tutto la sua importanza.
Per quanto riguarda poi la situazione attuale della così detta Grecia salentina, essa è già di per sé abbondantemente…contaminata, per usare un termine caro al lessico del presidente Massimo Manera, perché sia contaminata ulteriormente.
Si confronti una fonte “neutra” quale Wikipedia:
https://it.wikipedia.org/wiki/Grecia_salentina
Per un vero rilancio della zona e del Salento tutto, necessiterebbero invece ben altre operazioni, che abbiano interessi squisitamente sociali e propriamente culturali, e non meschinamente partitici.
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