SE A LECCE AL MUSEO SI PARLA DI SQUIRTING
(g.p.)______“Circa il 5% delle donne racconta di un fenomeno legato alla produzione di un liquido simile all’urina, meccanismo fisiologico spesso fonte di imbarazzo…Gli esperti proveranno a spiegare le dinamiche biologiche legate a questo fenomeno comunemente conosciuto come ‘squirting’ e risponderanno a dubbi e curiosità”.
No, cari amici e lettori di leccecronaca.it, non siete su youporn, tranquilli; non è stato un link maligno a portarvi su pornhub. E nemmeno ‘stamattina sono impazzito io.
Do conto, sia pur con qualche imbarazzo, unito a qualche perplessità, di un incontro che si terrà a Lecce mercoledì sera, a conclusione di una rassegna interamente dedicata alle pratiche sessuali, tanto per chiudere in bruttezza, sulla “scottante tematica dell’eiaculazione femminile”.
Ora, valutazioni personali sui corsi e sui ricorsi sulla sessualità a parte, considerazioni possibili sulle trattazioni su simili argomenti sempre a parte, non è questo il problema.
Il problema è il luogo dove questa edificante iniziativa si è tenuta e si conclude con la “scottante” tematica” di cui abbiamo detto, con le parole degli organizzatori.
Il museo Provinciale Castromediano.
Cosa c’entri lo squirting, o la masturbazione, o altre pratiche sessuali, con l’ Arte, faccio fatica a comprenderlo, anzi, pur avendo chiesto lumi a qualche conoscente esperto (di arte) al riguardo, non ci sono riuscito, perché non lo sapevano neanche essi.
Io so solo che il Museo Castromediano è da tempo, da quando è stato “inaugurato” la scorsa estate nella nuova versione, oggetto di critiche, con comunicati stampa di merito, naturalmente rimaste inascoltate, nemmeno considerate, come costume dei responsabili della Cultura a Lecce.
“Risultano evidenti il provincialismo e l’approssimazione con cui la Regione, e in particolare l’assessore Capone, hanno trattato la riapertura di un Museo che è tra i più importanti della Puglia.
Sembra proprio che il Presidente Emiliano e l’assessore Capone abbiano trattato anche la ristrutturazione, il riallestimento e la valorizzazione del Museo come un ennesimo pre-show della loro campagna elettorale”, scriveva per esempio l’anno scorso il consigliere comunale di Fratelli d’Italia Andrea Guido.
Gli facevano sdegnata eco in autunno Tina Rizzo De Giovanni e Elisabetta Branco del Movimento Regione Salento:
“Ci troviamo di fronte all’ennesima anomalia tutta italiana, ma in questo caso possiamo affermare tutta pugliese e salentina. Il Castromediano, il più antico e vogliamo anche sottolineare il più bello del Salento e anche della Puglia, inaugurato dopo i lavori due mesi fa con le più rosee delle aspettative e con i proclami più interessanti, è stato trasformato da cassaforte contenente la più importante memoria messapica, a contenitore freddo e vuoto. La struttura è aperta al pubblico dalle 9 fino a mezzanotte e l’ingresso è gratuito, e meno male, perché dentro c’è il deserto che fa da cornice a teche e sale vuote, non c’è nulla. Che vergogna!”
Beh, magari con le trattazioni di pratiche sessuali, l’ambiente diventa un po’ più hard hot, o no?
Non lo so. So di altre esperienze, cui devo quel po’ che capisco di arte, vissute, da semplice appassionato di cultura, durante il mio lungo soggiorno a Torino negli scorsi decenni.
Alla Galleria d’ Arte Moderna organizzarono per anni corsi di Storia dell’Arte, partendo da quella dell’ Ottocento e del Novecento propria della sede, ma pure classica, e arrivando a quella contemporanea, periodicamente, e gratuitamente, a cadenza settimanale. Erano appuntamenti organizzati e gestiti con tale sapienza, che erano diventati occasioni mondane, di incontri, di dibattito, di dialogo. Mi ricordo che tanti amici aspettavano con impazienza il lunedì sera per ritrovarsi là, studenti, operai, professionisti, casalinghe, tutti, almeno duecento persone alla volta, a pendere dalle labbra del relatore di turno, e a meravigliarsi di fronte alle diapositive delle opere, per poi aprire il dibattito.
Poi, giacché uno era là, poteva tranquillamente, o prima, o dopo, visitare per fatti suoi la mostra personale di turno, sempre di grande spessore qualitativo, e con i quadri in originale: io con particolare emozione ricordo Paul Klee, Hans Hartung, i Futuristi, Giorgio De Chirico.
Il Castello di Rivoli, sempre in quegli anni, era diventato centro di aggregazione culturale, al di là delle rassegne che ospitava, perché con straordinaria sensibilità sapeva attrarre veri e propri eventi, anche ospitando quelli organizzati da altre enti e associazioni, e così aprire la Storia e la cultura sabauda alle dimensioni della contemporaneità.
Così facevano cultura e portavano pubblico al Museo, a Torino.
A Lecce al Museo facciamo gli incontri sullo squirting.
A Lecce la cultura passa dalla gestione miope e interessata solo a produrre propaganda e consenso politico, attraverso la gestione di fondi, nomine, bandi e organizzazioni, degli addetti ai lavori e dei soliti noti, sotto l’asse che parte da Bari da Michele Emiliano e Loredana Capone, passa per la Provincia di Stefano Minerva e arriva nella nostra città nelle mani del sindaco Carlo Salvemini.