IL DIAVOLO VESTE DIOR – 1 / LO SFREGIO
(g.p.)______
Sia pur incentrato sugli aspetti personali e non sociali che lo sottendono, un celebre film, The Devil Wears Prada, di David Frankel gettò a metà degli anni Duemila un primo, preoccupato quanto realistico sguardo dall’interno sul mondo dell’alta moda internazionale (nella foto di copertina, l’attrice Anne Hathaway in una scena del film).
Fece molto discutere, senza nemmeno bisogno di allargarsi agli aspetti economici e sociali, come lo sfruttamento del lavoro di cui lo scoprimmo in seguito protagonista su scala planetaria.
Mancano ancora alcuni giorni, ma già fa discutere la sfilata di Dior in piazza Duomo a Lecce programmata per mercoledì 22, organizzata nella nostra città, tramite Maria Grazia Chiuri, stilista e direttrice creativa dalla prestigiosa multinazionale francese della moda, 56 anni, di Roma, ma con il papà nativo di Tricase.
Tanto è bastato per scoprire all’improvviso la sua salentinità, sull’ onda lunga delle tante presenze internazionali degli ultimi anni.
Il presidente della Regione Puglia l’ha messa a capo di una così detta task force che dovrebbe affiancarlo per far ripartire l’economia, meno pomposamente a capo di un gruppo di intellettuali di area suoi sodali, una della tante operazioni di marketing politico cui Michele Emiliano ci ha abituati da tempo.
Da qui la sua idea della sfilata leccese, in esclusiva per duecento invitati e con diffusione mediatica con i canali specializzati, il tutto con la benedizione del sindaco Carlo Salvemini, e dell’Arcivescovo Michele Seccia.
Per dirla tutta, più che discussione, si è trattato finora di una valanga di foto e di commenti stizziti e sdegnati di molti cittadini affidati ai social, con il corredo di facili ironie e di pesanti vocaboli tipici del lessico particolare di questo mass media.
Infatti, non si capisce perché e per come, nel frattempo piazza Duomo è stata completamente oscurata da luminarie tipo quelle delle sagre di paese, senza offesa per le degnissime feste popolari, ma con offesa invece per questi imbarazzanti addobbi, che hanno completamente stravolto il fascino del luogo, la suggestiva dimensione metafisica di uno dei posti più belli del mondo.
Diamo conto qui di seguito solo di alcuni di essi.
Ecco a voi lo splendore e lo scempio!
Se la dovevano occultare e comunque svilire, tanto valeva scegliere piazza Palio!
Che volgarità e mancanza di rispetto per la storia, la bellezza e l’arte del nostro territorio .
Chiunque ami Lecce non può che indignarsi.
Completamente occultato dalle luminarie anche l’ingresso scenografico della cattedrale. La Soprintendenza è stata informata del progetto di allestimento? Ha approvato tale progetto? Non ha nulla da dire sulle scempio del luogo simbolo del barocco leccese?
Imbarazzante il silenzio della Soprintendenza archeologica, belle arti e paesaggio di Lecce sulla deturpazione della Piazza del Duomo di Lecce, completamente snaturata dall’allestimento per la sfilata di moda di Christian Dior, che si terrà il 22 luglio. Man mano che l’allestimento va avanti, diventa sempre più evidente l’alterazione totale della più bella piazza barocca di Lecce.
Il sindaco Carlo Salvemini e l’arcivescovo Michele Seccia erano a conoscenza del progetto di allestimento della piazza? Il progetto è stato sottoposto alla valutazione della Soprintendenza? Ha approvato tale progetto? Non ha nulla da dire sulle scempio del luogo simbolo del barocco leccese?
Fedez e Chiara Ferragni ospiti della sfilata di Dior a Lecce?
Se hai scelto quella piazza è perché di per sé rappresenta una bellissima scenografia. Se l’hai scelta solo per mettere le luminarie, allora potevi scegliere un qualsiasi altro luogo. Se hai scelto quella piazza è perché di per sé rappresenta una bellissima scenografia. Se l’hai scelta solo per mettere le luminarie, allora potevi scegliere un qualsiasi altro luogo. Non bisogna essere scenografi o architetti per capire questo.
Infine, per la serie ci salverà l’ironia, una risata li seppellirà, uno ha scritto: “scusate, ma mettono pure i banchetti della capace”?
Sempre in questi giorni, c’è stato però un illuminante dialogo, a botta e risposta, che di questa iniziativa permette di capire tante cose, al di là del velo trionfalistico con cui era stata presentata.
Ne riferiremo con la dovuta attenzione che merita, perché è per tanti versi illuminante.
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Di fronte allo scempio di piazza Duomo rimaniamo allibiti. E non ci muove il gusto di fare polemica a ogni costo, ma per la ferita che da leccesi, orgogliosi della città stiamo subendo per scelte prepotenti ed inspiegabili. Perché scegliere una delle piazze più belle d’Europa come location per un evento così importante e sottrarla poi al piacere di gustare il colore della sua pietra, l’armonia dei suoi elementi architettonici, il sapore della sua storia.
Una piazza sempre rispettata dalle autorità religiosi e civili nel rispetto dei sentimenti dei cittadini, i veri “padroni” dei luoghi di una città.
È amaro constatare come siano purtroppo lontani i tempi in cui mons. Ruppi per dare il suo assenso ad un evento pretendeva di conoscere nel dettaglio scalette ed eventuali musiche.
Oggi in piazza Duomo si va indifferentemente dal Bella ciao in campagna elettorale alle fastidiose quanto invasive luminarie da cui quella piazza è stata sempre preservata persino in occasione delle feste patronali. Ormai dobbiamo concludere che storia, identità, estetica e rispetto di sentimenti del popolo rappresentano tutti elementi superati, del passato. E il business è una valore più forte dei sentimenti.
Che esagerazione! Sarà uno spettacolo grandioso, la parte superiore dei palazzi è ben visibile e c’è un’abbondanza di proiettori (ne ho visto almeno 2/3 per metro) sotto le luminarie.