QUESTO GOVERNO LAVORA COL FAVORE DELLE TENEBRE E GUARDA IN FACCIA GLI EMISSARI DEI BENETTON. GIUSEPPE CONTE DISINNESCA LA BOMBA DELLA REVOCA DELLE CONCESSIONI AUTOSTRADALI CON UN COMPROMESSO

| 15 Luglio 2020 | 1 Comment

(g.p.)______“Questo governo non lavora con il favore delle tenebre. Questo governo guarda in faccia gli Italiani”. Ipse dixit, il 10 aprile, in un passaggio polemico, di uno dei tanti suoi show televisivi a reti unificate dei mesi scorsi.

Li ha presi per sfinimento. Giuseppe Conte disinnesca l’ennesima crisi fra Pd e M5S ed evita che esploda la sua maggioranza, di cui rimane uomo solo al comando. Prima rinvia giorno dopo giorno la decisione sull’ esproprio minacciato da due anni ormai ai Benetton per la gestione di autostrade da parte dei Cinquestelle, non gradita ai Piddini, e apertamente osteggiata da Italia Viva di Matteo Renzi, infine convoca un consiglio dei ministri notturno, finito questa mattina a giorno avviato, e alè, il gioco è fatto.

Il governo lavora con favore delle tenebre, e nella notte guarda in faccia gli emissari dei Benetton, con i quali concorda un colossale compromesso, per salvare la faccia, apparentemente, apparentemente espropriali e, infine, nei fatti permettere loro di continuare a gestire la situazione, per ora ridimensionati, ma sempre con le mani in pasta, e pronti a impastare nuove torte, pizze e ciambelle per le loro tavole imbandite con i soldi dei pedaggi degli Italiani.

Impuniti: come per il caso del traffico in queste settimane soprattutto in Liguria, ma anche un po’ ovunque altrove, che scoraggia i possibili vacanzieri che possono permetterselo: non tutti hanno l’aereo privato della Juventus, per andare a Genova, o sulle due riviere.

 

Seppur ridimensionata e penalizzata, la società dei Benetton rimane e si prende tutti i tempi e i modi che vuole per passare dal detenere la maggioranza, a una quota del 10%, almeno, questo è previsto, in un periodo di tempo non determinato, poi nella pratica si vedrà che accadrà

L’intesa raggiunta prevede l’ingresso di Cassa Depositi e Prestiti con il 51% e una revisione complessiva della concessione, dai risarcimenti alle tariffe. I Benetton fuori dal Cda, avranno in ogni caso almeno una quota del 10%, ma che potranno aumentare a loro piacimento, oltre a poter controllare indirettamente il rimanente 39%.

Il titolo della loro società fa un balzo in avanti nelle quotazioni della Borsa, del 21% il che è significativo di come siano andate effettivamente le cose.

Particolare emblematico, poi, il fatto che tutto quanto viene negoziato dal governo, ora dopo ora e passaggio dopo passaggio direttamente, con emissari dei Benetton.

Canta vittoria Luigi Di Maio, ma in realtà si è trattato da parte sua dell’accettazione di un compromesso, in una previsione di risoluzione dai tempi lunghi e incerti, la cui gestione è comunque agli “espropriati”, che decideranno come, quando, chi, e perché e in ogni caso rimarranno dentro.

Nell’immediato, immediato si fa per dire, i Benetton evitano di pagare i risarcimenti alle vittime del Ponte Morandi, che saranno a carico del nuovo azionista di maggioranza, Cassa Depositi e Prestiti, cioè lo Stato.

Il contratto capestro rimane tale e quale, sulle infrastrutture strategiche italiane continuano a fare utili gli affaristi, gli speculatori e i lobbysti dell’ alta finanza internazionale.

Questa di cui sopra è la valutazione che abbiamo dato in redazione a leccecronaca.it su quanto avvenuto questa notte e questa mattina.

Ecco comunque, in versione integrale, qui di seguito il comunicato ufficiale nel frattempo diramato da Palazzo Chigi______

 

“Il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti Paola De Micheli ha svolto un’informativa sullo stato di definizione della procedura di grave inadempimento nei confronti di Autostrade per l’Italia S.p.a. (ASPI), nella quale sono state esposte le possibili alternative sulla definizione della vicenda.

Durante la riunione, sono state trasmesse da parte di ASPI due nuove proposte transattive, riguardanti, rispettivamente, un nuovo assetto societario di ASPI e nuovi contenuti per la definizione transattiva della controversia. Considerato il loro contenuto, il Consiglio dei Ministri ha ritenuto di avviare l’iter previsto dalla legge per la formale definizione della transazione, fermo restando che la rinuncia alla revoca potrà avvenire solo in caso di completamento dell’accordo transattivo.

La proposta prevede specifici punti qualificanti riguardo alla transazione e al futuro assetto societario del concessionario.

Punti relativi alla transazione

Misure compensative ad esclusivo carico di ASPI per il complessivo importo di 3,4 miliardi di euro;
riscrittura delle clausole della convenzione al fine di adeguarle all’articolo 35 del decreto-legge Milleproroghe (decreto-legge 30 dicembre 2019, n. 162); 
rafforzamento del sistema dei controlli a carico del concessionario;
aumento delle sanzioni anche in caso di lievi violazioni da parte del concessionario;
rinuncia a tutti i giudizi promossi in relazione alle attività di ricostruzione del ponte Morandi, al sistema tariffario, compresi i giudizi promossi avverso le delibere dell’Autorità di regolazione dei trasporti (ART) e i ricorsi per contestare la legittimità dell’art. 35 del decreto-legge Milleproroghe;
accettazione della disciplina tariffaria introdotta dall’ART con una significativa moderazione della dinamica tariffaria.
Punti relativi all’assetto societario del concessionario

In vista della realizzazione di un rilevantissimo piano di manutenzione e investimenti, contenuto nella stessa proposta transattiva, Atlantia S.p.a. e ASPI si sono impegnate a garantire:
l’immediato passaggio del controllo di ASPI a un soggetto a partecipazione statale (Cassa depositi e prestiti – CDP), attraverso:
la sottoscrizione di un aumento di capitale riservato da parte di CDP;
l’acquisto di quote partecipative da parte di investitori istituzionali;
la cessione diretta di azioni ASPI a investitori istituzionali di gradimento di CDP, con l’impegno da parte di Atlantia a non destinare in alcun modo tali risorse alla distribuzione di dividendi;
la scissione proporzionale di Atlantia, con l’uscita di ASPI dal perimetro di Atlantia e la contestuale quotazione di ASPI in Borsa. Gli azionisti di Atlantia valuteranno la smobilizzazione delle quote di ASPI, con conseguente aumento del flottante.
In alternativa, Atlantia ha offerto la disponibilità a cedere direttamente l’intera partecipazione in ASPI, pari all’88%, a CDP e a investitori istituzionali di suo gradimento“.

Category: Cronaca, Politica

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Comments (1)

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  1. redazione ha detto:

    Ore 17.30, chiusura della Borsa di Milano, il titolo di Atlantia guadagna il 26,65 % insomma per ogni 100 euro di ieri dei Benetton e soci, adesso ne hanno 126: una “punizione” esemplare, come si vede.

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