ANCORA ERADICAZIONI INGIUSTE DEI NOSTRI FRATELLI ULIVI. LE “CURE” A BASE DI ERBICIDI E PESTICIDI, CHE HANNO ULTERIORMENTE AVVELENATO IL TERRENO. E GLI AIUTI SOLAMENTE PROMESSI AI PRODUTTORI E COLTIVATORI. UNA MANIFESTAZIONE CONTRO GLI ORRORI DELLA REGIONE PUGLIA A BARI VENERDI’ 19
(Rdl)______Una dozzina di associazioni ambientaliste e di settore – sotto elencate – invitano tutti i cittadini e associazioni che vogliono salvare i nostri ulivi, l’agricoltura e il turismo in nome della nostra storia e del nostro paesaggio, alla manifestazione che si terrà a Bari venerdì 19 giugno alle ore 9.30, di fronte al Dipartimento Agricoltura della Regione Puglia, Lungomare Nazario Sauro.
In un comunicato diffuso ai media questa sera, ne spiegano le ragioni.
Eccole qui di seguito come esposte dagli organizzatori______
Il disseccamento e la crisi del settore dell’olio
Il fenomeno del disseccamento degli ulivi e di altre specie vegetali in Salento, sempre addebitato alla Xylella (ma che invece si chiama CODIRO, complesso di disseccamento rapido degli ulivi, indicando un complesso di cause), insieme al calo del prezzo dell’olio e la progressiva perdita di redditività del lavoro in agricoltura, sono fattori che stanno determinando una perdurante crisi in quello che rimane ancora oggi il primo settore produttivo della nostra regione.
Per quanto riguarda gli oliveti secolari e monumentali, si corre il rischio non solo di compromettere impianti produttivi considerevoli, ma anche di perdere un’attrattiva unica per il settore turistico e alberghiero, di perdere la cultura dei nostri nonni e il paesaggio unico del Salento.
La quarantena e gli errori della Regione
Le misure di quarantena imposte dall’Osservatorio Fitosanitario della Regione Puglia e dai laboratori della rete “Selge”, con a capo l’Ipsp-CNR di Bari, si sono rivelate del tutto controproducenti. Interi areali in Salento sono stati infatti abbandonati a se stessi dai loro conduttori, convinti dall’Osservatorio e dai responsabili della rete “Selge” che fossero irrecuperabili. Invece innumerevoli cure sperimentali sono state portate avanti con buoni successi in tutto il Salento. Le numerose cause del disseccamento (fra cui principalmente la progressiva perdita di fertilità del suolo) sono state deliberatamente ignorate dalle autorità fitosanitarie. Diversi patogeni (verticillosi, rodilegno, ecc.) continuano a dilagare, senza che gli agricoltori abbiano avuto le giuste indicazioni sui rimedi da adottare. Va inoltre ricordato che per legge, non si possono inviare campioni vegetali a tutti i centri di ricerca del mondo, per trovare un rimedio, come invece si sta facendo per il covid-19.
La Regione invece di concentrarsi sulla fascia dei 20 km, come deciso dalla Unione Europea del 2015, ha istituito nel 2018 una arbitraria “zona ex contenimento” nella zona già dichiarata infetta, una fascia di oltre 50 km che comprende una ventina di comuni, da Brindisi passando per Carovigno e Torre Guaceto, San Vito, San Michele, Ceglie, Francavilla Fontana fino a Taranto. Tanto che a settembre 2019 la Corte di Giustizia dell’Unione Europea condanna l’Italia e avvia la procedura di infrazione n° 2015/2174 per gravi ritardi negli abbattimenti nella zona dei 20 km, monitoraggio ARIF effettuati in periodi non adatti, inosservanza delle pratiche agricole obbligatorie. E il 5 febbraio 2020 la UE dichiara di “considerare non rilevanti le attività di controllo ed estirpazione delle piante infette individuate nella ex zona contenimento”, e ribadisce che “ l’attenzione della Commissione Europea è rivolta solo alle misure applicate nell’attuale fascia dei 20 km”.
E la Regione come risponde? Il 7 aprile ordina l’abbattimento di altri 525 ulivi, tra cui alberi monumentali e millenari, sempre a Carovigno…
Ma il 21 aprile 2020, in pieno periodo Covid, la Giunta Regionale delibera per la seconda volta, dopo il DGR 1890/2018, le “norme di attuazione della Decisione UE del 2015”: cinque anni dopo??? Non c’è più la zona ex contenimento e i monitoraggi saranno effettuati da aprile a ottobre 2020. E i 525 ulivi da abbattere a Carovigno? E altri 500 ulivi non ancora abbattuti nella zona ex contenimento, che la UE ha ritenuto inutile abbattere, perché la Xylella è “ormai radicata nella zona infetta”?
Il 18 maggio invece l’ARIF procede con le estirpazioni a Carovigno, e il 22 maggio oltre un centinaio di proprietari protestano sui campi: 62 di loro saranno indagati per “manifestazione non autorizzata” dalla Questura: si condanna chi difende la propria terra contro gli abusi della politica.
Il 28 maggio vengono abbattuti nel Parco degli Ulivi Monumentali di Torre Guaceto e Serranova, sempre a Carovigno, decine di ulivi monumentali, tra cui il “Principe di Serranova”, che doveva essere abbattuto 15 mesi prima, a febbraio 2019 ed entro 20 giorni, tra cordoni di ingenti forze di polizia. Il Comune di Carovigno fa ricorso al TAR contro la Regione, e intanto gli abbattimenti vengono sospesi.
Grottesca anche la vicenda dell’ulivo di Monopoli, travato infetto nel 2018 addirittura nella zona indenne, fatto che avrebbe alzato la fascia cuscinetto di oltre venti km, poi invece risultato negativo su analisi ordinate dalla magistratura dopo la denuncia degli ambientalisti.
Come anche le raccomandazioni della Regione ad usare erbicidi (come il glifosate, vietato in Germania) e insetticidi, come l’acetamiprid, in tutto il Salento, aggravando la perdita di fertilità dei suoli e mettendo a rischio la biodiversità di tutto il Salento.
La diminuzione dell’integrazione al reddito e lo stallo dei finanziamenti
La progressiva diminuzione del sostegno al reddito in agricoltura pesa ulteriormente come causa di abbandono dei terreni, come l’eliminazione del contributo per le piccole superfici e la diminuzione del contributo per l’olivicoltura.
Per quanto riguarda l’attuazione del PSR da parte della Regione, troppi condizionamenti da parte delle burocrazie e di alcune grosse aziende hanno determinato l’attuale stallo e la perdita in corso dei finanziamenti per il mancato controllo da parte della Regione. Questa incapacità di spesa comporterà un ridimensionamento dei contributi dell’Unione Europea alla Puglia negli anni a venire.
E i famosi 300 milioni dei ministri Lezzi e Centinaio stanziati nella Legge 44/2019 sulle emergenze, dove sono finiti? E il Piano Colao e i Decreto Rilancia Italia sull’emergenza Covid si è dimenticato l’emergenza Xylella e l’agricoltura salentina?
Le richieste
Di fronte a questa situazione occorre che vengano adottati con urgenza i seguenti provvedimenti:
1) La revoca di tutte le misure di quarantena, ancora formalmente in vigore, imposte sulla base della cosiddetta “emergenza xylella”,
– gli espianti coatti degli alberi di ulivo.
– le limitazioni alla coltivazione ed all’impianto di specie vegetali
– le limitazioni imposte al settore vivaistico
– gli obblighi e/o le raccomandazioni di uso di insetticidi, erbicidi e di arature e lavorazioni fuori tempo.
2) La dichiarazione dello stato di crisi del comparto olivicolo, in modo da consentire l’accesso diretto ad un aiuto compensativo straordinario per gli agricoltori e il recupero delle giornate di lavoro perse ai braccianti.
Cosate Valle d’Itria, Ass. Giulivi (Carovigno), Flaica CUB, Ass. La Baia (Otranto), Ass. Terra d’Egnazia, Ass. Verdi Ambiente e Società Onlus, Movimento 24 Agosto, Casa del Popolo di Torre Santa Susanna, Popolo degli Ulivi, il Movimento No TAP/SNAM della Provincia di Brindisi e gli studenti della redazione di emergenzaclimatica.it ______
LA RICERCA nel nostro ultimo articolo sulla questione del 6 giugno scorso
L’APPROFONDIMENTO nei nostri articoli in coda ad esso evidenziati