NEL RICORDO DEL POVERO SIMONE MARTENA, PRESIDIO E MANIFESTAZIONE A LECCE MARTEDI’ 9 A MATTINA: ‘BASTA MORTI SUL LAVORO’ E ‘BASTA RICATTI FRA PANE O SALUTE’

| 8 Giugno 2020 | 0 Comments

(g.p.)______Sarà una mattinata di protesta, certo, per le troppe vittime del lavoro, ma sicuramente sarà pure un momento di ricordo sincero e affettuoso per il povero Simone Martena, 34 anni, di Squinzano, morto lo scorso 27 maggio in un incidente nel cantiere del gasdotto Snam.

Sportello Popolare del Lavoro, Casa del Popolo Silvia Picci e Movimento No Tap danno appuntamento a Lecce, in via Ludovico Ariosto 81, davanti l’Ispettorato del Lavoro, martedì 9 giugno alle ore 9.00, e fino a mezzogiorno.

In un comunicato diffuso tramite social, gli  organizzatori, avvertendo che “il presidio si svolgerà nel rispetto del distanziamento sociale e dell’uso delle mascherine per tutelare la salute di tutti” chiedono “Basta morti sul lavoro!” e ricordano che:

“Sono 444 i morti sul lavoro nei primi 5 mesi del 2020, di questi 216 sui luoghi di lavoro. A questi vanno aggiunti altri 355 lavoratori morti a causa del Coronavirus, un conto ancora parziale.
Nei primi 4 giorni di giugno una nuova strage: altre 14 vittime”.

 

Poi così proseguono, polemizzando con precise decisioni politiche precedenti:

“Tanti di questi lavoratori hanno oltre 60 anni, nel 2019 sono addirittura il 29%. È Il colpo inferto dalla Fornero con l’innalzamento dell’età lavorativa, è la conseguenza dell’interesse del capitale mascherato da governo tecnico’ nel 2011”

per poi ritornare subito al presente:

“Nei mesi passati siamo stati investiti da molte telefonate che ci segnalavano una scarsa attenzione al rispetto dei protocolli di sicurezza da parte delle aziende che hanno continuato a tenere aperti i cancelli durante il lockdown.

Dopo la riapertura e l’ennesimo incidente mortale sul lavoro accaduto nella nostra provincia, oggi non possiamo più tacere.

 

Segue il ricordo di Simone, e una triste riflessione sul ricatto lavoro/salute che la logica del profitto impone spesso in tutta Italia, ma soprattutto impone da anni, in varie attività parcellizzate sul territorio, nel nostro Salento, a operai, loro famigliari e cittadini residenti tutti:

“Il nostro cuore ha rallentato il proprio battito dopo questa notizia, il profitto ancora una volta ha avuto la meglio sulla sicurezza.

A pagare il prezzo con la propria vita un operaio di 35 anni, una vita strappata da un lavoro a ribasso in subappalto dove il tempo è tiranno e devi lavorare a tutti i costi perché se non rispetti la consegna sono guai. Un cantiere dove non c’è una rappresentanza sindacale.

In un territorio dove il ricatto del lavoro stringe in una morsa i cittadini che tra il diritto e il pane scelgono quest’ultimo a discapito della propria vita.

 

Category: Cronaca, Eventi, Politica

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