MA QUEL TITOLO ERA GIUSTO…
(g.p.)______Nuove dichiarazioni questo pomeriggio di Alberto Zangrillo, dopo la valanga a doppia gittata provocata dalle sue affermazioni di ieri. Il primario si dice oggi “assolutamente non pentito” di quanto sostenuto, anzi continua la polemica contro il modo con cui è stata affrontata l’emergenza sanitaria, poi però se la piglia con i giornalisti. E certo, è sempre colpa dei giornalisti…
Sentiamo cosa ha detto oggi, secondo quanto ha appena riportato l’agenzia Agi: “Una cosa che trovo fastidiosa di questo Paese è che i clinici siano da una parte e gli scienziati dall’altra. Noi dobbiamo intenderci sulla qualifica di scienziato, perché se andiamo a vedere i parametri, e vi invito a controllare la letteratura scientifica, io sono molto più scienziato di tanti autoproclamatosi scienziati, anche del Comitato tecnico scientifico.
Sono rinfrancato dalla forza della verità, perché quello che ho detto non è che il virus è scomparso come maliziosamente qualche testata ha messo nei titoli. Io sono certo che il virus sia ancora tra di noi, però ci sono tanti virus tra di noi. Io ho detto testualmente ‘il virus è clinicamente inesistente, scomparso’. Se uno omette il clinicamente per farmi del male, fa del male a se stesso.
Non invito i ragazzi a festeggiare nelle piazze senza mascherine abbracciandosi o baciandosi. Io invito alla prudenza e a osservare le norme di buonsenso che ci porteranno nel giro di un mese a dimenticarci del dramma che abbiamo vissuto. Quando dico queste cose, le dico con un retropensiero molto doloroso a tutte le persone che non ce l’hanno fatta e ai loro congiunti”.
Fin qui la nuova esternazione di Zangrillo.
Siccome fra le “qualche testata” c’è anche leccecronaca.it e in particolare quel titolo l’ho fatto io, gli dobbiamo una risposta.
Ieri avevamo riportato parola per parola testualmente, senza mediazioni, od omissioni, le parole da lui dette in tv.
Certo, che il virus è ancora presente. Ma non è più rilevante.
Il titolo, è diverso. Il titolo deve in pochissime parole dare il senso di un intero discorso, illustrare in un lampo tutta quanta una questione, deve necessariamente fare una semplificazione, e pure creando un opportuno effetto. Impresa sempre difficile, certo e sicuramente non sempre ci si riesce: i titoli si sbagliano pure, a volte, come si sbaglia a volte in tutte le cose della vita.
Ma quel titolo era giusto.
Un titolo forte?
Lo sottoscrivo. E senza malizia, senza voler fare del male a nessuno, tanto meno a lui, del quale per dovere di cronaca e pure con l’attenzione che a nostro avviso merita ogni voce fuori dal coro, abbiamo riferito.
Quel titolo fotografava il senso dell’intera presa di posizione di Zangrillo direttamente e indirettamente assai polemica contro gli “scienziati” che hanno gestito l’emergenza sanitaria e i politici che si sono affidati a loro, la cristallizzava nella situazione attuale e la riconduceva ad un fenomeno, certo drammatico, ma comunque nella prassi. Tutto questo al presente, visto che la tempestività di interventi non c’era stata prima, quando potevano servire, mentre adesso è inutile accanirsi con provvedimenti restrittivi e punitivi, che possono far più male di quanto possa fare un virus mutato e oramai debilitato.
Polemica comunque utile.
Ne riparleremo nei prossimi giorni, a proposito di App di tracciamento, di immunità e di tante altre cose ancora.______
LA RICERCA nel nostro articolo di ieri