IL MALE AMERICANO / LA SESTA NOTTE DI VIOLENZA
(g.p.)______La protesta economica e sociale contro il sistema americano non si ferma, anzi si propaga ulteriormente. E’ questo in sintesi il bilancio della sesta notte di violenze negli Usa, anche se il quadro – desunto dalle agenzie di stampa internazionali, dai social, e dalla Cnn che, unica, riesce a coprire in contemporanea gli avvenimenti in molte città (US streets seethe for a sixth night”: le strade degli Stati Uniti ribollono per la sesta notte) è ancora frammentario.
C’è però un fatto acclarato che solo apparentemente è marginale, ma che in realtà la dice lunga sulla situazione: a Washington, all’interno della Casa Bianca assediata da vicino dai dimostranti, il presidente Donald Trump è stato fatto rifugiare dai responsabili della sicurezza in un bunker segreto, per paura che essi potessero riuscire a valicare i cancelli e le fortificazioni.
Non è avvenuto, ma insomma il fatto è emblematico.
Come indicativa è la fiumana umana che a New York si è riversata sui ponti di Brooklyn e di Williamsburg: fra gli arrestati – arrivati ad un totale impressionante di quattromilacento persone in tutto il Paese, fonte: il bilancio aggiornato della BBC – c’è anche Chiara de Blasio, la figlia venticinquenne del sindaco Bill.
Fatti oggetto di spari e lancio di sostanze urticanti e/o lacrimogeni, e malmenati, anche alcuni giornalisti, quantunque avessero ben in vita le credenziali di servizio stampa.
Le città interessate dai disordini nella notte con incendi e saccheggi sono state circa centocinquanta, in quaranta è entrato in vigore il coprifuoco.
L’esercito – a cominciare dai reparti della Guardia Nazionale – è dispiegato in metà degli Stati.
C’è un primo segnale di rivolta globale: migliaia di manifestanti anche ad Auckland, in Nuova Zelanda, in corteo pacifico fin sotto il consolato Usa. Altre manifestazioni a a Toronto, Berlino, e Londra, dove undici persone sono state arrestate.
Nella foto che abbiamo scelto di pubblicare – scartando tutte quelle contenenti scene di violenza – c’è un fatto significativo, avvenuto durante l’ultima la manifestazione di Santa Monica, in California: il mazzo di fiori con cui una dimostrante affronta gli agenti di Polizia schierati in tenuta antisommossa.
Quasi sicuramente lei non lo sapeva, ma sembra proprio l’icastica rappresentazione del finale della celeberrima poesia di Pier Paolo Pasolini sul Sessantotto in Italia, “Il Pci ai giovani”, in cui egli si schierò contro i rivoltosi…
“…Bella vittoria, dunque,
la vostra! In questi casi,
ai poliziotti si danno i fiori, oh cari”.
Ma questa volta, a differenza di allora, se fosse ancora vivo, Pier Paolo Pasolini starebbe dalla parte dei dimostranti.______
L’APPROFONDIMENTO nei nostri articoli di ieri e dell’ altro ieri
ESPLODONO LE VIOLENZE, GLI USA SULL’ORLO DI UNA NUOVA GUERRA CIVILE / IL MALE AMERICANO
Oltre ai tre dei giorni precedenti, nelle ultime ore ci sono stati altre tre morti, due a Davenport, in Iowa, durante una sparatoria e un altro a Louisville, in Kentucky. Sono tutti fra i manifestanti, anche se non se ne conosce ancora l’identità.
Di quest’ultimo si è appreso da una dichiarazione della Polizia locale, che ha parlato di una “sparatoria”, senza fornire nessun altro dettaglio.
Anche dei primi due ha parlato il capo della Polizia locale, secondo cui “tre agenti hanno subito un agguato mentre erano in pattugliamento, uno è rimasto ferito”, e poi evidentemente hanno risposto al fuoco.
Settima notte di proteste negli Usa.
“Sono un presidente di legge e ordine” – ha detto il presidente Donald Trump, alla Casa Bianca, dove giungeva chiara l’eco degli spari e dei lacrimogeni della Polizia contro i manifestanti -“Attiverò tutte le risorse federali e locali, civili e militari, per proteggere i cittadini rispettosi della legge e se una città si rifiuterà di agire come è necessario per difendere i cittadini e le proprietà dei suoi residenti, dispiegherò l’esercito degli Stati Uniti e risolverò velocemente il problema per loro”.
Coprifuoco in moltissime città,scattato alle 19.00 anche a Washington e alle 23.00 anche a New York, ma ciò nonostante nella notte ancora cortei e manifestazioni dappertutto.
Due altri morti: due manifestanti sono rimaste uccisi durante i disordini Chicago.
Ottava notte di proteste negli Usa.
Cortei e manifestazioni in molte città, in diversi casi in aperta sfida al coprifuoco in vigore che riguarda le contee di Los Angeles, Santa Monica, Beverly Hills, San Francisco e Oakland (in California), Cleveland (nell’Ohio), Washington Dc e New York City, dove resterà in vigore per tutta la settimana.
C’è da registrare un’altra vittima: un capitano in pensione della polizia di St. Louis, in Missouri, rimasto ucciso durante i saccheggi in un banco dei pegni in modalità ancora da ricostruire.
Nona notte di proteste negli Usa.
In generale la più tranquilla di tutte e nove, soprattutto per effetto del rigido coprifuoco imposto in molte città e pesantemente sorvegliato.
Scontri solo a New York, dove sono rimasti feriti tre poliziotti e un dimostrante, in circostanze ancora da chiarire.
E’ salito a oltre diecimila il numero delle persone arrestate, o comunque fermate in questi nove giorni: il dato fornito dall’agenzia di stampa Associated Press.
Oltre al primo che si trovava in carcere da alcuni giorni, arrestati a Minneapolis anche gli altri tre agenti coinvolti nella morte di George Floyd: portati in cella anche loro, e l’accusa per tutti è diventata di omicidio volontario.
Decima notte di proteste negli Usa.
Due agenti della polizia di Buffalo, nello stato di New York, sono stati sospesi dal servizio, dopo essere stati ripresi in un video, diffuso tramite social, che li vedeva infierire su un anziano dimostrante, ora grave in ospedale.
A New York City altri 270 arresti durante le manifestazioni che hanno nuovamente sfidato il coprifuoco.
Undicesima notte di proteste negli Stati Uniti, la meno agitata di tutte, effetto soprattutto del coprifuoco imposto e rigidamente fatto rispettare.
Spunta intanto un altro caso, che risale al 3 marzo: l’arresto di Manuel Ellis, 33 anni, afroamericano, fermato e ucciso a Tacoma, nello Stato di Washington.
Intanto, manifestazioni di solidarietà in Australia, in Nuova Zelanda, in Giappone, in Corea del Sud e in Inghilterra.
Un sabato di cortei pacifici, dall’alba al tramonto, a Washington, dieci, in diverse zone, con decine di migliaia di partecipanti, senza incidenti.
All’insegna della non violenza anche centinaia di altre manifestazioni, in contemporanea, in moltissime città, New York in prima fila, per il dodicesimo giorno di proteste negli Usa.
Fra quelle all’estero, spiccano i raduni di Londra, e anche, questa domenica mattina, a Roma.
“Noi non possiamo respirare dal 1948”: migliaia di palestinesi e israeliani sono scesi in piazza Rabin, nel centro di Tel Aviv, per protestare contro il piano del governo israeliano di annettere integralmente e illegalmente le aree della Cisgiordania.