LA RIFLESSIONE / FESTA PER LA MORTE DI GAETANO GORGONI: IN ITALIA LA PIETA’ E’ IN VIA DI ESTINZIONE
di Francesco Buja______
Si dice che i cani festeggiano sul cadavere dei leoni, ma che gli uni restano cani e gli altri leoni. Chi ha festeggiato per la morte dell’ex deputato del Partito repubblicano italiano e sindaco di Cavallino (nella foto, piazza Castromediano), Gaetano Gorgoni, deceduto il 13 maggio all’età di 86 anni, ha evidentemente rimediato la figura del cane (ce ne scusiamo con la specie di quadrupedi in questione).
Una torta recante il messaggio «Finalmente liberi (uniti)» e l’immagine della residenza dei Gorgoni, prelibatezza tagliata in un locale aperto al pubblico, in barba al noto divieto di assembramento, e diffusa a mezzo dei social. Lo spumante.
Le foto sono state poi cancellate. In alcune comparirebbe un vigile urbano in servizio a Cavallino. Pare che nel paese della provincia di Lecce, il giorno della morte dell’ex sottosegretario di Stato sia ai Lavori pubblici che alla Difesa siano stati sparati dei fuochi d’artificio per l’atteso evento.
Poca meraviglia.
La pietà, anche quella per i morti, è in via di estinzione.
In Italia ci si permette di rievocare allegramente la morte brutale di chi non sta simpatico. E di inneggiare a quelle esecuzioni. Si pensi all’albero di Natale capovolto dedicato ad Alessandra Mussolini su Facebook da un illustre sconosciuto di Parabiago, esponente di Italia Viva, in chiaro riferimento alla vergogna di piazzale Loreto. Un vezzo, quello di augurare una fine a testa in giù a chi sta dall’altra parte della politica, che su Facebook non viene censurato. Ma in Italia si può augurare pubblicamente una malattia orribile al figlioletto di un calciatore che cambia squadra e scrivere sui social «Nelle foibe c’è ancora posto», messaggio lanciato alla vigilia del Giorno del ricordo delle vittime da esponente in sedicesimo della sinistra milanese.
E il comico del venerdì sera finge d’essere d’accordo con l’intitolazione di una strada al fondatore del fascismo. «E perché non una piazza? È la morte sua!» disse ignorando che, al di là delle simpatie e di corsi e ricorsi storici, ci sono dei discendenti della persona dileggiata, ai quali può far male un simile colpo di presunto genio comico.
I morti è meglio lasciarli in pace.
Se proprio li si vuol tirare in ballo, si faccia in modo però che ridano anche loro. Altrimenti si infoltisce il già lungo elenco delle esibizioni di pessimo gusto e cattiveria. Come hanno fatto quei signori della provincia di Lecce. Una lista che non desta più sorpresa. Purtroppo.______
LA RICERCA nei nostri articoli del 13 e del 14 maggio scorsi
L’ON. GORGONI E IL PRESIDENTE SCARDINO SE NE SONO ANDATI INSIEME