SOTTO IL SEGNO DEI GEMELLI. A FIRMARE L’AUTORIZZAZIONE UNICA AL GASDOTTO TAP, SCADUTA PROPRIO OGGI, FU IL MINISTRO FEDERICA GUIDI, CHE UN ANNO DOPO SI DIMISE DALL’INCARICO IN SEGUITO AD UNA CLAMOROSA INCHIESTA DELLA MAGISTRATURA
di Giuseppe Puppo______Questa mattina il Comitato No Tap ritorna sulla costruzione del gasdotto Tap con un comunicato che pone un problema fondato. Noi l’abbiamo pubblicato, come facciamo sempre con tutti, con l’unico discrimine della nostra valutazione sull’interesse giornalistico.
Qui, l’interesse collettivo c’è, senza dubbio. Si tratta di capire come possa un’azienda continuare i suoi lavori col permesso scaduto.
Staremo a vedere.
Siccome però facciamo i giornalisti, e non i passacarte, mi sia consentito qualche breve annotazione, appunto, giornalistica, al riguardo.
Intervistato da leccecronaca.it il 22 marzo scorso, Luigi Quaranta, Senior Media Advisor di Tap, dichiarò che i lavori andavano avanti, comunque, nonostante l’emergenza sanitaria, come in effetti è stato anche nelle settimane successive, visto che il governo, che, come è noto, in questo periodo ha bloccato tutto, più o meno a lungo, il cantiere Tap non l’ha mai bloccato.
Quindi che adesso Tap Italia possa invocare il Covid 19 come giustificazione ai propri ritardi appare del tutto fuori luogo, e stiamo a vedere come andrà a finire con i suoi lavori, ad autorizzazione unica ministeriale scaduta.
Poi, l’occasione mi ha fatto ricordare qualcosa, che provo qui di seguito a mettere insieme, proprio in tema di autorizzazione unica.
Prima però, quale servizio ai nostri lettori, dobbiamo ricordare che l’altro documento fondamentale autorizzativo – la Valutazione di Impatto Ambientale – è oggetto di una delle accuse mosse dalla Procura della Repubblica di Lecce ai vertici di Tap-Snam e ai loro fornitori: il processo, il cui inizio era previsto per l’8 maggio, questo sì, è stato bloccato dall’emergenza sanitaria, ma c’è già la nuova data di inizio, l’ 11 settembre.
Questo per dire che tutti i documenti autorizzativi dei vari governi a Tap Italia sviluppano, diciamo così, servendoci di un eufemismo, qualche perplessità, e torniamo alla Autorizzazione Unica.
Essa risale, come ricordato questa mattina, al 20 maggio 2015.
Ricordiamo tutti gli ambiti da cui essa scaturì, riguardo presunti bisogni di gas, cinque anni dopo letteralmente crollati; le assicurazioni tipo ‘è solo un tubicino’, infatti, abbiamo visto le devastazioni operate sul nostro territorio; e le promesse di riduzioni sulla bolletta elettrica per i consumatori, che non meritano nemmeno una confutazione.
Quello che forse abbiamo dimenticato è il ministro che firmò l’autorizzazione, segnando in pratica l’inizio dei lavori.
Vediamo di fare un ripassino urgente proiettato sull’attualità di questa mattina.
Federica Guidi, 51 anni, di Modena, imprenditrice, è stata Ministro dello sviluppo Economico nel governo Renzi dal 22 febbraio 2014 al 5 aprile 2016.
Da imprenditrice, da analista finanziaria, è stata nei consigli di amministrazione di importanti industrie italiane, fra cui la Fiat, poi amministratrice dell’azienda di famiglia, la Ducati Energia, infine è diventata presidente dei Giovani Imprenditori di Confindustria, e vicepresidente di Confindustria.
E’ entrata pure nella potentissima lobby internazionale della Trilateral Commission.
La sua nomina a ministro dello Sviluppo Economico fu subito, diamo così, sempre con un eufemismo, chiacchierata, dal momento che alcune imprese controllate dalla famiglia intrattenevano importanti relazioni commerciali con aziende di proprietà statale.
Poi dice solo del conflitto di interessi di Silvio, va beh.
La sua fine politica fu repentina, quando, come prima, o poi doveva succedere, i nodi vennero al pettine.
Il 31 marzo 2016 tra gli atti dell’indagine giudiziaria aperta dalla Procura della Repubblica di Potenza sullo smaltimento di rifiuti nell’impianto Eni di Viggiano, in Val d’Agri (sì proprio quello tornato di attualità pochi giorni fa con la nuova moria di pesci nel lago Pertusillo, di cui leccecronaca.it si è occupato il 10 maggio scorso con un’intervista alla geologa Albina Colella), che portò all’arresto di sei persone, spuntano intercettazioni telefoniche imbarazzanti.
Risalgono al dicembre 2014 e in una di queste il ministro Federica Guidi informa il compagno, Gianluca Gemelli (insieme, in una foto dell’epoca), imprenditore al quale era sentimentalmente legata dai tempi di Confindustria, indagato nella stessa inchiesta, che nella legge di stabilità pronta per essere votata da lì a poco in Parlamento, sarebbe stato inserito un emendamento particolare.
Riguardava gli interessi imprenditoriali del fidanzato, il quale avrebbe potuto ottenere sub appalti per oltre due milioni di euro, nell’ambito dei provvedimenti di legge previsti a favore di Eni, Shell e Total, e gli dice pure che il ministro Maria Elena Boschi, all’epoca braccio destro di Matteo Renzi, era d’accordo e aveva preso in mano la questione.
Federica Guidi non fu mai formalmente indagata, ma fu sentita dai magistrati.
Non c’è niente di penalmente rilevante a suo carico.
Per la precisione, la posizione del suo fidanzato fu successivamente archiviata dai magistrati; i due successivamente si sono lasciati.
Il ministro comunque si dimise dall’incarico dopo pochi giorni, per il grande impatto mediatico che tutto ciò ebbe.
Al di là degli aspetti giudiziari, che non siamo all’altezza – né del resto è compito nostro – di sindacare, rimangono però le perplessità etiche e politiche sul suo operato, ovvie, lampanti, e che si estendono anche all’autorizzazione a Tap da lei firmata.
Da questa estate, luglio 2019, Federica Guidi è diventata la presidente di ANIE Energia, l’associazione delle aziende di produzione, distribuzione e installazione di apparecchiature, componenti e sistemi per la Generazione, Trasmissione e Distribuzione di energia elettrica per il suo utilizzo efficiente nelle applicazioni industriali e civili.
Ebbe a dichiarare in seguito, dopo essere ritornata a occuparsi della Ducati Energia: “Mi sono ripresa la mia vita. Sono felice di aver riconquistato l’anonimato. Con la politica ho chiuso. È stata una cosa brutale, ma è andata”.
Quello che c’era da fare, lo aveva già fatto.______
LA RICERCA nel nostro articolo immediatamente precedente
‘PRONTO ROMA…ABBIAMO UN PROBLEMA…CI E’ SCADUTA L’ AUTORIZZAZIONE, E NON ABBIAMO FINITO I LAVORI’
Dico solo che la nostra carta costituzionale è stata trattata come carta straccia, e ciò la dice lunga su quel che oggi è l’Italia, Una monarchia di fatto.
Cito:
La Costituzione della Repubblica Italiana
PRINCIPI FONDAMENTALI
Art. 1.
L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.
La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della
Costituzione.
Art. 2.
La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo
sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l’adempimento
dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.
Art. 3.
Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza
distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche,
di condizioni personali e sociali.
Ecc. Ecc.
Mi sapreste dire di fatto a chi appartiene la sovranità??? Spero che chi di dovere chiarisca questo punto fondamentale per una reale democrazia. Ringrazio per lo spazio e cordialmente saluto in attesa di tempi migliori.
Maurizio Madaro.