LECCECRONACHE / IL GOSSIP DI PAESE PIU’ FORTE DEL VIRUS
di Raffaele Polo______
Abito in paese.
Ho scelto io questa realtà, stanco di condomìni, ricerche di parcheggio, mancanza di un pezzo di verde tra le pareti di casa, traffico e indifferenza degli abitanti verso la realtà che li circonda…
No, in paese puoi tranquillamente parcheggiare dove vuoi, puoi abbandonare l’auto e prenderla ‘quando devi andare a Lecce’, hai giardini, parchi e campagne a disposizione, finisci per conoscere tutti e vieni informato, praticamente subito, di tutti gli accadimenti, soprattutto di quelli infinitesimali, che però riempiono le giornate.
“Lu piccinnu te la Rosa tene la febbre”
“Lu ‘Nzino s’ha litecatu cullu sindacu”
“Lu Ronzu tene le corna”
Sono tutte notizie, flash che arrivano nei momenti più impensati, ma soprattutto vengono trasmessi bocca a bocca, ovvero di persona, molto raramente per telefono.
Così, in questa consolidata realtà, arriva improvvisamente la quarantena da Coronavirus, un colpo terribile che sconvolge tradizioni e costumanze.
Cominciamo dall’ambiente più frequentato: la chiesa. Il tempio per eccellenza è una sorta di redazione generale dove si elaborano e si propagano tutte le notizie, tutto il gossip che riguarda il paese e le zone viciniore. Non si può più andare ‘a messa’ e vengono subito meno le fonti principali delle novità quotidiane.
Zona off limits è anche la piazza, oggi deserta. E il mercato settimanale? Non c’è più, era lì che si facevano i più proficui incontri destinati all’aggiornamento.
Poi, lo studio del dottore, con la sua sempre affollata sala d’aspetto, vera e propria location di elaborazione e propagazione di gossip. E poi parrucchiere e barbieri, da sempre capisaldi di notizie e nuove informazioni.
Restano i supermercati e i negozi di generi elementari…Ma, anche qui, non è agevole soffermarsi a chiacchierare, con guanti, mascherine e lo sguardo severo delle cassiere che sollecitano ad affrettare gli acquisti.
E anche in farmacia, lo sguardo adirato delle dottoresse non permette piacevoli scambi di aggiornamenti.
( Una breve considerazione: nelle farmacie ci sono sempre dottoresse, dietro il bancone. E sono perennemente accigliate…).
Restano le file fuori dai vari esercizi: sì, sono queste l’unica scappatoia consentita per aggiornare pettegolezzi e critiche varie.
“Hai vistu la Cuncettina ce ssa minatu osce?”
“La ‘Ndata nu sta cucina pè maritusa”
“Lu Cenzi stae fore a campagna, ma nu tene lu permessu”
Eh, lo dicevo io: in paese è tutta un’altra cosa.
Anche in quarantena.
Category: Cronaca