NOSTALGIA DELLE MAGIE DEL ‘SI’ VIAGGIARE’. RIPENSANDO A UNO DEI VIAGGI PIU’ BELLI FATTI IN PASSATO, NELLA MITICA BERLINO, FRA PASSATO E PRESENTE. SPERANDO DI POTER RITORNARE PRESTO A FARNE TANTI ALTRI
di Daniele Lutrino______
Se vuoi vivere Berlino, anche solo per qualche giorno, non puoi chiedere, a chi ci è già stato, Com’è Berlino. Perché Berlino ha così tanti profili, così tante realtà, così tante storie, che può risultare bellissima o, paradossalmente, insignificante, a seconda delle aspettative di visita di ognuno di noi.
Nessuno si aspetti di ammirare Monumenti in stile Roma, o di passeggiare fra vicoli e viuzze in stile Napoli, o di ammirare i palazzi antichi baciati dal sole caldo del mezzogiorno, in stile Lecce. Siamo a Berlino, Città distrutta dalla Seconda Guerra, ricostruita con criteri diversi, a seconda i quartieri si trovassero nella parte Est, o nella parte Ovest, al di là del Muro. Berlino fu poi ricostruita dopo il 1989, una volta caduto il Muro, dacché la parte Est è stata definitivamente assimilata nella parte Ovest.
Berlino è la Città dei cantieri, della musica nei locali notturni, delle comunità turche e balcaniche che hanno cercato fortuna nel clima freddo della Germania. Berlino è la Città delle birrerie, delle pinte (perché se prendi mezza pinta sei uno sfigato) e dei wrustel di ogni colore. Berlino ti esalta o ti annoia, dipende dall’emozione che il visitatore si aspetta di vivere.
Berlino ci ha ospitato per due giorni e mezzo, durante il periodo natalizio (inizi di dicembre) tipico dei Paesi del Nord Europa, per cui ci siamo imbattuti nei Mercatini in ogni piazza, in ogni angolo, ci siamo fatti travolgere dalle luci e dagli odori culinari provenienti da ogni bancarella che si offre al visitatore. Ecco, per chi ama i Mercatini, Berlino potrebbe essere la Città più bella del mondo.
Per chi vuole invece scoprire qualche angolo di socialismo post bellico della Germani Est, Berlino offre tanto, ma in una semplice chiave museale. Di Est, a Berlino, non è rimasto tanto. Caduto il Muro, l’Ovest si affrettò a cancellare i segni dei rivali orientali, a partire dall’urbanistica, fino ad arrivare alla struttura dello Stato ed alla produzioni di beni e prodotti.
Nel nostro programma di visita non poteva mancare la tappa al Museo della DDR (acronimo della Germania Est), il quale contiene (esaltandoli, per certi aspetti) gli elementi caratteristici dello Stato tedesco orientale. Beni di consumo bruttini, da vedere, rispetto a quelli dell’Ovest, ma indistruttibili.
Nel Museo c’è una Trabant, auto simbolo della Germania Orientale; c’è la ricostruzione di una tipica casa dell’Est, con i mobili sostanzialmente identici per ogni abitazione ed un televisore – magari prodotto in Unione Sovietica – fisso sui canali di Stato; c’è una cella dedicata agli interrogatori della STASI, temuta Polizia segreta che schedava tutti coloro che si facevano trascinare, nel bene e nel male, dalle sirene provocatorie dall’Occidente; c’è il richiamo alla storica gara fra Germania Est e Germania Ovest, giocata proprio nella Germania Occidentale in occasione del Mondiali di calcio 1974…La cenerentola Est vinse 1 a 0 sull’Ovest nel corso dei minigironi di qualificazione, anche se poi l’Ovest si laureò Campione del Mondo, battendo l’Olanda in finale.
Nel museo ho comprato una cartolina magnetica che raffigura il bacio fra Breznev e Honecker, Presidenti dell’URSS e della DDR. L’ho regalata ad un amico che può comprenderne il simbolo ed il valore.
Fuori dal Museo c’era un signore Pakistano che vendeva bandiere. Ho comprato, ovviamente, la bandiera della Germania attuale e due bandiere della Germania Est, cimelio quest’ultimo che conservo gelosamente e che ho regalato con piacere ad un altro amico.
Berlino è una foto emozionante di fronte la Porta di Brandeburgo, confine fra Est e Ovest. Berlino è la visita al Bundestag, attuale Parlamento della Germania, dal quale un ignoto milite sovietico, sul finire della Guerra, fece sventolare la bandiera dell’Unione Sovietica dopo la capitolazione della Germania Nazista. Berlino è storia recente, è storia che appartiene a tutti noi.
Berlino è la visita al Checkpoint Charlie, confine fra Est, controllato dai Sovietici, ed Ovest controllato dagli Americani, sul quale i carri armati si fronteggiarono a lungo, scatenando la paura di una terza guerra mondiale. Berlino è la visita a ciò che resta del Muro.
Gli straordinari dipinti rendono vivo un blocco di cemento che ha cessato la sua funzione e che per anni ha rappresentato il tentativo di costruire un mondo socialista, contrapposto al libero capitalismo. Gli ultimi eventi odierni e le gravi crisi economiche e sociali stanno facendo tornare di moda gli antichi principi socialisti, rivisti in chiave socialdemocratica…
Berlino è la sera in birreria. Piccole, accoglienti, le birrerie tedesche favoriscono l’interazione, consentono di stringere amicizia con persone che provengono da tutto il mondo. La indiscussa capacità di Maria Luce di attirare la timidità teutonica e nord europea ha creato l’ambiente giusto con svedesi provenienti dal Circolo polare artico, con inglesi della Cornovaglia, con i tifosi dell’Herta Berlino (squadra storica dell’Ovest) e dell’Union Berlino (squadra storica dell’Est). L’Union Berlino è stata promossa per la prima volta nella Bundesliga Tedesca, ed ha potuto giocare il derby con i rivali dell’Herta.
Ecco, Berlino è anche la foto a due tifosi delle due fazioni, che, in birreria, hanno chiacchierato, più o meno in inglese, con la barista tedesca, tanto inflessibile con i clienti, quanto commossa, quando l’abbiamo salutata per l’ultima volta, e con due Meridionali che attendono oggi di ricominciare a viaggiare.
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