OGNI LIMITE HA LA SUA PAZIENZA
di Giuseppe Puppo______
Ora, si tratta in primis di uscirne vivi. In secundis, possibilmente, in condizioni decenti, non debilitati e non esauriti, ma de secundis potremmo pure transigere, ci sarà tempo per riprendersi, purché…
Per usare la metafora abusata, ma efficace più adoperata, in questi giorni storici che stiamo vivendo, siamo stati attaccati da un nemico sconosciuto, infido e pericolosissimo, e dobbiamo difenderci.
Quando si è in guerra, si combatte, ognuno facendo la sua parte: obbedendo agli ordini, solidarizzando con i camerati – o compagni, fate voi – informandosi e condividendo.
Senza fare polemiche, per quanto possibile, perché in questo momento controproducenti: le polemiche si faranno caso mai poi.
E’ un mese e passa che su leccecronaca.it mettiamo i proclami dei nostri generali, annunciati nei tempi più strampalati e attuati nei modi più singolari, e basta: cercando di morderci le labbra e ‘censurando’ di fatto valutazioni di destra – o di sinistra, fate voi – sia di ambito politico, sia, a maggior ragione, di ambito sanitario
Oggi però ci sia consentito un’eccezione, brevissima, di ordine sociale.
Sono settimane che i generali promettono aiuti concreti a chi di giorno in giorno sempre di più è in difficoltà economiche.
Più che promettono, annunciano come se fosse già cosa fatta.
Non è così. Ancora nessuno ha avuto un euro.
A cominciare da professionisti, autonomi, commercianti, partite Iva e quant’altro assimilabili
Oggi poi c’è stato il tragico pesce d’aprile dell’Inps, che abbiamo raccontato questa mattina in presa diretta. Quando scriviamo adesso, passate le 17.00, il sito è ancora in tilt, irraggiungibile.
Lo abbiamo verificato con un giro di telefonate ad alcuni commercialisti nostri amici, i quali ci hanno spiegato anche un’altra cosa: che tecnicamente l’ Inps e gli altri organi statali hanno gli Iban di tutti e che tecnicamente sarebbe stato più facile, anziché avventurarsi nelle solite pratiche burocratiche, fare direttamente gli accrediti a tutti gli aventi diritto.
“Non c’è fretta” – ha cercato di metterci una pezza il presidente dell’Inps, tornando ad assicurare.
“Non c’è fretta un cazzo, parli tu che hai preso lo stipendio” – è la sintesi dei commenti che ha ricevuto in risposta.
A seguire, i poveri cristi che hanno fame, gestiti per decisione governativa a livello locale.
Qui dobbiamo dire del comandante della piazza leccese – non sappiamo altrove – al momento dopo giorni ancora alle prese con bandi di gara, avvisi di elenchi e graduatorie, numeri telefonici misteriosi e storie di ordinaria burocrazia varie ed eventuali.
Ogni limite ha la sua pazienza.
Non c’è molto spazio ancora.
Ha voglia Sergio Mattarella di rispondere alle migliaia di richieste di aiuto che gli giungono – notizia di pochi minuti fa – con un proclama cumulativo: “Il Presidente della Repubblica, nell’impossibilità di rispondere personalmente a tutti coloro che a lui si rivolgono, li ringrazia molto ed esprime a ciascuno la sua personale vicinanza in questo periodo cosi travagliato della storia della nostra Repubblica, nella certezza che supereremo, assieme, questo difficile momento”.
Sì, certo, si tratta di uscirne vivi.
Ma con tutto il rispetto per la sua personale vicinanza, ci saremmo aspettati qualcosa di più, e qualcosa di diverso.
Per esempio, che andasse nelle segrete stanze dei burocrati di Bruxelles o di dove stanno loro e piantasse un casino di proporzioni bibliche reclamando la nostra sovranità monetaria.
A mali estremi, estremi rimedi.
Oppure, che facesse un giro di telefonate ai vertici delle nostre banche private, che negano i cinquanta euro di anticipo di cassa di qualche giorno a chi non ha soldi e non può fare la spesa (nella foto, una scena del genere a Bari, risolta da un passante occasionale di tasca sua), e che ai nostri banchieri dicesse un po’ di cose, magari con qualche colorita espressione in sardo come il suo illustre predecessore picconatore, oppure in siciliano, fate voi.______
LA RICERCA nelle nostre ULTIM’ORA di questa mattina