LECCECRONACHE / IL LIEVITO? FORSE ARRIVA DOMANI
di Raffaele Polo______
Vado a fare la spesa, con una nota piena di appunti. Vedi se c’è questo, sennò prendi quello… Abbiamo finito la farina, il lievito e le uova: stiamo a casa e facciamo pizze, focacce, è logico che questi ingredienti finiscano subito.
Va bene, vado con l’auto per farla muovere un po’ (bisogna pensare anche alle loro batterie…) e poi perché, intuibilmente, fare la spesa non sarà facile, se dovessi acquistare tutto quello che c’è nella lista, ci vorrebbe un furgone…
La prima tappa è l’Eurospin. Davanti all’ingresso, staziona una volante dei Vigili Urbani. Non riesco a capire perché si siano messi proprio là, sarebbe logico pensare che al Supermercato si vada a far la spesa, cosa possono controllare, gli acquisti fatti? Qualcosa mi sfugge, mi metto in fila ordinatamente con gli altri; ah, ecco, forse perciò ci sono i vigili, per regolare il traffico pedonale…. Ma no, c’è già il Vigilante, pesantemente bardato, che passeggia su e giù, sembra di essere ai primi giorni della leva obbligatoria, quello ripete, come farebbe un sergente, ‘Solo un membro per famiglia, solo un membro…’ e guarda sospettoso come farebbe alla trasmissione di Amadeus, ‘Soliti ignoti’, per scoprire eventuali rassomiglianze tra chi sta ad aspettare il suo segno perentorio che consente di entrare…
Si apre la porta, finalmente, entriamo in silenzio e cominciamo la difficile ricerca degli alimentari… Li troviamo tutti, eccetto la farina, il lievito e le uova. “Quando arriveranno?” chiediamo alla cassiera. Ma quella non risponde, si avvicina il Vigilante con fare tracotante, dice solo: “Chi ha finito, si accomodi fuori!” e allora usciamo, spingendo il carrello pieno zeppo di articoli ma senza l’essenziale.
Comincio a intuire che tutti, nella mia realtà, si sono dati a confezionare prodotti da forno, esaurendo in breve le scorte di farina, lievito e uova…
Facciamo fare un altro po’ di strada all’auto e ci fermiamo davanti al Dimeglio. Qui c’è meno gente, non c’è il vigilante, ma è la stentorea voce della cassiera che chiama i numeri, erogati dal distributore posto fuori dall’esercizio. Sono tutti in guanti e mascherina, eppure le donne chiacchierano amabilmente, ridono per le difficoltà che hanno a seguire i figli con i compiti e la scuola telematica.
Poi, una alla volta, entrano nel supermercato e si sentono dire la stessa cosa: no, il lievito non c’è, forse arriva domani…
Farina? Solo quella senza glutine e quella per la polenta….
Qui, però, hanno le uova, che acquistiamo assieme a un etto di speck in offerta, la ragazza dietro il bancone era sola soletta e ci è sembrato farle una scortesia a non acquistare nulla.
Fuori, riprendiamo l’auto e ci avviamo alla Conad. La spedizione è unicamente per la farina e il lievito, c’è molta gente fuori, tutti con mascherina e guanti, anche qui si sono organizzati con i bigliettini messi all’esterno. Hanno spostato il quadrante luminoso delle chiamate bene in vista, all’ingresso. E, per di più, la cassiera grida il numero.
Dopo una passabile attesa, entriamo e ci dirigiamo verso gli scaffali della farina: non immaginavo che ci fossero tanti tipi di farina. A me serve la 0 o anche la 00, sembra di essere alle donazioni del sangue, con i vari tipi del prezioso liquido…
Sono fortunato, scovo, seminascosti nella buia profondità dello scaffale, tre pacchi di farina ‘zero’. Di lievito, neanche a parlarne…
Felici per l’esito positivo della nostra spedizione, torniamo a casa e scarichiamo le derrate…
“E il lievito, te lo sei dimenticato? Come al solito, le cose più importanti te le dimentichi sempre…” dice mia moglie che mi vuole bene ma non se ne fa scappare una. “Sono nervosa, è il Coronavirus…” mi dice.
Sorrido in silenzio e vado a lavarmi le mani.
“Lavati le mani” non manca di gridare la consorte.
“Questa frase l’ho già sentita” mormoro tra me e me, mentre conto fino a 20, ad alta voce, per seguire le istruzioni sanitarie…______
LA RICERCA nel nostro articolo di ieri
Caro Raffaele Polo e tutti voi di leccecronaca.it, qui a Torino la situazione è identica. Mancano farina, zucchero, lievito di birra (quello per il pane). “Proprio come in tempo di guerra!” dicono i nostri nonni.
Ci aggiriamo tra gli scaffali semi vuoti e carenti proprio dei su citati alimenti di prima necessità. “Arriveranno domani” rispondono su richiesta: commessa, scaffalista e capo-reparto.
Quale domani? È così da giorni.
Facciamo la torta di patate allora. Cerchiamo di sorridere e trovare il motivo per andare avanti con ottimismo. Impastiamo e, tra gli ingredienti delle nostre ricette, aggiungiamo “Buon Umore” q.b. (quanto basta).
Proviamoci, almeno, per dare speranza ai nostri vecchi, grande patrimonio che va scomparendo. Viva il lievito!