SAPER RICONOSCERE, RACCOGLIERE E ADOPERARE IN CUCINA LE ERBE SPONTANEE COMMESTIBILI DEL NOSTRO SALENTO. LEZIONE TEORICA E LABORATORIO PRATICO A CASTIGLIONE D’OTRANTO DOMENICA 23
(Rdl)______La raccolta delle erbe eduli spontanee rappresenta un patrimonio da valorizzare, attraverso la conoscenza e la pratica. Come pure da salvare, al di là degli aspetti culinari, dal momento che la tutela stessa del territorio passa da questa pratica antica, messa a rischio dall’ agricoltura industriale dei giorni nostri.
Ecco lo scopo di “Andar per erbe”, la giornata organizzata a Castiglione d’Otranto domenica 23 febbraio dalle 8.30 alle 13. Si tratta di un percorso di approfondimento, con approccio diretto e partecipato, con due esperti, Francesco Minonne e Roberto Gennaio, che guideranno i partecipanti a scoprire come identificare, raccogliere e valorizzare la biodiversità vegetale spontanea, per trarne beneficio e contribuire attivamente alla tutela del proprio territorio.
Ci sarà inoltre il laboratorio “Orti, panificazione e cucina etnobotanica” organizzato da Casa delle Agriculture Tullia e Gino nell’ambito del progetto “Il Vivaio dell’Inclusione”.
Come spiegano gli organizzatori, “attraverso attività agricole di recupero di cultivar locali e laboratori di panificazione e cucina etnobotanica, si punta al contrasto delle solitudini involontarie, specie nella popolazione anziana; al trasferire alle fasce deboli (in particolare migranti e disabili) competenze spendibili in campo lavorativo; alla promozione della salvaguardia delle aree ambientali e rurali”.
Il progetto è dedicato alla memoria del sociologo e giornalista Luigi Russo recentemente scomparso.
Lezione e laboratorio sono rivolti innanzitutto a migranti, portatori di altre abilità e anziani ambosessi già selezionati.
Sono aperti, però, anche a ulteriori partecipanti, con posti limitati. Occorre prenotarsi telefonando al numero 335/6487504).
Si inizia alle 8.30 presso la ex scuola elementare di via Don Sturzo, a Castiglione, con la lezione del biologo Francesco Minonne, responsabile scientifico del Parco Otranto-Leuca, su “etnobotanica salentina” e “metodi di riconoscimento delle piante eduli selvatiche”.
Alle 10.30, ci si sposterà in località “Vigna Latrana”, alla periferia del paese, per il riconoscimento in campo delle erbe spontanee commestibili sotto la guida di Roberto Gennaio, tecnico per la tutela del territorio e dell’ambiente e studioso della flora e della fauna salentine.
“L’attività – ha spiegato Gennaio – consisterà nel riconoscimento di quelle piante eduli della tradizione popolare contadina, per secoli alimento principale che ha nutrito intere generazioni. Erbe sacre tenute in grande considerazione raccolte e messe insieme con gran perizia e conoscenza. Dobbiamo riappropriarci di quella conoscenza e capire che la tutela di quelle piante alimurgiche è d’obbligo. Per salvarle, però, dobbiamo salvare l’intera biodiversità di cui fanno parte: in natura non esistono piante buone e piante cattive”.
“Ci sono patrimoni di conoscenze – afferma Francesco Minonne – che non possono essere recuperati solo con i libri, i documenti, le riviste; serve, in molti, casi un approccio diretto da persona a persona, mantenendo una tradizione che ha ancora ragione di esistere.
È il caso delle erbe spontanee eduli, un vero e proprio giacimento di biodiversità oggi esplorabile con l’aiuto di conoscitori, raccoglitrici ed esperti botanici; anche in questo campo il “fai da te” può riservare brutte sorprese. Alcuni gruppi di erbe ritrovano oggi grande interesse, nella riscoperta di sapori autentici ed anche nella ricerca di luoghi puliti, non contaminati, dove raccogliere con criterio e conoscenza.
Un esempio per tutti: le misticanze. Foje reste a minestra, detta anche “foja ‘misca”, è forse tra le più antiche pietanze popolari.
Nella tradizione salentina, più di dieci diverse specie vegetali spontanee trovano un incontro armonioso ed esaltante nella loro mescolanza. Un intreccio di sapori che non ha paragoni nelle comuni ricette di verdure, perché costruito sull’equilibrio delle componenti, tutte selvatiche e, spesso, progenitrici di alcune importanti specie coltivate.
Ogni territorio ha la sua misticanza; il territorio dei comuni del Parco regionale Otranto-S.M.di Leuca, in particolare, offre habitat ideali per la raccolta, coltivi in rotazione ed incolti per stare lontani dalle strade di percorrenza e da fonti di degrado”.