IL GIGANTE D’ACCIAIO E’ IL MOSTRO. AL FESTIVAL DI SANREMO LA DENUNCIA DI PASSIONE CIVILE E DI ESPRESSIVITA’ ARTISTICA DI GABRIELLA MARTINELLI E LULA
di Giuseppe Puppo______Il risultato – quello delle classifiche – è stato negativo: eliminazione, niente finale, nella sezione del festival dedicata alle ‘nuove proposte’, parallela a quella dei così detti big. Però, chi se ne frega. Oramai tutti sanno che le classifiche, i risultati della ‘gara’ che gara non è più e da tempo, a Sanremo sono come dire? strampalate va bene? o è meglio dire: manovrate e asservite a logiche di consenso personale, politico e affaristico?
Ieri sera è stato un successo, lo stesso, anzi, di più, per la cantautrice di origini tarantine Gabriella Martinelli, (a sinistra nella foto), 34 anni, che vive a Roma, come pure la sua compagna d’avventura sanremese Lula, 25 anni, compositrice e strumentista, con il brano “Il gigante d’acciaio”.
Perché?
Perché grazie a loro la musica italiana è uscita – almeno, con questo esito superbo – dalla mediocrità dei prodotti preconfezionati e precotti dei talent, dalla noia dei modelli usa e getta delle mode conformiste, dalla stanca riproposizione di motivi e personaggi spacciati per novità e scandalo.
Un genere rap, per esempio, che era nato per sperimentazione artistica e protesta sociale, ed è finito a riempire gli studi Mediaset di Maria De Filippi e le stanze dei minorenni piccolo borghesi.
O, per farne solo un altro, la trasgressione che fu di David Bowie, finita squallidamente scimmiottata fra le griffe di Achille Lauro, e ‘o comandante’ – fra parentesi – chissà quanto si starà rigirando nella tomba.
Grazie a Gabriella Martinelli e Lula la musica italiana ha riscoperto e finalmente la passione, l’impegno civile, la denuncia, il personale e il politico, e il personale è politico.
Senza strumentalizzazioni, senza appartenenze partitiche, senza interessi commerciali, anzi con l’ espressione del disagio, e dell’agio di porsi contro.
Lo ha fatto con una sostenibile leggerezza dell’essere che sottende un testo significativo e una base musicale gradevole.
Il gigante d’acciaio è il Mostro, che continua ad avvelenare e ad uccidere a Taranto e dintorni, nonostante promesse tradite, impegni disattesi, impossibili aggiustamenti.
https://www.youtube.com/watch?v=Z-q4O5P5-tM
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LA RICERCA nel nostro articolo di ieri
LA VITA E LA MORTE A TARANTO DAVANTI AL MOSTRO: “È come se tutto fosse buio, non c’è più futuro”
Category: Cultura