NON C’E’ PARAGONE…
(g.p.)______Anno nuovo, vita nuova, e ieri sera il M5S certifica di aver espulso il senatore Paragone, buttandolo via come si fa con le cose vecchie e inutili la notte dell’ultimo dell’anno.
Come fatto con tanti altri in precedenza, su posizioni di dissenso; soprattutto come tanti altri se ne stanno andando per fatti loro, da un partito – e sottolineo partito – in caduta libera elettorale, senza più identità, dopo i tradimenti manifestati a ripetizione su tutte le tematiche identitarie, e come sempre senza dibattito interno e senza trasparenza decisionale.
Non c’è paragone con quanto sta avvenendo nel M5S in tutta la storia politica della Repubblica italiana.
Gianluigi Paragone, 48 anni, tutta una carriera giornalistica sotto l’egida della Lega Nord, ma poi scomunicato in diretta televisiva da Umberto Bossi, in seguito disilluso dalle scelte molto neoliberiste e poco antisistema della nuova formazione di Salvini, era stato folgorato sulla via di Rimini il 4 gennaio 2018, giusto in tempo per farsi cooptare chissà da chi fra i candidati alle ultime elezioni politiche, dopo le epurazioni e le imposizioni che avvennero a migliaia in quei giorni in tutta Italia, con una regia rimasta occulta.
Credeva di aver trovare nel Movimento 5 Stelle le impostazioni a lui più care.
Credeva.
Eletto senatore, sopravvive sempre più in difficoltà, mese dopo mese: prima abbozza, oppure tace e si adegua, poi sempre più apertamente manifesta il proprio dissenso, nei confronti del governo con il Pd.
Lo strappo definitivo il mese scorso, quando vota contro vota contro la Legge di Bilancio 2020 del Conte bis, definendola “conforme alla logica della gabbia di bilancio imposta da Bruxelles”.
Ieri, l’epilogo, con l’espulsione.
Lui ha fatto spallucce, consegnando a caldo all’attualità politica nottetempo un commento folgorante: “Mi hanno espulso dal nulla. Prima c’era il 33%. Ora…” e rincarando la dose questa mattina: “Cari falsi probiviri, cari uomini del Nulla, voi avete paura di me perché io ho quel coraggio che voi non avete più”.