COME PUO’ UNO SCOGLIO ARGINARE IL MARE? MA LE SARDINE – PER LA PRIMA VOLTA IN PIAZZA A LECCE – SI INFRANGONO CONTRO UNA BARRIERA DI RETORICA

| 15 Dicembre 2019 | 0 Comments

(g.p.)______Lecce impazzisce di folla in questa bella serata domenicale prenatalizia, cammino a piedi lungo la colonna delle auto che parte  dalla superstrada di Brindisi e si snoda fino in centro senza soluzione di continuità.

Piazza Sant’Oronzo è tanto gremita, che si fatica a muoversi fra la gente che si assiepa sotto l’albero, le luminarie e le bancarelle.

Sono là per tutt’altre ragioni, e certo non politiche.

Alle 18.00, cioè all’ora convenuta, io però cerco le sardine, e non le trovo. Poi vedo uno, due cartelli, alzati in aria, in modo tale da essere visibili agli altri indietro, con appresso una dozzina di persone, e allora le seguo, come fanno i turisti con la guida.

Eccoci, eccomi.

La location della manifestazione è davanti all’anfiteatro. Più o meno ci saranno mille e cinquecento, al massimo duemila persone, ma contate con generosità, provenienti da tutto il Salento, non solo da Lecce città, non certo le seimila che si aspettavano, e si aspettano ancora, dal momento che, a precisa domanda,  confermano questa cifra, gli organizzatori. Via Ernesto Alvino comunque è piena, le sardine nuotano in branco da dopo il caffè Alvino, sopra alla Chiesa di Santa Maria della Grazia e fino alla fine dello slargo.

Musica coinvolgente, ballano giovani e meno giovani, qua e là qualche bambino, maggiori consensi per “Cerco un centro di gravità permanente” in versione originale di Franco Battiato e l’immancabile “Bella ciao” modernizzata.

Nessuna bandiera di partito, solo cartelli con il pesce disegnato, due striscioni e qualche contenuto: “Il Salento non si lega”; “Supersano si slega”; “Più iodio e meno odio”; “Suca”, imperativo dispregiativo maschilista non è difficile immaginare rivolto a chi, anche se, per un movimento che si dice di contrasto all’omofobia, alle discriminazioni a sfondo sessista, agli insulti, è un passo falso.

Ce l’hanno con Matteo Salvini, in un’ora scarsa di musica e di brevi interventi letti al microfono dai vari organizzatori, i primi Francesco Liaci, 24 anni, Irene Santoro, 22 anni, Alessandra Roselli, 23 anni, tutti studenti, questa è l’unica cosa chiara: “Siamo il primo movimento popolare contro il populismo della destra”.

E ancora: “L’odio è diffuso dalla Lega”.

 

Proposte politiche? Ne ho sentita una sola: “Vogliamo l’eliminazione totale dei decreti sicurezza di Matteo Salvini”.

Solo qualche spunto interessante, come l’accenno all’Ilva: “Ci ammazzano e ci costringono ad un costante ricatto fra lavoro e salute”.

Polemiche retoriche contro la vecchia politica, cioè il vecchio modo di fare politica, già sentite e risentite da anni, dai tempi d’oro di Silvio Berlusconi, a quelli già svaniti di Beppe Grillo: “Non abbiamo chi ci rappresenta”.

Confusione: “L’emigrazione non è un problema”.

Generalizzazione: “La politica non ha dato risposte”.

Ovvietà: “Siamo tutti antifascisti”.

Retorica: “Il Salento è solidale”.

 

Citazioni?

Anche qui nuotiamo del deja-vu del trito e ritrito: si va da “La libertà è partecipazione”, di Giorgio Gaber, al “Non chiederti cosa il tuo Paese può fare per te, chiediti cosa puoi fare tu per il tuo Paese” di John Fitzgerald Kennedy.

E una almeno appropriata rivisitazione di Battisti-Mogol: “Come può uno scoglio arginare il mare di sardine?”.

All’emblematico interrogativo, riguadagno la posizione fuori ressa verso l’Alvino. Ma ad un tratto rimango impigliato con la cerniera del mio giubbotto, in quello di una bella ragazza che cercavo di superare. Per qualche secondo rimaniamo legati l’uno all’altra. Non è che la cosa mi dispiaccia, chiaro, ma sono imbarazzato più di lei.

“Siamo rimasti legati…”– mi fa.

“E mo ci sleghiamo! Siamo qui per questo, no?” – le rispondo.

Sorridono tutti quelli vicini che assistono al dialogo surreale.

E ce ne andiamo a casa, ognuno per strade diverse.______

L’APPROFONDIMENTO  nei nostri articoli del 10 e del 12 dicembre

LE SARDINE MOBILITATE DALLA CGIL

 

LA POLEMICA / “Sono un uomo antico, che ha letto i classici”…ECCO PERCHE’ PIER PAOLO PASOLINI OGGI SAREBBE STATO DALLA PARTE DI MATTEO SALVINI, NON CON VOI. LETTERA APERTA ALLE SARDINE, CHE PER LA PRIMA VOLTA DOMENICA PROSSIMA NUOTERANNO ANCHE A LECCE

 

 

 

 

 

Category: Cronaca, Politica

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