VAE VICTIS…
(g.p.)______Il fascismo degli antifascisti, scrivevo ieri, dimostrandolo in generale, nella mia analisi delle ‘sardine’. Oggi prendo un solo esempio pratico, di questa vera e propria caccia alle streghe alla rovescia scatenata su quasi tutti i mess media, da mesi, senza nessun costrutto, se non per fanatismo politico, e per interesse partitico del Pd.
La vittima di oggi è il calciatore dell’Inter Cristiano Biraghi, il quale ieri sera ha avuto la sfortuna di essere inquadrato dalle telecamere a San Siro durante la partita contro il Barcellona mentre si aggiustava un parastinchi.
Non è sfuggito ai tantissimi santoni di questo nuovo Tribunale dell’Inquisizione montato nelle sedi di tantissimi mass media il simbolo e la scritta che esso aveva impresso sopra sul davanti.
Sono diventati, rispettivamente, un fascio littorio e un motto fascista.
Così da questa mattina il povero Cristiano Biraghi, giovane di 27 anni, di professione calciatore, è stato accusato un po’ dappertutto sui social di essere un pericoloso fascista, con tutta una serie di accuse all’insegna dell’odio, ed epiteti collegati, il più gentile dei quali era “indegno” di vestire una maglia di calcio, specie quella della Nazionale.
E’ dovuto intervenire egli stesso a dare spiegazioni, ed è dovuta intervenire la sua società, l’Internazionale, con un comunicato ufficiale, a “difenderlo”.
Già, perché il presunto fascio littorio era in realtà un elmo indossato dai soldati dell’antica Sparta, ripreso da un famoso film di successo, e la frase incriminata, “Vae victis”, “Guai ai vinti”, con il fascismo storico non c’entra niente, essendo stata pronunciata dal capo dei Galli Brenno al suo ‘sacco’ di Roma nel 390 a.C. secondo quanto attesta lo storico Tito Livio, diventata per questo famosa nei secoli, e ora rilanciata – ecco perché la conosceva e l’ha ripresa il calciatore, estraneo agli studi classici – da un videogioco di successo.