ALLA SCOPERTA DEI KOALA, LA BAND SALENTINA CHE, SEGUENDO LE ORME DEI POOH, STA ARRIVANDO ALLA PROPRIA CONSACRAZIONE ARTISTICA
di Francesco Buja______
Quattro monelli dalla faccia pulita. Come reduci da una bravata, celata male dietro al sorriso compiaciuto. Sono Angelo, Andrea, Cosimo e Mariano: i musicisti dei “Koala” (nella foto), gruppo salentino nato ventitrè anni fa come tribute band dei “Pooh”, ma anche instancabilmente gravido di novità. Un complesso, poi mutato nella formazione, mostratosi subito ambizioso: nel 1998 ha partecipato a Sanremo Giovani, poi il primo cd inedito, “Buon viaggio”.
E ora i monelli potranno soddisfare la sete di successo sul palco di “Musica in fiera”, a Chieti, rassegna da cui transiteranno, fra gli altri, Tony Esposito, che racconterà Pino Daniele, il duo Bissanti-La Manna (pianoforte e marimba), Cesareo, chitarrista di “Elio e le storie tese”, Luca Martelli, batterista dei “Litfiba”, e Francesco Cherubini, batterista dei “Dirotta su Cuba”.
I “Koala” saranno sotto i riflettori della rassegna abruzzese sabato 23: presenteranno il singolo “C’è bisogno d’amore”. E proporranno due brani dei “Pooh”.
Quattro monelli della musica: Andrea Neglia alle tastiere, Angelo Aprile alla batteria, Cosimo Perrone al basso e Davide Mariano alla chitarra. Tutti cantanti. Irriverenti verso i suoni, li stravolgono, violentano le atmosfere mescolandole, il loro marchio è un mix di musica classica e pop rock all’italiana. Lo si ascolterà nel disco che stanno preparando, intitolato “Ventitrè”.
“Quello di cui non possiamo fare a meno è il suono del pianoforte classico mixato con quello elettrico, stile Dx7 della Yamaha degli anni Ottanta”– spiega Andrea – “Amiamo molto i suoni di quel decennio” – gli fa eco Angelo. E infatti per rincorrere quegli anni i “Koala” hanno adottato qualche diavoleria. “La mia batteria è acustica – si confida Angelo – che usavo quando suonavo heavy metal, ma l’abbiamo resa elettronica, ogni colpo che riceve viene trasformato da un campionatore. I suoni della batteria degli anni Ottanta sono i tom profondi, suoni enfatizzati. Non si ascolterà mai una batteria acustica così perfetta. I suoni che emettiamo sono creati da noi”.
Discoli artisti, lo conferma la loro impronta musicale. Che Andrea espone: “Creiamo un mix tra tastiere, basso, batteria e chitarra per creare un suono unico. In questo disco si ascolteranno delle sonorità elettroniche e sinfoniche. Una suite sarà divisa in due momenti, uno cantato e l’altro esclusivamente strumentale. Racchiude la nostra filosofia di arrangiamento: si ascolteranno suoni rock delle chitarre, ma su tappeti sintetizzati di tastiere: un misto di acustico e di elettronico. Proponiamo un mix di rock sinfonico, con archi e con una sezione di fiati”.
Nel 2005 i “Koala”, band definita «tecnologica e spettacolare» dalla stampa, hanno fatto parte del coro nel brano dei “Pooh” intitolato “La grande festa”. Insigniti del titolo di “Official tribute band”, nel singolo “Dimmi di sì” i quattro “monelli” hanno reinterpretato tre brani dei più famosi colleghi, oltre all’inedito “Viaggi sorprendenti”. Disco, questo, che ha varcato i confini italiani. Nel 2011 i “Koala” sono giunti alle semifinali di “X Factor”; nel 2017 la stampa nazionale li ha definiti “Eredi dei Pooh”. Nel 2019 la svolta : il contratto discografico con la Stardust Records e Jinsai Edizioni Musicali.
I “Pooh” nel dna. “Involontariamente ci avviciniamo a loro anche con le parole” – sottolinea Angelo – “Scrivere come loro” – chiarisce Andrea – “significa creare canzoni per tutti, di facile comprensione, seguire delle regole di base della musica pop italiana riguardanti la struttura del pezzo, che classicamente altera strofa e ritornello, ma che poi viene arricchita con dei ‘bridge’, dei ‘ponti’ che portano in una seconda parte del brano“.
Stile dei “Pooh”, ma senza scopiazzature. “Noi scriviamo di getto – spiega ancora il pianista – poi ci fermiamo in studio e togliamo le asperità del brano, cercando di creare quel che piace al pubblico ma anche a noi. Il pubblico vuole la musica italiana, quella che faccia pensare e sognare e viaggiare. Noi italiani dobbiamo ascoltare il testo.
Non siamo come gli inglesi e gli americani, per cui non è importante il testo, ma lo slang, cioè che le parole suonino bene. Quindi l’arrangiamento lo costruiamo in funzione del testo. Fissate le idee, le lasciamo decantare e poi ci lavoriamo in maniera professionale, magari adottando dei suoni che risultano più accattivanti, più moderni. Noi cominciamo sempre da un’idea al pianoforte e poi partiamo da una bozza ritmica”.
Un brano del disco “Ventitrè” è nato per scherzo. “Ero preso da una ragazza – racconta Angelo Aprile -, il che non mi succedeva da un po’ di anni. Una sera è scoppiato un litigio tra me e lei. E a cena gli altri componenti del gruppo mi vedevano zitto, assente, ma Andrea si è accorto che qualcosa non convinceva. Ho scherzato dicendo che magari da quello che avevo passato sarebbe nata una canzone, e infatti è stata scritta. Una ballade molto bella, intitolata “Un amore impossibile”, il brano meno cantato del disco, non ha un ritornello, segue musicalmente l’emotività della storia”.
E “Giocolieri del tempo”, altro pezzo del nuovo album, è la firma inequivocabile di questo manipolo di monelli. “Siamo noi quelli della canzone – spiega Andrea Neglia-. Il giocoliere deve usare abilità speciali per fare il suo mestiere. Immaginate se questo giocoliere fosse una persona che nella vita cerca di tirare avanti, testimonia l’arte del vivere. È colui che ha resistito nel provare a realizzarsi, a differenza di tanta gente che non ce l’ha fatta non perché incapace, ma solo perché si è ritirata un attimo prima di quel momento che sarebbe stato quello buono. Anche se la vita ti induce a cambiare strada, noi siamo stati giocolieri fino alla fine”.
Irriverenti anche verso il destino.
Conosco i koala e principalmente Angelo aprile x la quale è nata un amicizia già da circa 3 anni ,di loro posso solo dire che sono bravissimi ,30 anni fa avrebbero sfondato, ora purtroppo grazie al karaoke, grazie ad amici, grazie a the voice, grazie a tutte gli spettacoli simili,e piuttosto difficile sfondare, perché la concorrenza e troppa, 30 anni fa bastava presentarti in qualche trasmissione, subito sfondavi, e se facevi un vinile ti arrcchivi,perché chi voleva sentirti, lo doveva x forza comprare,oggi invece si masterizzato e si scaricano dal web, la crisi e x tutti