LUCCA 2019: TRA COMIC AND GAMES, ASCOLTANDO BARBARA BALDI
di Valerio Melcore________Anche noi di Leccecronaca.it siamo stati due giorni a Lucca insieme ad altri 270.000 visitatori per il 53° anno del festival, culla della cultura pop, manifestazione in costante crescita che nei 5 giorni di kermesse ha portato a Lucca appassionati di fumetti, giochi da tavolo, videogiochi, narrativa e arte fantasy, animazione, cinema e serie tv.
Un’edizione che, scrivono gli organizzatori: “superando il trionfo del 2018, conferma il grande successo di Lucca Comics & Games a livello nazionale e internazionale: oltre 1.600 attività fra incontri, tornei, workshop e live performance; più di 4.000 sessioni di autografi; 1.500 postazioni di gioco con decine di migliaia di sessioni giocate; 16concerti e spettacoli musicali; 2 opere teatrali prodotte dal festival; oltre 1.000 relatori tra cui 180 stranieri”.
Diverse le mostre monografiche, dedicate ad autori di fumetti di livello internazionale. Nel Palazzo Ducale della città, troviamo il giapponese Suehiro Maruo , l’autore de La mia cosa preferita sono i mostri, Emil Ferris , Alessandro Bilotta l’autore di numerose serie cult, Armand Baltazar art director della DreamWorks, Disney e Pixar, e Barbara Baldi autrice del poster di questa edizione del Lucca Comics.
Personali e collettive, hanno avuto luogo a partire dal 30 ottobre e fino alla fine della manifestazione ‒ nelle sale del Palazzo delle Esposizioni della Fondazione Banca del Monte di Lucca. Tra tutte spiccava la mostra Le origini del Manga ‒ Da Hokusai ai Manga moderni: un progetto curato da Paolo Linetti che analizza il legame tra la secolare tradizione dell’illustrazione giapponese del XVII secolo e il fumetto nipponico contemporaneo. Circa duecento le opere in mostra, tra le quali anche l’iconica Grande Onda di Hokusai.
Oltre ad aver visitato i diversi padiglioni e passeggiare sulle mura della città, dove abbiamo fatto incontro esilaranti grazie ai personaggi perfettamente impersonificati, da ragazzi e ragazze, adulti e bambini, abbiamo assistito ad incontri e presentazioni, durante i quali non abbiamo fatto mancare il nostro contributo.
Particolarmente simpatico quello della sopra citata Barbara Baldi, il cui lavoro è stato scelto, non senza polemiche, per sponsorizzare questa edizione di Comic and Games.
La presentazione di questa dolce e malinconica artista e iniziata da parte di una grassottella signora, elegantemente agghindata, di cui non siamo riusciti a conoscere il nome, ci hanno solo detto che faceva parte dell’organizzazione della manifestazione; la quale ha dichiarato che la manifestazione quest’anno era stata dedicata all’inclusione, come si poteva vedere dalla presenza di diversi autori stranieri, e che la stessa immagine della Baldi, rappresentava l’incontro tra due persone di cui non era possibile capire se erano donne o uomini, oppure altro. Che non era importante che avessero il coso o la cosa, che non è importante essere uomini o donne, ma solo persone…
Dopo questa breve e assurda presentazione ha parlato l’artista che con grande sincerità ha raccontato i suoi personaggi, che gli somigliano molto, ha parlato della sua solitudine di come, ami i giorni di pioggia, e odiasse i colori caldi a cominciare dal rosso. Una donna che come i suoi personaggi viveva nella campagna milanese circondata da boschi e dove la nebbia la fa da padrona. Ha spiegato che lei non è un fumettista e che non sa disegnare, ma usa i colori, quasi sempre freddi, predilige il blu, il grigio, il bianco, dai quali trae l’ispirazione per trovare delle forme, a cui dare, ma non sempre, un significato. Insomma è la pennellata , la macchia, che gli suggeriscono un’immagine, una storia da poi dare alle stampe. Ha parlato di come la sua Arte sia stata influenzata da invecchio libro sui macchiaioli che aveva in casa. Lei ha spiegato che i suoi libri-fumetti, sono dei quadri, o meglio degli acquerelli accostati gli uni agli altri, dove le parole sono persino superflue. Insomma delle immagini evocative, che ad ognuno di noi suggeriscono delle emozioni, dove ognuno potrebbe leggervi la storia che più preferisce. Ha spiegato che lavora come un compositore di musica, mette delle note insieme senza sapere cosa produrrà la fine. Ha detto esplicitamente che i suoi lavori non hanno un canovaccio, non hanno una storyboard, e che ciò fa impazzire il suo editore. Mentre parlava realizzava un acquerello, con il solo colore grigio, attento mischiando più colori, con il quale ha colorato il cielo nuvoloso e la terra avvolta dalla nebbia, lasciando la parte centrale bianca, mentre con il suo uniposca bianco disegnava la pioggia tratteggiando delle linee oblique.
Una persona, un’artista, di un candore unico che fa tenerezza.
Alla fine la presentatrice ha chiesto al numeroso pubblico presente, se qualcuno volesse intervenire, e visto che nessuno prendeva la parola, la “signora” ha accennato ad una mancanza di coraggio da parte dei presenti, per cui mi sono alzato, e ho detto: ” A differenza di quanto sostenuto nell’introduzione riguardo all’inclusione, quella raccontata dall’Autrice è una bella storia di esclusione, esclusione dalla comunità degli uomini, dalla città, un isolamento cercato e goduto, sopratutto in quelle giornate invernali quando la pioggia che ci isola dal resto del mondo, che si esplicita nelle atmosfere disegnate.
Un carattere malinconico che la Baldi con grande coraggio ci ha mostrato, una donna ferita dal comportamento del padre, che probabilmente l’ha portata a diffidare dal genere maschile, un padre dispotico a cui reagisce secondo un comportamento tipicamente femminile, ossia evitando lo scontro, ma attraverso piccoli sotterfugi realizzare poi suoi sogni senza rinunciare alle sue idee.
L’onestà della donna, così come quella dell’artista che con grande onestà intellettuale ha dichiarato di non saper disegnare, din on essere una fumettista, ce la rende ancora più apprezzabile, che nulla toglie alla bellezza dei suoi lavori, anzi”.
Avrei voluto spiegare alla presentatrice elegantemente agghindata, portatrice del pensiero unico dominate, del politicamente corretto, che nonostante lei si sforzasse, di sostenere che i generi maschili e femminili non erano importanti ed erano intercambiabili, che non solo quella dell’autrice era la storia, una delle tante storie tipicamente femminili, ma che tutta la città brulicava di persone vestite da Cavalieri e da Fate, da Guerrieri e seducenti Fanciulle, che i personaggi dei fumetti rimandano continuamente a storie i cui protagonisti sono fortemente caratterizzati nel loro essere uomini e donne.
Avrei voluto spiegare alla grassottella signora, che se nella locandina della Baldi non era possibile definire il sesso del personaggio che abbracciava la ragazza, semplicemente perché era una macchina.
Ecco quando avremo un mondo fatto di macchine i sessi saranno intercambiabili, anzi non saranno più necessari.
Avrei voluto dire tante cose, ma alla fine ho preferito godermi la bellissima manifestazione, dove il popolo era presente a suo modo, fortemente caratterizzato, al di là di come certi intellettuali e sopratutto certo politicanti li vorrebbero…senza il coso o la cosa…buah!