ASPETTANDO NANDO / MARIA ANTONIETTA VACCA SI RACCONTA A RUOTA LIBERA
ALLA SUA leccecronaca.it : “A furia di fare tentativi e di imboccare strade sconosciute, prima o poi si impara il percorso giusto”
di Emanuela Boccassini______
Un’altra personalità intrigante ed effervescente, interprete della piece teatrale Superstar Il Musical (prima nazionale sabato 7 dicembre 2019, sipario ore 21.00 – LECCE, Teatro Apollo -info tel. 3273773846
mail: info@leccecronaca.it) è la sorridente Maria Antonietta Vacca (nella foto, e nel disegno di Giuseppe Mauro).
Nata a Copertino nel 1971 trascorre un’infanzia felice che, probabilmente la segna e le insegna a “vivere la vita come la vive ora”, con positività e una energia straordinaria. Nonostante da bambina non abbia seguito corsi di nessun tipo, sin da piccolina sente «un gran bisogno di essere comunicativa».
Questo è uno degli aspetti che maggiormente la caratterizza. Maria Antonietta, donna versatile, si divide tra mille impegni e un’attività commerciale ‒ un negozio di abbigliamento fondato dai genitori nel 1970 ‒ che conduce, dopo essersi diplomata, con orgoglio assieme al fratello Giuseppe. Dopo pochi anni mette su famiglia e la vita le regala i suoi gioielli più preziosi, “le meraviglie” Alessandro e Gianmarco.
Ma Mari non “si limita” a essere madre e imprenditrice, è anche presentatrice e promotrice culturale, segretaria di redazione del quotidiano leccecronaca.it ed attrice. Ed è in quest’ultimo “lavoro” che, probabilmente esprime meglio se stessa, quelle mille “maschere”, quegli aspetti, a volte nascosti anche a noi stessi, che contraddistinguono ciascun essere umano.
Il teatro per lei è qualcosa di più di una passione o un hobby. È il mezzo per scoprirsi e imparare a conoscere se stessa e le varie sfaccettature della vita, sopra e fuori dal palcoscenico. Sin da ragazzina, infatti, sente forte la necessità di esprimere «le profonde trasformazioni» che la sua «mente subisce di giorno in giorno». A tal proposito interessante è la sua concezione della vita e della crescita personale di ciascun individuo. Maria Antonietta, infatti, ritiene che «per un certo numero di anni si va a tentativi, si fanno giri immensi in rotatorie senza segnaletica. Però poi a furia di fare tentativi e di imboccare strade sconosciute, prima o poi si impara il percorso giusto e soprattutto a percorrerlo ad occhi chiusi!» E lei, ora, percorre la sua strada riscuotendo un successo dopo l’altro, anche a livello personale, non dimenticando mai l’umiltà di chi ha compiuto enormi sacrifici e una lunga gavetta per ottenere i risultati sperati.
Ed è un piacere intervistarla, per la sua pacatezza, per la luce che illumina i suoi occhi quando parla del teatro e della sua importanza nella propria esistenza.
- Come ha incontrato Ivan Raganato e il teatro…
- Il mio incontro con il teatro e in particolare con Ivan Raganato, è stato davvero del tutto casuale! Anzi, forse il destino ci ha messo davvero lo zampino. Ero andata da Ivan, presso la sua scuola a Copertino “Scena Muta”, per proporgli il progetto, a livello nazionale, di un mio amico coreografo. Non conoscevo la realtà teatrale che da anni, anzi da decenni, opera a Copertino, e allora decisi di chiedere a Ivan che tipo di attività svolgessero. Mi elencò tutte le attività che la scuola offre, ma la mia attenzione si focalizzò su teatro e dizione, e mi disse che sarei potuta andare la sera dopo per rendermi conto. Il resto è il bellissimo percorso didattico e artistico che ancora percorro insieme a lui e grazie a lui nella sua scuola. Non appena misi piede nella sala prove mi resi conto che quello era il mio posto nel mondo. Che, con ogni probabilità avrei potuto esprimere ciò che conservavo dentro e non trovato modo e luogo per veicolare. Ma dirò di più… Grazie al teatro e al modo di fare teatro a Scena Muta, ho scoperto rifiniture dell’anima che neppure io sapere di avere.
- Potrebbe spiegare meglio in cosa consistono le “rifiniture dell’anima”?
- Il teatro è riscoperta di se stessi. È contestualizzare la propria anima nella vita di qualcun’altro con le regole di uno spazio temporale scritte da qualcun’altro. E allora accade che reciti qualcosa scritta e pensata da altri che però senti tremendamente tua. Da qui la riscoperta di se stessi. Di meccanismi e dinamiche che ancora non conoscevi ma che adatti alla tua vita come un abito sartoriale, cucito su di te. Ed ecco che è il teatro a portare qualcosa nella tua vita e non il contrario, che pure accade!
- Come è stata la Sua esperienza nella Dea Trans?
- Il direttore Giuseppe Puppo scrive un testo che ha delle potenzialità straordinarie. Affida la regia a Ivan Raganato che subito ne riconosce l’intensità, e alla sua compagnia Scena Muta. Io mi trovo quindi nella triplice veste di attrice, segretaria e responsabile della comunicazione e della produzione. Rivesto infatti anche quest’ultimo ruolo in funzione del mio compagno Vito D’Agostino che nel frattempo decide di produrre lo spettacolo. Un lavoro che mi vede impegnata dunque a 360° e spesso devo inventarmi il 361°! Le difficoltà non sono mancate ma la soddisfazione del nostro primo sold out al teatro Apollo di Lecce vale il prezzo di tanta fatica e tanta dedizione.
- Cosa mi racconta della Sua collaborazione con Giuseppe Puppo?
- Sulla scia del grande successo della Dea Trans, l’affiatatissima squadra riprova a confermare e a superare i traguardi raggiunti precedentemente con un nuovo e appassionante progetto: Superstar. Ancora una volta potrò fare ciò che più mi piace, ovvero, recitare! E non solo… Sono già al lavoro col direttore Giuseppe Puppo e col regista Ivan Raganato per far sì che il sette dicembre si ripeta la storia. Lavorare con i grandi ha solo e sempre una grande vantaggio: imparare, imparare, imparare. E io ho la fortuna di lavorare con due grandi: Giuseppe Puppo e Ivan Raganato.
- Quale sarà il Suo ruolo in Superstar?
- Il mio ruolo nel prossimo spettacolo è stato scritto proprio in funzione della ecletticità ed elettricità che mi contraddistinguono. Sono la segretaria di produzione di Superstar. Non spiego meglio, né do altre informazioni perché non voglio assolutamente spoilerare nulla…
- Cosa si aspetta da questo nuovo lavoro?
- Mi aspetto la soddisfazione di tutte quelle persone che mi stanno intorno, perché se sarò riuscita in questo, allora vorrà dire che ho lavorato bene. Vedere emozionato Giuseppe Puppo, o vedere Ivan Raganato appagato e felice, saranno le mie più grandi e vere soddisfazioni.