IL SABATO DELLE ‘PORTE APERTE’ ALLA COLACEM DI GALATINA: “un momento di confronto e crescita”. MA E’ GIA’ POLEMICA. GLI AMBIENTALISTI CONTESTANO QUELLA CHE GIUDICANO “un’operazione di immagine”, RICORDANDO “i rischi per la salute”. E ITALIA NOSTRA SE LA PRENDE CON I POLITICI DEL TERRITORIO
(Rdl)______Un comunicato stampa dell’azienda presenta l’iniziativa di domani, sabato 5 ottobre: “In occasione dell’ iniziativa Porte Aperte promossa da Federbeton, sarà possibile visitare lo stabilimento Colacem di Galatina e scoprire come nasce un materiale unico come il cemento, fondamentale per lo sviluppo economico e sociale del paese.
Attraverso la voce delle persone che con passione e orgoglio vi lavorano, i visitatori potranno conoscere da vicino un impianto la cui storia è profondamente radicata nel territorio salentino. Durante la visita, saranno evidenziati anche i recenti investimenti sulla torre di preriscaldo, sul filtro di abbattimento delle polveri e sul carbonile, per una cifra di 6 milioni di euro, rendendo questo uno stabilimento tra i più avanzati in Europa.
Le visite guidate alla cementeria potranno essere effettuate dalle ore 9.00 alle ore 14.00, insieme ad un tecnico Colacem, in gruppi di persone, ogni 10 minuti. Al termine, ci sarà spazio per la degustazione di prodotti tipici locali e per i più piccoli un’ area ricreativa.
L’ Open Day è un’ occasione importante di incontro tra comunità locale, istituzioni, scuole, clienti, fornitori e Colacem, che l’ azienda interpreta come un momento di confronto e crescita”.______
“Un’ operazione di immagine”, che non deve far dimenticare “i rischi per la salute”. Così, in un suo comunicato diffuso questa sera, l’associazione Italia Nostra sezione Sud Salento commenta l’iniziativa: “La Colacem di Galatina, come era prevedibile, conta su questo evento per recuperare un’immagine fortemente offuscata dalle molte criticità ambientali evidenziate nella recente procedura di rinnovo dell’AIA. Più che “dormire sonni tranquilli”, come dichiarato dai vertici aziendali, gli abitanti di Galatina, Sogliano e dintorni dovrebbero invece preoccuparsi per tutelare la loro salute, senza dare fede ai messaggi propagandistici, soporiferi e strumentali, lanciati dall’Azienda.
E’ bene ricordare in proposito agli eventuali visitatori dello stabilimento che le cementerie sono comprese tra le “Industrie insalubri di 1° classe” ai sensi del Testo Unico delle leggi sanitarie, e che tali fabbriche “devono essere isolate nelle campagne e tenute lontano dalle abitazioni” (art. 216). Al contrario, lo stabilimento si trova oggi prossimo ai centri urbani di Galatina e di Sogliano Cavour ed è circondato, nel raggio di 1 km, da numerosi insediamenti agricoli, residenziali e turistici senza un’adeguata fascia di rispetto.
Per la vetustà dell’insediamento, frutto di una lunga serie di modifiche e trasformazioni e la cui prima messa in esercizio risale al lontano 1956, risulta oggi impossibile il suo adeguamento alle più recenti tecnologie di controllo dell’inquinamento. Ne è un esempio emblematico la decisione in sede di rinnovo AIA, assunta con la compiacenza della Provincia e dei Comuni interessati, di non ottemperare all’art. 270 del D.Lgs 152/06, che prescrive il convogliamento delle emissioni, ai fini di un loro più agevole controllo; al contrario, lo stabilimento annovera ben 58 punti di emissione, di cui solo uno (denominato E06) dispone di un sistema di monitoraggio continuo. In questa situazione, risulta di fatto impossibile conoscere e prevedere (e meno ancora ridurre) le emissioni delle diverse sostanze nocive e/o cancerogene in uscita dai vari camini, come polveri sottili, composti di azoto e zolfo, idrocarburi, diossine, composti organici.
Secondo l’Agenzia Ambientale dell’Unione Europea (EEA), la Colacem di Galatina ha causato tra il 2008 e il 2012 un inquinamento tale da causare costi ambientali e sanitari (sottostimati per ammissione della stessa Agenzia) compresi tra 37 e 67 milioni di euro!
L’impianto, per la stessa Agenzia europea, è all’ottavo posto tra i cementifici italiani e al 250° posto in Europa per emissioni di ossidi di azoto, responsabili di patologie respiratorie, e contribuisce in modo significativo al primato della Regione Puglia quale regione italiana con le maggiori emissioni di gas serra, responsabili degli attuali cambiamenti climatici.
Molte associazioni di medici (Ordine della Provincia di Lecce, Medici per l’ambiente, Federazione Italiana medici di famiglia FIMG, Associazione italiana donne medico, Federazione italiana medici pediatri FIMP, Società italiana di medicina generale SIMG), hanno ricordato ai Sindaci dei comuni del comprensorio che il Distretto di Galatina è già gravato da elevate concentrazioni di polveri fini ed ha un’alta incidenza di tumori e di patologie polmonari.
Oltre ai fattori inquinanti riportati, continua l’inquietante consumo di suolo provocato dall’attività estrattive, in una Provincia tra le più devastate d’Italia, con 135 ettari di suolo sottratti nel solo 2018.
Tutto ciò dovrebbe spingere gli amministratori locali, la cui unica azione significativa è stata finora quella di attivare una timida azione legale, in cui peraltro non si è chiesta neppure una coerente sospensiva dell’attività, a rilanciare con decisione la vertenza, contestando la storica condiscendenza degli uffici provinciali nel rilascio delle varie autorizzazioni e contrastando al contempo l’intensa attività di acquisizione di appoggi politici e di conquista del consenso sociale che l’Azienda ha perseguito in questi anni”.