LI CUNTI DI NONNA CIA
di Raffaele Polo______
LA TRADIZIONE POPOLARE SALENTINA DEI PROVERBI E DEI MOTTI ARGUTI
Certamente tra i più conosciuti testi dedicati ai proverbi dialettali della nostra terra è la raccolta di Cosimo De Carlo, risalente al 1927 (la seconda edizione, dell’anno successivo, vede la luce con Arnaldo Forni Editore) con titolo ‘Proverbi dialettali del leccese con raffronti agli altri dialetti’.
É il tipico libro compilato con grande meticolosità e certificato di ricerche minuziose, che assume il quasi obbligatorio tono saccente ed accademico che hanno questo genere di pubblicazioni, quasi a voler porre in risalto la sostanza della forbita lingua italiana con la idea tutta popolare e schiettamente dialettale di chi si esprime ancora con frasi e concetti di vernacolo…
Ricordiamo anche, a questo proposito, la raccolta a cura di Nicola G. De Donno, impreziosita da un indice lessicale con i termini più usati nel dialetto salentino, senza indugiare nel raffronto con i proverbi di altre realtà, constatato ormai che il buonsenso e l’arguzia popolare sono comuni sotto ogni cielo… Nel ‘Prontuario Salentino di Proverbi amari aspri maliziosi ironici sarcastici’ edito nel 1991 da Congedo ne sono raccolti oltre cinquecento; ma anche questa raccolta è quella che fa l’uomo di cultura, l’intellettuale, con la manifesta idea di rendere il dialetto una sorta di museo nel quale incamminarsi, per incontrare terminologie e sintassi ormai fuori dal comune uso ma ricche di quel fascino così caro ai ‘laudatores temporis acti’ che rivangano ricordi agresti e iperpopolari.
Ma con questo recentissimo ‘I cunti da nonna Cia’ di Fabio Placì (Il Raggio Verde, 12 euro), abbiamo un prodotto particolarmente efficace perché i detti raccolti, a metà fra il proverbio e il motto salace, la battuta che stigmatizza un avvenimento sul quale si vuole porre l’accento, sono quelli raccolti dal nipote, a contatto con ‘nonna Cia’, simbolo e caratterizzazione in carne ed ossa delle tradizionali anziane del Salento, vestite di nero e sempre divise fra campagna, cucina e chiesa, in una vita scandita soprattutto da sacrifici e sofferenze piuttosto che lieti eventi.
E così, nella forma più semplice ed immediata, quasi come in un sentito dialogo da farsi davanti al fuoco acceso, tornano i temi cari della tradizione popolare di casa nostra. Tornano i proverbi e la fragranza di un dialetto che non è quello, asettico e informale, della nostra quotidianità. Ma ripercorre il magico accento che aveva nelle parole, nelle cadenze, nei toni dei nostri nonni, degli anziani che, con umiltà e modestia, ci facevano dono del più grande tesoro in loro possesso: la saggezza, la sapienza che non ha tempo e non conosce confini, racchiusa nelle scarne parole di Nonna Cia che è la quintessenza di tutte le meravigliose ‘nonne’ salentine, con l’animo sempre proteso a consolare e carezzare ‘li piccinni e le caruse’ che poi eravamo noi, magari infastiditi da quel linguaggio, da quelle mani rugose, da quella bontà talmente evidente da farci commuovere e vergognare della nostra commozione…
La raccolta, arricchita dalle rielaborazioni grafiche di immagini di Specchia, con foto a cura di Federica Murgia, e di Taurisano (foto di Fabio Placì) è inserito nella collana I Taccuini della casa editrice Raggio Verde di Lecce.
Sarà presentato sabato 28 settembre a Specchia , nella centralissima Piazza del Popolo, alle ore 19, “I Cunti da Nonna Cia” di Fabio Placì, edito da Il Raggio Verde edizioni.
Interverranno Alessandra Martinucci sindaco di Specchia, Chiara Nicole Lia assessore alla Cultura mentre dialogherà con l’autore Delia Sanapo.