L’OLIO DI AGOSTO DI GIOVANNI MELCARNE
Riceviamo e volentieri pubblichiamo. Le associazioni Terra d’Egnazia, COSATE Valle d’Itria, e Popolo degli Ulivi ci mandano il seguente comunicato congiunto______
Coldiretti: fare l’olio in agosto e … vendemmiare in giugno….
Giovanni Melcarne, il presidente del Consorzio dei produttori DOP di Terra d’Otranto, ha imparato bene la morale della favola di Esopo, la volpe e l’uva: la volpe reagiva a una sconfitta sostenendo di non aver mai desiderato la vittoria, o disprezzando il premio che si è mancato di ottenere; Melcarne azzanna l’uva immatura per non ammettere la sua sconfitta. E promuove, come presidente del consorzio olio DOP, la produzione di olio pugliese raccolto ad agosto, quindi olio immaturo senza qualità…
In Salento si sta ultimando la raccolta del pomodoro, e non è ancora iniziata la vendemmia dell’uva bianca per lo spumante, la prima ad essere vendemmiata. E non c’è nessun anticipo significativo rispetto agli anni precedenti: figuriamoci se si inizia la raccolta delle olive ora: nemmeno si è iniziato a raccogliere quelle verdi, le leccine, da far maturare sotto calce o sotto cenere, le olive tipiche servite come aperitivo in tutti i bar: devono avere per metà quel colore viola-marrone, detto invaiolatura, per essere buone.
Raccomanda l’ANAPOO, Associazione Nazionale Assaggiatori Professionisti di Olio d’Oliva nel Manuale del frantoiano, di effettuare la raccolta “quando le drupe (olive) cominciano ad invaiare (cambiare colore) e mostrano la buccia parzialmente o totalmente scura e la polpa bianca. Si ricordi che le olive immature o comunque non invaiate tendono a conferire all’olio caratteristiche organolettiche talvolta eccessive.”
Secondo l’Accademia dell’Olivo e dell’Olio, la “miglior epoca di raccolta per ottenere la massima quantità di olio deve considerare: 1. l’incremento del peso dei frutti, 2. l’evoluzione del contenuto in olio 3. il numero dei frutti presenti sulla pianta o quelli che sono caduti per cascola. Per la qualità, oltre ai principali parametri previsti per gli extravergini, quali la composizione acidica, l’acidità ed il numero di perossidi, anche il contenuto in polifenoli, l’analisi organolettica, la resistenza alla ossidazione ed il colore sono importanti parametri da tenere in considerazione. Questi fattori vengono analizzati direttamente, oppure attraverso l’esame di indici di maturazione, che, in modo semplice e rapido,indicano lo stadio di maturazione dei frutti e sono utili per determinare il periodo ottimale di raccolta.”
L’indice di maturità (IM) si ottiene moltiplicando il numero di olive per ciascun colore categoria per il numero del corrispondente valore di maturità, aggiungendo tutti i numeri insieme e dividendo per 100 olive campione raccolte, come segue:
IM= [(0 x n₀) + (1 x n₁) + (2 x n₂) + (3 x n₃) + (4 x n₄) + (5 x n₅)]/100
Dove: n₀, n₁,n₃…n₅= numero di olive in ciascuna delle 6 categorie in base alla colorazione e Fase A indica 100% olive dure e colore buccia verde intenso; Fase B: 20% olive invaiate con colore buccia giallo-verde; e man mano olive sempre più scure fino alla fase F.
Per il leccino in particolare, il periodo ottimale di raccolta, ai fini quantitativi della produzione, va da metà ottobre ai primi di dicembre, quando gli indici di maturazione delle olive assumono i seguenti valori: IM tra fase B e C, cascola 0-4%; indice di pigmentazione 2,5-3,5; contenuto in olio 18-22%; consistenza della polpa 350-300 g/mm .
Le olive raccolte da Melcarne sono tutte verdissime (fase A), perciò l’indice di maturazione IM = 0, cioè olive immature, da non raccogliere per produrre olio….
Rispondiamo anche al comunicato stampa di Coldiretti: “Bisogna fermare il contagio che sta avanzando inesorabilmente verso nord ad una velocità di più 2 chilometri al mese – denuncia Coldiretti Puglia – dopo aver già provocato con 21 milioni di piante infette una strage di ulivi lasciando un panorama spettrale e un danno al patrimonio olivicolo di oltre 1,2 miliardi di euro. “Al ministro Lezzi ribadiremo l’importanza che i 300 milioni di euro di risorse aggiuntive, oltre ai 70 già stanziati dal CIPE, vadano agli agricoltori e ai frantoiani – conclude il presidente Muraglia – e che vengano monitorati i percorsi di assegnazione di 150 milioni per il 2020 e di 150 per il 2021”.
In seguito all’istanza di accesso agli atti, presentata dall’Associazione Terra d’Egnazia presso l’Osservatorio Fitosanitario della Regione Puglia, in cui si chiedevano i dati del monitoraggio 2018/2019: I dati ufficiali dell’ultimo monitoraggio e i risultati delle relative analisi molecolari dimostrano che:
– in zona infetta sono state campionate e analizzate 31.208 piante, di cui 779 sono risultate infette da Xylella fastidiosa, il che corrisponde al 2,5 % di piante infette sul totale;
– in zona contenimento sono state campionate e analizzate 21.461 piante, di cui 214 infette, il che corrisponde all’ 1 % di piante infette sul totale;
– in zona cuscinetto sono state analizzate 6.965 piante e – a parte la pianta di olivo di Monopoli risultata prima positiva e poi, in seguito al sequestro della Procura di Bari, negativa (!!) – nessun’altra pianta è risultata infetta dal batterio.
Dove sono i 21 milioni di piante infette? Quali dati ha Coldiretti che non ha la Regione Puglia? Se “il contagio che sta avanzando inesorabilmente verso nord ad una velocità di più 2 chilometri al mese”, in due anni a partire dalla zona cuscinetto Fasano-Ostuni-Cisternino nei monitoraggi 2018/2019, il contagio avrebbe già fatto 58 km, arrivando non a Monopoli,dove c’era l’albero infetto, non dichiarato infetto dalla magistratura, da Fasano sarebbe arrivata alle porte della città di Bari…
Cari Melcarne e Muraglia, i salentini non sono fessi: non si è mai visto raccogliere olive il 27 agosto, nonostante la “raccolta anticipata grazie al clima”, anche se lo avete dichiarato ai tedeschi dello Spiegel: il servizio passato su tutti i TG nazionali mostrava la raccolta manuale di olive immature da alberini in un giardino e poi la spremitura delle olive su un impianto quasi casalingo, con l’intervista a Melcarne, descritto come olivicoltore e frantoiano, e non come presidente del Consorzio dei produttori DOP di Terra d’Otranto. Un servizio montato ad arte, non sincronico, cioè adeguato ai tempi veri della raccolta. Un altro tassello per la truffa sulla questione Xylella preparata da Coldiretti e altre associazioni di categoria per accaparrarsi i 70 o 150 o 300 milioni tanto cari alla Ministra Lezzi e che il Ministro all’Agricoltura della Lega Centinaio non ha voluto firmare, dopo che aveva firmato la legge emergenze a suo nome approvata dalle due Camere e sottoscritta da Mattarella.______
Giacché viene chiamato nuovamente in causa da altri e per altri versi, nell’occasione però leccecronaca.it ricorda a Giovanni Melcarne di essere sempre in attesa, da quasi sei mesi, di risposte in merito ad un’altra questione:
LA TRISTE STORIA DELL’ ULIVO ‘CAPITOZZATO’ NEL CUORE DI LECCE / ”MO CHE TORNA SANT’ ORONZO…
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LA RICERCA nel nostro articolo di dieci giorni fa
Category: Cronaca, Politica, Riceviamo e volentieri pubblichiamo
L’olio d’agosto veniva prodotto nell’antica Roma per profumi ed unguenti, non sarebbe male produrlo in quantita’ limitata per favorire in Salento quest’antica arte della quale eravamo maestri. Ma l’idea di Melcarne ci svaluta ad olio di scarto.
Desidero sapere da COSATE Valle d’Itria, e Popolo degli Ulivi il senso di questa dotta e professorale spiegazione tecnica sui procedimenti di raccolta e molitura delle olive.
Si rileva il perenne stato di isteresi conflittuale (prima era la diatriba scientifica su cause e quella sociale sulla colpe).
Qualcuno mi spiega il senso? E perché non si è in grado nemmeno di spuntare la posizione di vantaggio dovuta al fatto che un sodale del “stasiccatuttu” si converte ad una visione ottimista e cambia il racconto del disastro della olivicoltura smettendo i panni della emergenza e passando a quello della produzione, con una prospettiva di ritorno alla coltivazione.
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Contando sulla intelligenza dei lettori mi fermo qui. Sarebbe stato sufficiente:
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Cogliamo con favore che un esponente della setta “stasiccatuttu” abbia finalmente volto lo sguardo al futuro, al ritorno alla coltivazione e alla produzione.
Noi non l’abbiamo mai abbandonata poiché sin da subito abbiamo imparato a convivere con la malattia e i nostri ulivi sono tornati, se non rimasti, produttivi.
Comprendiamo, ma assolutamente non condividiamo, la inusitata fretta a fare l’olio: E’ stato un modo per forzare la mano ai ricercatori baresi. L’estenuante attesa dei risultati del C.N.R. sulla resistenza delle cultivar autoctone rischia di metterlo fuori gioco ora che l’U.E., dopo i risultati del monitoraggio 2019, si appresterà a dichiarare cessata l’emergenza ed il contenimento territoriale. E’ frustrante dover vedere impotente andare alla malora tutto il lavoro fatto!
Siamo solidali con l’olivicoltore di Gagliano e, nel mentre gli diamo il benvenuto, contenti di accoglierlo tra coloro che non hanno mai smesso di coltivare, non avendo perso la confidenza, oltre che la memoria, della molitura – pur comprendendo lo scopo del suo colpo di testa – gli ricordiamo che assolutamente non si moliscono le olive prima della invaiatura.