PER UNA MEMORIA STORICA CONDIVISA
di Valerio Melcore_______
Tutti i telegiornali, tutti i giornali hanno riportata questa frase: “Chi dimentica è più debole, più esposto ai pericoli che, nel suo tempo, intolleranza, ostilità, violenza ripropongono”.
È il messaggio che il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha inviato in occasione della strage, avvenuta il 12 agosto del 1944, quando 560 abitanti del paesino toscano furono trucidati dalle truppe naziste.
Di quella frase condivido solo la prima parte, perché se la storia fosse maestra di vita, certi errori, e a volte certi orrori, non si ripeterebbero.
L’intolleranza, l’ostilità, la violenza è vero che si sono ripresentate nel nostro Paese.
Siamo tutti d’accordo che gli Italiani non dovrebbero dimenticare, ma c’è una cosa che per un popolo è peggiore che dimenticare, ed è quello di non conoscere.
Nei decenni che hanno seguito la fine della guerra, la verità è stata stravolta, sono stati distorti gli avvenimenti, si è colpevolmente taciuto su immani tragedie che hanno riguardato il nostro popolo, si è impedito la conoscenza della nostra storia, per meri interessi di bottega, di partito e spesso di piccoli interessi personali.
Distorcere la Storia, è più grave che dimenticare, perché se uno dimentica, non può che prendersela con la propria memoria, ma se uno viene ingannato, se la verità viene negata proprio da coloro che si ergono a esempi di moralità, dai politici, dai giornalisti dei più importanti giornali, della TV di Stato, dai docenti nelle scuole, dai libri di scuola…dagli storici …che poi si scopre essere storici di partito…qualcosa nella società si spezza.
La storia a volte si ripropone, è vero, ma mai nelle stesse forme, e con le stesse bandiere o con le stesse idee, ma con gli stessi metodi, questo si.
Gli anni e l’esperienza ci hanno insegnato che come diceva il più grande studioso italiano di storia moderna, Renzo de Felice, vado a memoria: “…in Italia non è possibile parlare serenamente della storia recente perché i partiti la utilizzano come arma politica”. Per cui la menzogna in questi decenni è assurta a verità.
La retorica dell’antifascismo lasciata in questi decenni nelle mani della sinistra comunista, è divenuta una vuota litania, anche quando cita episodi che fanno inorridire. Ed ecco perché gli Italiani non si riconoscono più in certe forze politiche, e non credono più in certe istituzioni, non perché hanno dimenticato, ma perché cominciano a scoprire delle verità che sino a ieri i partiti e le più alte cariche dello Stato hanno negato con tutti i mezzi. E quando qualcuno nega una parte di storia, la gente comincia a chiedersi, se anche tutto il resto non sia falso.
Manca ancora, ed è tutta da costruire, una memoria storica condivisa.
Se vogliamo avere una Storia condivisa, e fare in modo che i cittadini ricominciano a fidarsi delle istituzione e anche delle forze politiche, raccontiamo la Storia senza reticenze e senza pensare di poter continuare a utilizzarla a nostro piacimento.
L’ultima campagna elettorale il PD l’ha fatta all’insegna dell’antifascismo ed è stato un fallimento.
Ma secondo voi il PD ha imparato la lezione?
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