I MALINCONICI ‘Pensieri italo-romaneschi’ DI PAOLO EMILIANI, ROMANO TRAPIANTATO NEL SALENTO
di Raffaele Polo_______
Anche se raffigurato, sin dalla copertina di Antonella Tamiano, come un ironico dissacratore dei malcostumi contemporanei, pronto a colpire tutto e tutti, moderno don Chisciotte vestito da poeta, scopriamo proprio in questa pubblicazione de ‘I libri di Icaro’ (Li versi mia – pensieri italo-romaneschi, euro 18) un Paolo Emiliani diverso, intimista e, permettetecelo, malinconico e con un pizzico di nostalgia.
Cosa dire, ad esempio, della splendida ‘Una giornata al mare’, dove è riassunta un po’ tutta l’esistenza di chi oggi ha superato la sessantina e ricorda con nostalgia ‘quelle giornate der dopoguerra’? Niente di eccezionale, mi direte: ma è la chiusa della composizione che diventa il tocco da maestro del Poeta, quando scrive: “Arivati a Roma ognuna pija la propria direzione./ Er giorno dopo è ‘na giornata qualunque,/ se torna a faticà ognuno er suo./ Ma, nell’intimità dell’abitazione,/ dalla saccoccia caccia ‘na conchiglia er regazzino,/ se la mette su l’orecchia e ascorta er mare/ che je pare ancora lì vicino.”
E il dialetto di Emiliani non è romanesco puro, alla Pascarella, per intenderci. La permanenza nel Salento, ad esempio, gli impone nella citata composizione, quasi senza parere, quel ‘caccia’ che sta per ‘tira fuori’ ed è vocabolo che un romano de Roma non avrebbe usato mai… Ma è proprio questo l’aspetto più piacevole di questi originali scritti di Paolo: confermati, inconsciamente, dall’ultima composizione presentata nel libro, che sintetizza lo spirito di un ‘figlio della Lupa’, affascinato dalla nostra realtà e che ci piace riportare per intero, come una sorta di omaggio a tutta la terra d’Otranto:
Salentinità
Gonfi er petto, te senti ‘n campione
solo perchè sei nato salentino.
Gnente hai fatto pe’ ave’st’occasione,
sta cosa poteva accadè a qualunque cretino.
Io so trasteverino, so’ romano,
tengo puro le palle sur blasone,
ma mica c’ho meriti o c’ho corpe
se so nato per caso sotto er Cuppolone.
Sarebbe bello potè decide ‘ndove nasce,
scejese er posto e la famija,
ma li poveri così nun c’avrebbero più fiji,
e in fondo nun so li sordi che ce fanno allegri,
ma li sorrisi de chi ce sta vicino,
povero o ricco poco importa,
puro se manca er magnà drento la sporta.
Io ho deciso de vive qua
per posto e pe la gente,
e nun me frega niente de quello che ho lasciato.
Quindi chi è più salentino?
Io che l’ho scelto o tu che ce sei nato?
Aggiungiamo che il volume è diviso in ‘Versi italiani’ e ‘Versi romaneschi’ ed impreziosito dalla prefazione di Pasquale G.Quaranta.
Grande Paolo
er mejo amico mio
Leggendoti abbiamo apprezzato il tuo spirito roman/salentino.
Aspettiamo il tuo libro con dedica personale!
duttile la sua penna sia su giornale che in poesia. Vera e verace l’emozione che sente e trasmette. Lho conosciuto piacevole compagno di golf e apprezzato per i suoi articoli. Ora ancora di più in questa nuova veste. Ad maiora.
Lu meju amicu aRomaticu-Salentinu ca tanimu!