TUTTI PAZZI PER LE SERIE TV? L’INCHIESTA DI leccecronaca.it PROSEGUE CON LE INASPETTATE CONFESSIONI DI QUATTRO INSOSPETTABILI INTELLETTUALI. ED ECCOLE QUA…
di Carmen Leo______
“CSI: New York & Miami su ITALIA 1 e The Walking Dead su NETFLIX, sono queste le serie televisive che mi hanno maggiormente affascinato, in principal modo per la qualità cinematografica a portata di tutti. Alcune serie hanno budget elevati, addirittura alla stregua delle pellicole di una certa importanza prodotte per il cinema…Poi per la profusione di suspense e adrenalina, e per l’identità ben strutturata dei personaggi ed il loro notevole focus psicologico, che conducono lo spettatore ad immedesimarsi con essi. Nei serial crime esiste una logica bipolare e pura macelleria messicana, che evidentemente attraggono lo spettatore”.
Così Stefano Donno, 44 anni, di Lecce, fondatore della casa editrice I Quaderni del Bardo Edizioni, proiettata in pochissimi anni dal nostro Salento in dimensioni nazionali e internazionali, ha risposto all’ interrogativo relativo ad una sua eventuale abituale visione delle serie televisive, ed a quali fossero i suoi gusti in merito.
Prosegue, dunque, l’ inchiesta di leccecronaca.it sul fenomeno dilagante della visione compulsiva delle serie TV, sui più svariati canali, tra i quali la fa da padrone indiscusso il colosso mondiale NETFLIX.
L’indice di gradimento di tali programmi investe un pubblico che appartiene a tutte le fasce d’età.
Abbiamo ottenuto in esclusiva alcune interviste, come quella sopra riportata, da personaggi pubblici afferenti al mondo della cultura, comunicazione e informazione. Abbiamo rivolto la stessa domanda a Chiara Evangelista, 22 anni, leccese d’origine, ma attualmente studentessa presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano.
La giovanissima, ma già affermata poetessa di successo, con anche un’esperienza da film maker, in quanto ha realizzato alcuni cortometraggi candidati al Giffoni Film Festival, ha voluto commentare in questo modo il suo controverso rapporto con quello che è ormai divenuto un fenomeno sociale.
“Sarò un po’ controcorrente, ma preferisco di gran lunga i film alle serie tv, perché amo l’unitarietà della storia, non la parcellizzazione. Il film ha il grande fascino di avere un suo articolato linguaggio narrativo.
La serie è indubbiamente al passo con la sua società contemporanea e con i suoi ritmi. Le puntate sono relativamente brevi, un’ora al massimo, permettendo così una visione inframmezzata dalle molteplici attività personali.
Tuttavia, per non essere anacronistica, ho seguito le serie 13 Reason Why, su NETFLIX.
Molti aspetti di Tredici non mi sono piaciuti, per la carenza di rispetto e cautela con cui vengono trattate tematiche di grande rilevanza sociale, come il suicidio ed il bullismo.
Diversa è la docu-serie Losers, in onda sempre sulla stessa piattaforma, che dimostra quanto le porte chiuse in realtà siano delle opportunità di rinascita. Trovo qui un maggiore rispetto per le storie, per le immagini, per le parole. Tutto ciò genera un forte impatto empatico sulla psicologia del pubblico”.
“Guardo una serie ogni due mesi, ma quando la guardo la finisco in dieci giorni. Le ultime viste sono: Breaking Bad su NETFLIX e Cernobyl su SKY ATLANTIC.
Ritengo la prima come la migliore mai prodotta, sia per la qualità della fotografia, sia per l’aspetto avvincente della trama, che per certi aspetti si trasforma in un vero e proprio rompicapo. Il protagonista è una figura dai risvolti psicologici ambivalenti. Inizialmente buono, diviene poi perverso, a causa di drammatiche vicissitudini della sua vita.
Chernobyl affronta in versione romanzata la struggente tragedia della cittadina russa vittima del più colossale disastro nucleare della storia dell’umanità. Di alto livello fotografia e sceneggiatura. Il personaggio chiave, il vicedirettore dell’istituto di energia atomica, vive un contrasto psicologico intimamente molto patito, per il forte desiderio di trovare una soluzione possibile per i sopravvissuti alla tragedia, che si scontra perennemente con la sofferenza generata in lui, la quale toglie spesso lucidità alla sua razionalità scientifica”.
Chi mi ha così risposto è Annibale Gagliani, 26 anni, di San Donaci, giovane dottore in Lettere Moderne, ma con al suo attivo già alcune pubblicazioni da giornalista e scrittore di talento, ora in giro in Italia e all’estero.
Personalità, anagrafica e vissuti differenti quelli dei nostri intervistati, eppure accomunati da una sola grande passione, quella per questi format televisivi prodotti in serie, con lo scopo machiavellico di tenere incollato lo spettatore al piccolo schermo, non sempre gratuito, ma certamente dai contenuti appassionanti e avvincenti.
Giacché c’ero, e poi ce l’avevo…in casa, ho provato a fare la stessa domanda anche a Giuseppe Puppo, 61 anni, di Lecce, giornalista e scrittore. Il nostro direttore non si è sottratto, anzi, e, col sorriso sulle labbra, mi ha confessato: “Tu me vuò fa passà nu guaie…Te la dico alla napoletana…Infatti, io che non avevo visto neanche Rin Tin Tin da bambino né Happy Day da ragazzo, io che non ho né Sky né niente del genere, e vedo alla tv solo qualche vecchio film sulle reti Rai, mi sono appassionato per Gomorra.
Successe che qualche estate fa diedero le prime due serie, dopo anni, su Rai 4 in chiaro e mi capitò di vedere per caso, anche se mai niente avviene per caso, la prima puntata. Ne facevano due alla volta, il sabato sera, esaurirono le prime due serie, anche se tanto tempo dopo la loro uscita sulle pay tv. Beh? Ogni sabato sera ero là, davanti al televisore, cascasse il mondo…
Intanto era uscita la terza serie, che però io mi sono fatto registrare e mettere su un per me diabolico dispositivo che però ho imparato a inserire…L’ ho vista, sia pur sempre in ritardo, la terza serie, con trasporto ancora maggiore: dodici puntate in due notti di fila, quest’inverno.
Ora so che hanno già fatto la quarta stagione, sto aspettando che qualche anima gentile cui mi sono rivolto mi faccia lo stesso regalo che mi han fatto con la terza…
E poi, ecco…Ehm..In questo modo, mi sono, ecco, sì, innamorato di Azzurra, Azzurra Avitabile, nella realtà Ivana Lotito, attrice pugliese di Corato di 36 anni…Ma sono timido: tanti mesi fa provai solo a scriverle con un post sul mio diario Facebook, che ebbe una grande diffusione, ma che non arrivò al cuore della destinataria: purtroppo, non mi ha risposto in nessun modo…Si vede che non è interessata…E io mi sono scoraggiato…Va beh…Sì, fra di noi c’è ehm una leggera ehm differenza di età…Ma adesso la differenza di età è l’ultimo dei problemi…Deluso, timido, e poi pure preoccupato, sono…Ho desistito…E ora non vorrei insistere…Il vero problema è: caso mai Genny si dovesse incazzare?!?…Che dici, Gennaro Savastano sarà mica geloso? Lasciamo perdere, vah…Chè è meglio! Che me l’hai fatto dire a fare? Ora, dici che mi daranno pure a me la scorta come a Roberto Saviano?”.
( 2 – continua )______
LA PRIMA PUNTATA DELLA NOSTRA INCHIESTA