(Rdl)______Vinicio Capossela (nella foto), 54 anni, apprezzato polistrumentista, cantautore e scrittore italiano, nato in Germania da genitori dell’ Irpinia, sempre premiato dalla critica, impegnato da decenni su più fronti artistici e sociali – una chicca – è cittadino onorario di Patù. Nel 2009 fu entusiasta di questa riconoscimento, che commentò a modo suo: “”Ieri eru ciuveddi, oggi sono patuscio.” (‘Ieri non ero nessuno, ma oggi sono cittadino di Patù”).
Sabato 13 luglio sarà di nuovo nel Salento, sempre nella zona del Capo di Leuca, a Tiggiano, per un concerto.
Nell’occasione, il “Popolo degli Ulivi” gli ha indirizzato questa mattina tramite social una lettera aperta, che – per la semplicità e l’efficacia con cui riassume e fissa le questioni affrontate – riportiamo qui di seguito integralmente______
Vinicio, benvenuto nel Salento.
Abbiamo appreso del Tuo concerto previsto per il 13 luglio p.v. e che sei stato invitato da un’associazione di Tiggiano (Le) che proclama di voler difendere gli ulivi.
Nel ringraziarTi per la sensibilità e l’impegno che dimostri verso l’ambiente, vorremmo chiederTi un momento di riflessione su ciò che sta accadendo qui sul nostro territorio ed invitarTi magari anche ad un incontro di approfondimento.
Ci presentiamo: siamo un gruppo di salentini “di buona volontà” che da anni sono in trincea per difendere questa terra da un pesantissimo attacco al suo patrimonio, gli ulivi, i nostri patriarchi verdi.
La nostra olivicoltura tradizionale, “artigianale”, quella dei piccoli produttori, pur essendo in crisi, ha ottime potenzialità se si orientasse verso produzioni di qualità (senza chimica, nel pieno rispetto della terra e della salute).
Esistono ormai diversi produttori che, seguendo questo percorso, stanno ottenendo ragguardevoli risultati coniugando armonicamente gli antichi saperi (quelli derivanti dalla saggezza dei nostri avi) con le nuove “tecniche” derivanti dalla filosofia dell’agricoltura naturale, rigenerativa, amica della Natura e della Vita (da Masanobu Fukuoka in poi): possiamo dire che la fase “pioneristica” sta andando ad esaurirsi e le “conversioni” verso una sana agricoltura iniziano sempre più a prender piede.
Contro questa impostazione virtuosa ci viene imposto un inveterato progetto di sostituzione dell’attuale olivicoltura parcellizzata, “diffusa”, con un “latifondo industrializzato”, concentrato nelle avide mani di pochi, maledettamente “sporco” di veleni, insaziabilmente ingordo di acqua (che nel Salento non c’è), finalizzato ad una produzione massiva di PESSIMO olio, destinato esclusivamente al monopolio della grande distribuzione e a prezzi da fame.
Un disastro che è già stato realizzato in modo eclatante in Andalusia, dove ha indotto un’autentica desertificazione ambientale e sociale: siccità ed emigrazione. Se questo disegno andasse in porto, se la nostra resistenza non fosse adeguata, ci attenderebbe lo stesso destino, lo stesso deserto ambientale e sociale e la stessa miseria.
I sostenitori più accaniti di questo triste disegno (ma non certo gli unici) sono le associazioni di categoria agricole e Coldiretti in primis.
Queste hanno chiesto e ottenuto, dopo lo scellerato decreto Martina, il “decreto Centinaio”: un inimmaginabile obbrobrio, folle e criminale, che va in deroga a tutte le norme di tutela della salute, dell’ambiente, della tutela idro-geologica e che prevede l’utilizzo di massicce dosi di pesticidi, che ammazzano le api e che sovvertono tutto il ciclo di vita.
Per non parlare, poi, delle dure sanzioni studiate per chi si dovesse opporre all’eradicazione degli ulivi.
Si è creato così un pericoloso “precedente”, riproducibile ovunque; purtroppo finora a nulla son valsi gli appelli dei medici dell’ISDE e di altri importanti scienziati.
Immaginiamo che Tu, Vinicio, non conosca compiutamente questa situazione, perché i media ne hanno divulgato una completamente fuorviante: parlano di un “batterio killer”, trasportato da una “bestiaccia immonda”, la Sputacchina, che sarebbe la causa del disseccamento di TUTTI gli ulivi.
Questa strategia prevede di avvelenare tutto il Salento per eliminare l’insetto vettore e di espiantare i patriarchi verdi (anche quelli sani, vivi e vegeti) per sostituirli con altri ulivi brevettati, che FORSE resisterebbero al cosiddetto “batterio-killer”, così come è già successo in Andalusia…
Non possiamo qui esporti per brevità tutte le argomentazioni. Ci limitiamo a dirti che dai campionamenti MIGLIAIA di ulivi con essiccamenti sono risultati negativi al batterio Xylella (stando ai dati ufficiali, su meno del 2% degli ulivi campionati risulta presente il “batterio killer”). Non si capisce come farebbe il “batterio killer” a provocare disseccamenti su migliaia di alberi senza esser presente.
Probabilmente non lo saprai, ma ci risulta che l’associazione che ti ha invitato nel Salento per il prossimo 13 Luglio condivida la linea di chi promuove gli espianti dei nostri ulivi autoctoni (ulivi secolari, se non millenari) come fosse l’unica soluzione possibile per salvarci da questo batterio su cui è stata imbastita tutta la campagna di terrore, senza la quale nessun finanziamento europeo sarebbe stato concesso.
Probabilmente non saprai che alcuni contadini, ma anche professori universitari in scienze agrarie, stanno ottenendo OTTIMI risultati e guarigioni degli ulivi con disseccamento.
Noi abbiamo esperienza di interi oliveti che stanno benissimo solo con le tradizionali cure agronomiche (senza l’uso di chimica) e di tanto sudore e amore. Confidiamo nel Tuo interesse ad approfondire, ad ascoltare o a voler constatare di persona che uliveti addirittura nelle prime zone focolaio, lì proprio dove i danni sono stati più ingenti, oggi stiano bene e siano in procinto di regalare un abbondante raccolto.
Ci farebbe piacere se volessi essere nostro ospite per andare a vedere di persona questi oliveti.
VINICIO CAPOSSELA INCONTRA L’ASSOCIAZIONE DEL POPOLO DEGLI ULIVI, I VOLONTARI CHE DA 6 ANNI COMBATTONO “ISOLATI E VESSATI” PER SALVARE GLI ULIVI E L’IDENTITÀ SALENTINA, PAGANDO DI PERSONA IN TUTTI I SENSI
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http://www.leccecronaca.it/index.php/2019/06/27/la-nostra-terra-non-e-in-vendita/
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