LECCECRONACHE / WANDA NARA, IL LECCE LASCIA IL LATO B
di Raffaele Polo______
Sì, me ne sono reso conto. Aspettavo solo che qualcuno me lo facesse notare. A quel punto, non ho potuto più far finta di nulla ed eccomi a ricominciare, con le ‘Leccecronache’ che sono la mia testimonianza, pregna di ‘salentinità’ del mondo che mi circonda e che non manca di sollecitazioni e cronachette degne di essere raccontate e messe in circolo. (Un’amica mi ha detto: Ma non stai scrivendo più su leccecronaca.it ? È bastato questo ‘richiamo della foresta’ ed eccomi qua.)
Mi impegno, allora, a produrne almeno una alla settimana, programmandone almeno mille, per assicurarmi altri vent’anni di vita… Che poi, il Signore sa cosa deve fare….
Parliamo subito del Lecce in A.
Se anche Salvini si è rallegrato per la promozione (Grillo no, ma deve aver compreso che è meglio non insistere, magari in altre situazioni…) vuol dire che c’è qualcosa di più importante che non sia l’intrinseco passaggio ad una categoria più importante nello sport più popolare nella nostra bella Italia.
Io di calcio, seguo i chiari insegnamenti di Gianni Brera, seppur con un fondamentale distinguo: che il bravo Giuanin era esclusivamente legato ai panorami, ai profumi ed alle atmosfere della sua amata Bassa Padana. E mai, dico mai, avrebbe tradito questo sviscerato amore intellettuale con una asettica internazionalità che, tra l’altro, gli avrebbe tolto l’immediata conoscenza e riconoscenza dei suoi lettori. Come togliere a Camilleri il suo italo-siciliano, oppure negare a Gadda l’idioma romanesco…
Ora, che il Lecce sia in serie A col calcio, vuol dire che abbiamo un panorama più vasto e più complesso da affrontare. Non solo col pallone, ma con un argomento che, da noi, ancora stenta a fiorire rigogliosamente: la Cultura. Ed è ora che, col permesso di Wanda Nara (nella foto), anche la cultura cominci a diffondersi tra i tifosi che affollano tribune e curve di uno stadio e che sono, pensateci bene, molto diversi dal proletariato incolto e vociante che molti pensano venga a vedere la partita solo per insultare gli avversari ed esprimere violenza.
No, allo stadio ci vanno anche i pensatori, le persone che credono nei Principi fondamentali dell’Etica Umana, che sono informati di cosa è il Sovranismo e delle questioni dei dazi statunitensi… Cominciate a capire, allora, perché anche Salvini ha partecipato alla gioia di una città che è pur sempre dislocata nella Terronia, ma che gli ha regalato insperati consensi, per un gioco di politica e convenienze che sono state sempre presenti da noi e che, tanto per dire, hanno visto l’olocausto di ottocento martiri ad Otranto, mentre Venezia trovava accordi col Sultano…
Evviva il Lecce in serie A, dunque.
Merito di tutti, ma sicuramente merito di chi ha seguito le vicende della squadra, illudendosi che Lecce calcio sia espressione della società salentina…
Non è proprio così, ma ci piace pensarlo, in mezzo ai tanti, variegati interessi: la pubblicità dell’acqua Orsina, che si produce a Bari e che è in bellavista nei tabelloni pubblicitari dello stadio di via del Mare, ci fa pensare che anche la diatriba con i cugini baresi sia terminata… O magari solo rimandata a quando tornerà il derby: un incontro di storia e cultura diverse, di gotico e barocco, di dialetti e tradizioni differenti, di pasticciotti e parmiggiana contro sgaliota e focaccia barese…
Evviva, allora, evviva la cultura leccese che, attraverso il calcio, è diventata di serie A.
Solo per il calcio, è vero. Ma la speranza è che si continui anche con gli argomenti più seri…