ASPETTANDO NANDO / “Un continuo confronto giocoso tra palco e realtà”

| 14 Maggio 2019 | 0 Comments

 

di Emanuela Boccassini______

GIUSEPPE MAURO, PURE LUI SUPERSTAR, PER UN ALBUM A FUMETTI, E POI UN FOTOROMANZO

Appartenente alla classe ’97, Giuseppe Mauro (nella foto) è stato scelto come disegnatore per il progetto Superstar, un musical che prevede, a parte la messa in scena teatrale, la realizzazione di un fumetto, proprio a opera del giovane galatinese, e di un fotoromanzo, come quelli così popolari nei decenni scorsi.

Oltre all’album musicale che conterrà la colonna sonora originale, che sta scrivendo Nandu Popu dei Sud Sound System.

Mauro ha accettato con entusiasmo la proposta del direttore di leccecronaca,it Giuseppe Puppo “soprattutto per il fatto che creare, oggi, un evento crossmediale come Superstar, che non rimane confinato solo nella forma iniziale di musical, ma che si espande verso altri media e forme di comunicazione, è qualcosa non solo molto rara e inusuale nel panorama italiano, ma anche suggestiva e ricca di spaziare con la fantasia“.

 

Impegnato nell’elaborazione dello stile grafico dei personaggi e delle ambientazioni, è un work in progress, ma con le vignette che ha già prodotto si augura “di aver fatto capire lo spirito” di quanto realizzerà, “un continuo confronto giocoso tra palco e realtà”.

Qui sotto, un’altra anticipazione, per il produttore del musical, Vito D’Agostino.

 

 

 

 

 

 

Giuseppe Mauro ha frequentato il “Liceo classico Pietro Colonna”, durante quel periodo si è appassionato alla letteratura e si è largamente speso in attività attinenti alla sua grande passione: ha realizzato, infatti, il logo per le felpe scolastiche, ha scritto per una rubrica di cinema sul giornale scolastico Intervalla Insaniae e ha organizzato laboratori di disegno per gli studenti.

Dopo la maturità, ha intrapreso un percorso che potesse rendere la passione per il disegno utile per una professione qualificata e nel 2016 si è iscritto presso il Politecnico di Milano, frequentando la facoltà triennale di Design della Comunicazione.

In questi anni ha compiuto diversi progetti interessanti, tra i quali Onda Type, un’analisi visiva riguardo la storia del carattere tipografico nel corso del Novecento, pubblicato nel 2018 in formato e-book da I Quaderni del Bardo Edizioni; e una campagna di sensibilizzazione su Affido Anziani, servizio sociale realizzato dal Comune di Milano, un lavoro commissionato dal Comune stesso e presentato in occasione dell’VIII edizione del Forum delle Politiche Sociali a Milano, presso Palazzo Marino.

Ha partecipato inoltre alla XVI dizione del concorso nazionale Scrivere di Cinema Premio Alberto Farassino.

Gestisce sui social network due pagine: LoneLy Boy, presente su Facebook e Instagram, in cui  pubblica i suoi lavori di sketch e fumetti; e GGGP, presente solo su Facebook ‒ spazio creato collaborando con Giunio Panarelli ‒ dove sono pubblicate vignette e testi di stampo satirico.

Tra i suoi ultimi impieghi, ha realizzato il progetto grafico per le presentazioni della silloge di poesie Più probabile che non di Chiara Evangelista, edita da I Quaderni del Bardo Edizioni.

Ha, infine, collaborato con il quotidiano leccecronaca.it realizzando alcune vignette nel periodo natalizio e scrivendo articoli per Nuovo Cinema Lupiae, rubrica dedicata ai film in uscita in sala.

Gli abbiamo fatto qualche domanda in più.

 

– Quando ha scoperto la sua passione per il disegno e in particolare per il fumetto?

“Fin da quando ero bambino sono sempre stato affascinato e colpito da quei mondi e da quei personaggi ai quali bastava semplicemente un tratto di matita per poter essere così vivi nelle nostre fantasia. Una specie di magia che si è palesata dapprima nei film e nei cortometraggi animati e poi, a circa 6 anni, ho scoperto come quella stessa magia potesse essere trasposta in modo incredibile anche con carta e china.

Da quel momento il fumetto è stato una parte fondante del mio quotidiano, anche perché, nel corso degli anni, ho conosciuto ed esplorato tutte le forme che un fumetto può esprimere: dalla leggerezza semplice degli albi di Topolino, al racconto esistenziale presentato dalle graphic novel, fino alla satira delle vignette pubblicate sui quotidiani e riviste.

Ritengo che il fumetto sia una delle forme più efficaci e sperimentali, assieme al cinema, per poter narrare, descrivere e analizzare la nostra complicata realtà. Il più bel paradosso che il fumetto crea è che si parte da una gabbia di sei vignette, ma col fine di liberare tutte le possibilità dell’esprimersi, e cerco di portare questa lezione in ogni lavoro che realizzo”.

 

– Chi è il Suo modello? Sempre che lei ne abbia uno…

“Beh, ce ne sono parecchi di modelli, visto che, in un ambito così pratico come quello del disegno e del fumetto, si cerca allo stesso tempo di creare un proprio stile e di imparare dai più grandi, spulciando tra le pagine con maniacale attenzione in cerca dei loro segreti, o di possibili tecniche da fare proprie.

Nel mio percorso, in particolare, la scuola disneyana è stata una vera palestra per poter cominciare: Giorgio Cavazzano, con il suo tratto così plastico e dinamico; Silvia Ziche, una matita al servizio della comicità; per non parlare di mostri sacri come Carl Barks, Floyd Gottfredson e Romano Scarpa.

Poi, a 16 anni, ho conosciuto il mondo delle vignette: adoro roba come Calvin & Hobbes di Bill Watterson oppure i Peanuts di Charles Schulz.

Lì ho compreso come disegno e contenuto possano non essere subalterni, ma possano creare un connubio efficace e senza tempo.

Sono questi i miei primi maestri quotidiani, a cui ho aggiunto tanti altri come Hugo Pratt, Milo Manara, Stan Lee, Andrea Pazienza, Forattini, Makkox e Altan; fino ai più recenti Leo Ortolani, Zerocalcare e Gipi.

Da tutti questi cerco di comprendere per poter trovare la mia via fumettistica e il mio stile di disegno, con la speranza di realizzare almeno un decimo di quello che hanno realizzato loro”.

 

– Cosa ci può raccontare di questa nuova e importante avventura? Cosa si aspetta?

“Vorrei dire subito che questo progetto è sicuramente tra i più importanti che abbia realizzato, e quando il dottor Puppo mi ha proposto questa occasione mi sono sentito onorato e impaziente di cominciare a lavorarci con tutto l’impegno. Lo ringrazio sentitamente per tutto questo.

Si tratta di un progetto crossmediale, che non si ferma soltanto alla forma di musical ma si amplia anche in altre forme, come il concept album di Nandu Popu, e il fumetto, e il fotoromanzo  che andrò a realizzare io.

Superstar è certamente innovativo soprattutto per questo motivo e sono contento di farne parte.

Mi aspetto che la gente possa apprezzare tutto questo e, per quanto mi riguarda, spero con il fumetto di poter dare un contributo nel modo migliore possibile.

Quello che posso dire del mio ambito adesso è che è ancora un work in progress: sto strutturando graficamente i personaggi protagonisti e le ambientazioni e sto abbozzando un possibile soggetto per la sceneggiatura che sia collegato e indipendente dal musical stesso.

Di certo posso assicurarvi che sarà un grande spettacolo, non vedo l’ora di vederlo in scena”.

 

– Ha detto che lo spirito con il quale realizzerà le vignette è un continuo confronto giocoso tra palco e realtà. Ci può spiegare in cosa consisterà e farci qualche esempio?

“Certo. Il mio intento per questo fumetto, visto che è ambientato nel mondo dello showbiz, è riuscire a unire insieme il mondo scenografico e immaginifico che solo un palco può scatenare nella mente dello spettatore, e il contesto reale con cui abbiamo a che fare ogni giorno.

Per realizzarlo in maniera visiva voglio realizzare i personaggi attraverso uno stile grafico prettamente fumettistico e farli interagire in luoghi reali, utilizzando fotografie come scenari. Il risultato è un po’ audace, ma alla fine il mood sarà come in Chi ha incastrato Roger Rabbit…Ma in salsa salentina, ovviamente!

E poi sto pensando al fotoromanzo, che ricaverò dai vari set fotografici, con gli attori già nei panni dei loro personaggi, che si svolgeranno a partire da giugno, quindi prima delle prove dello spettacolo teatrale vero e proprio, previste da settembre”.

 

– Cosa significa per lei trasporre su carta e con la matita uno dei personaggi più amati della musica salentina?

“Beh, è di certo qualcosa di inaspettato e per questo mi sorprende in positivo.

Da ragazzo mi ha sempre colpito l’universo musicale di Nandu Popu e dei Sud Sound System, penso che creare questo insolito connubio tra dialetto salentino e reggaeton sia stato uno dei modi più efficaci per poter raccontare le contraddizioni e le emozioni che solo il Salento riesce a dare, arrivando a raggiungere il grande pubblico e andare oltre ogni confine.

Rappresentarlo in questa forma intrisa di matita e china è un piccolo omaggio per un grande artista,  ma soprattutto per una grande personalità, da sempre dedito alla creatività e in prima linea per difendere e valorizzare le qualità di una terra che troppo spesso viene bistrattata, o si penalizza con le sue stesse mani”.

 

– Al termine del corso di studi intrapresi presso il Politecnico di Milano che cosa vorrà fare? Continuerà a realizzare fumetti?

“Nella mia vita sono stato attento a realizzare al meglio ogni sfida che si affacciava davanti a me. Sto lavorando sodo per riuscire a laurearmi quanto prima, con l’obiettivo di essere competitivo e preparato per la mia carriera lavorativa.

Nel percorso triennale di studi, mi sono appassionato al mondo della brand identity, ovvero quella branca che si occupa di progettare, strutturare e realizzare la forma e il significato dei marchi di prodotti e aziende. Mi piacerebbe sviluppare al meglio quest’ultima in una laurea magistrale, sempre qui a Milano o, se ci sarà la possibilità, magari all’estero.

Per quanto riguarda il fumetto, è una parte preponderante della mia personalità, quasi viscerale oserei dire, e quindi continuerò sempre a disegnare, ma da Superstar ho iniziato a capire come una passione, se non si vuole farla rimanere solo passatempo, ha bisogno di professionalizzarsi un po’, e quindi lavorerò sodo anche su questo, perché tengo davvero tanto a rendere viva questa qualità che la vita mi ha donato”.

 

– Cosa porterà dietro, nel suo percorso lavorativo, del mondo dei fumetti?

“Uno dei pregi che il fumetto possiede è la sua trasversalità, capace di unire la cultura alta dei classici della letteratura e del pensiero alla cultura bassa prettamente pop che riflette il contemporaneo e il quotidiano. Proprio come il fumetto, anch’io nel mio percorso lavorativo sono incline a prendere il meglio dei due contesti con il quale sono cresciuto e mi sono formato per poter realizzare sempre qualcosa di nuovo e di efficace dal punto di vista della comunicazione.

Sarà probabilmente un’avventura sempre più difficile, lo ammetto, ma in questo modo riuscirò a essere semplicemente me stesso: un curioso con l’animo da bambino”.______

L’ APPROFONDIMENTO nei nostri tre recenti articoli di presentazione del musical

ASPETTANDO NANDO / IVAN RAGANATO PARLA DEL MUSICAL “Superstar”

ASPETTANDO NANDO / GIUSEPPE PUPPO SPIEGA LA SUA GRANDE STIMA PER I SUD SOUND SYSTEM E RACCONTA COME HA SCRITTO IL TESTO TEATRALE DEL MUSICAL DI NANDU POPU: “Quattro settimane e mezzo di passione”

ASPETTANDO NANDO / NANDU POPU STA SCRIVENDO PER LA PRIMA VOLTA UN INTERO MUSICAL

Category: Cultura, Eventi

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