ASPETTANDO NANDO / GIUSEPPE PUPPO SPIEGA LA SUA GRANDE STIMA PER I SUD SOUND SYSTEM E RACCONTA COME HA SCRITTO IL TESTO TEATRALE DEL MUSICAL DI NANDU POPU: “Quattro settimane e mezzo di passione”
di Emanuela Boccassini______
“Ancora nei primi anni Novanta, il Salento era pressoché sconosciuto, comunque misconosciuto e insondato…”.
Mi racconta subito questo, Giuseppe Puppo, che in quel periodo viveva a Torino, e si sentiva ripetere quasi sempre: “Lecce? Ah, la Puglia, io sono stato sul Gargano”, oppure “Lecce? Ah, bella la Puglia, è bella Bari”, o frasi del genere. Sembra prendere alla lontana, questa intervista sul musical Superstar che Nandu Popu sta componendo su un suo testo teatrale.
Cristo si era fermato a Polignano a Mare, insomma… E poi, direttore?
“Poi Radio Rai cominciò a trasmettere le canzoni dei Sud Sound System. Io, nel mio piccolo, già all’epoca, mi ricordo, ci scrissi su un mini saggio… Ascoltavo il programma radiofonico allora in auge, Rai Stereonotte e intuii l’importanza di quanto stesse avvenendo.
Sulla spontaneità, sulla musicalità – e qui intendo la cadenza, non certo le note delle canzoni – sul fascino dell’uso del dialetto che troviamo in loro.
Per la prima volta, proprio grazie alle canzoni dei Sud Sound System, al loro utilizzo del vernacolo, moltissimi in Italia e in Europa cominciarono a conoscere il Salento, se non altro a collocarlo geograficamente in maniera corretta”.
Quindi, una stima che viene da lontano…
“Sì. A mio avviso, rimane insomma questo il loro miracolo principale, l’uso e la valorizzazione del dialetto, che provocò, per essere precisi che iniziò a provocarlo, che diede il via, a tutto un fenomeno economico e sociale…
Insomma, e da studioso, da testimone anzi dell’ultima uscita pubblica di Pier Paolo Pasolini, proprio qui a Lecce, la lezione sull’importanza dei dialetti, nella fattispecie mi sento di poter allargare il discoso dalla dimensione linguistica, a quelle economica e sociale…
Perché verranno poi, solo poi, la squadra di calcio in serie A, internet, la Ryan Air, La Pizzica, la Taranta, il Barocco, Otranto, Gallipoli, Santa Maria di Leuca e quant’altro, che hanno da alcuni anni stabilmente collocato il Salento addirittura nei pressi dell’ ombelico del mondo”.
E poi?
“E poi, in un brodo di giuggiole, vado…Musicalmente il rap e il reggae reinventati… E culturalmente la Comunità e le Tradizioni, le radici ca tieni…E ancora, politicamente l’impegno costante per la difesa del nostro territorio…”
Una stima che viene da lontano, insomma, ma che si concretizza artisticamente nel presente…
“L’anno scorso, per la prima volta. Chiesi a Nandu Popu, tramite Facebook, una canzone per il mio precedente spettacolo teatrale, ‘La dea trans’, ed egli ci regalò un capolavoro, ‘Carlotta’. E fu così che poi ci siamo conosciuti anche di persona”.
E si proietta nel futuro…
“E già! Perché è stato naturale pensare a lui, per la musica, avendo deciso di scrivere, questa volta, e per la prima volta, un musical”.
Come le è venuta questa l’idea?
“Alle prove, anzi all’ultima prova prima dello spettacolo all’Apollo del 4 dicembre 2018, cui ho assistito. Ho notato in quell’occasione che tutti gli attori e le attrici, lo stesso regista-protagonista Ivan Raganato, appena partiva la musica della canzone di Nando, non si trattenevano, e iniziavano a ballare. Ed è stato questo che mi ha fatto scattare l’idea.
Ovvio, essendo un musical, conta in primo luogo la musica, non il testo teatrale. Ma, insomma, io ci ho messo del mio, ho scritto una storia, anzi, un insieme di storie, che si intrecciano l’una con l’altra. Ed eccoci qua”.
Una nuova, esaltante avventura, l’ha definita lui…
“Ho letto, ovviamente, e ho apprezzato molto l’intervista che Le ha concesso. È così, esattamente così, anche per me. Parafrasando le dichiarazioni di Nando, ecco… Dopo quaranta e passa anni di giornalismo, dopo un romanzo, dopo una decina di saggi o libri di inchiesta, dopo il teatro di poesia, Marinetti, Pasolini, Pound e Carmelo Bene, il teatro impegnato e di nicchia, per la prima volta un musical, una sfida con la cultura popolare, a lungo colpevolmente trascurata o snobbata da parte di una certa cultura con la puzza sotto il naso. Anzi, se mi permette…”
Prego, dica pure…
“Ecco, gongolo all’idea che allo spettacolo teatrale, e al c.d. musicale, la produzione abbia pensato, a margine, di affiancare due realizzazioni editoriali, che saranno un album di comics, e un fotoromanzo. Dico: fumetti e fotoromanzi, per me una goduria solo all’idea. Vedremo poi cosa ne verrà fuori…”
Quando ha scritto il testo di Superstar?
“Di getto, di botto, preso da un’ irrefrenabile passione. Da prima di Natale, più o meno dall’ Immacolata 2018, alla Befana del 2019. Quattro settimane e mezzo di passione. Sono state queste le mie vacanze di Natale. Finito, ‘chiuso’, come si dice in gergo, il giornale, tutti i giorni, in quel periodo, anzi, spesso tutta la notte, mi sparavo in sottofondo ‘Burattino senza fili’ di Edoardo Bennato, sempre quello, oramai lo so a memoria, questo album… E scrivevo sulle note di quelle canzoni. E poi prima di addormentarmi stanco molto, facevo ancora in tempo a rivedermi spezzoni di ‘Evita’, di ‘Mamma mia’, di ‘Flashdance’, tanto per gradire, per mirare in alto”.
Naturalmente, lo so già, non mi dirà niente del copione… Però…
“Però ci prova, ok… Guardi, mi avvalgo della facoltà di non rispondere. I produttori sono stati categorici, al riguardo: niente anticipazioni…”
E però… Almeno perché Superstar, almeno del titolo…
“Però… Però… Però niente, non posso, davvero…
Guardi, diciamo che è una storia che comincia nel mio quartiere, il popolare quartiere di Santa Rosa, dove sono nato, dove ho vissuto da ragazzo, e dove sono ritornato a vivere, da quando, da qualche anno, sono ritornato a Lecce, e che continua poi negli studi di Telerama… Solo che negli studi di Telerama cominciano poi altre storie, ehm…Succedono un bel po’ di casini…Ehm…Di proporzioni bibliche, a dirla tutta… Ma già questo mi è scappato… Adesso il patron di Telerama, il buon Paolo Pagliaro, si spaventa, e ci leva la location…
(sorride)
Spero di no, anche perché Telerama diventa la capitale italiana dello spettacolo televisivo, nella fiction di Superstar… Speriamo bene, e intanto mi consenta di ringraziarlo per la sua disponibilità, data subito senza voler sapere niente dello spettacolo”.
Basta?
“Basta. Mi congedo e, ringraziando anche Lei, La saluto con una frase alla Tina…”
E adesso chi è questa Tina?
“La Tina, anzi, la Ttina con due t. Uno dei personaggi di Superstar, che parla con i versi delle poesie. Ecco, per quello che ho scritto io, la Ttina direbbe: vi aspetto il 7 dicembre…Perché? Perché lo scrittore scrive con la speranza di trovare una mano sconosciuta da poter stringere nell’oscurità“.______
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LA RICERCA nel nostro articolo del 10 aprile scorso