CONFERENZA STAMPA SHOW, VOLANTE, MA PESANTE, DI GIUSEPPE CONTE / PER LA XYLELLA, ALTRI SOLDI DAL GOVERNO, “per facilitare l’eradicazione delle piante infette”. SU TAP “io ci ho messo la faccia’…
di Giuseppe Puppo______
Dopo un’ora e mezza di attesa, in riga, dietro la corda, che poi era un cordone segnaposti steso alla buona, in piedi, sotto il primo sole caldo che già si faceva sentire, i cameraman aggrovigliati fra i cavi e con le pesanti macchine in spalla, molti con i microfoni e i telefonini fra le mani, una ventina di giornalisti attendono ancora.
Di cinque minuti, in cinque minuti. Senza potersi muovere, guai a spostarsi di un passo oltre il limite, il confine.
Così ha voluto la regia dello spettacolo, per l’arrivo del Presidente, che, bontà Sua, risponderà a qualche domanda, come ci viene detto appunto dalla regista dell’operazione, una solerte funzionaria del suo staff, “una o due, non di più“, e mannaggia, manco Rocco Casalino c’era, purtroppo. Però la sua impronta di taglio televisivo si sentiva, sia pur per interposta persona.
Identificati tre volte, all’arrivo all’ Ekotecne, all’arrivo davanti la palazzina sede della cerimonia e poi di nuovo durante l’ attesa, nonostante il vistoso pass da esibire obbligatoriamente e tutte le credenziali mandate via mail nei giorni precedenti.
Schedati e imbalsamati, guardati a vista da un numero di poliziotti doppio rispetto ai venti che eravamo noi, e guai a muoversi.
Va beh, capisco le ragioni di sicurezza, ma mica eravamo in un posto qualunque, frequentato da tutti, in una pubblica piazza, in una pubblica via, eravamo in venti, più o meno, identificati tre volte, in un posto controllato da sottoterra e dall’alto dei cieli, blindato: perché immobilizzarci nella ressa per un’ora e mezzo, costretti a stare in piedi in mezzo metro quadro?
E quali erano le ragioni dello scenografico spettacolo da glorificare, di questa visita del Presidente?
Va beh, non capisco. Ma eravamo liberi giornalisti di un Paese libero, oppure nemici, pericolosi intellettuali, dissidenti, di un Paese di Stato di Polizia?
Almeno, la lunga e calda attesa, sarà stata ricompensata dalle notizie raccolte?
Giudicheranno i lettori di leccecronaca.it, per i quali trascrivo tutto qui di seguito, dopo essere andato via subito dopo la fine di questa improvvisata conferenza stampa di strada, senza assistere alla cerimonia vera e propria della firma dell’accordo fra Cnr ed Eni, di cui comunque la collega Maria Antonietta Vacca (sua anche la foto di questo pezzo) darà conto a seguire, visto che è rimasta, eroicamente, dopo aver condiviso con me e con gli altri venti malcapitati, eroici cronisti, i disagi della mattinata.
Prima, era passato il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, che si è schierato davanti e ha rilasciato di sua iniziativa una dichiarazione in cui ha annunciato trionfale che “abbiamo avuto soddisfazione, abbiamo avuto l’ assicurazione del governo che, dopo i centodieci miioni di euro previsti dalla Regione Puglia, esso stanzierà altri trecento milioni di euro, che si aggiungeranno ai nostri, così contiamo di arrivare ai cinquecento milioni di euro di cui abbiamo bisogno per ricostruire il paesaggio”.
Fine. Parlava della Xylella, ovvio. Ora, a parte che la matematica per lui è evidentemente un’opinione, e a parte che, come dirà il presidente del Consiglio, i trecento milioni di euro annunciati dal governo sono spalmati su più riprese nei prossimi anni, ecco, era la chiusa della breve dichiarazione che un po’ mi incuriosiva, e un po’ mi inquietava.
“Presidente gentilmente, che vuole dire ricostruire il paesaggio?”, riesco a chiedergli, prima che vada via, finito di parlare, sovrapponendomi ai compagni di prigionia, pardon, ai colleghi giornalisti.
Ed ecco la sua testuale risposta: “E’ una battuta. Facciamo un convegno su questo. Un’altra volta…“.
Passa il ministro per il Sud Barbara Lezzi, che saluta educatamente ed entra, senza rilasciare dichiarazioni.
Poi, finalmente, arriva il presidente del Consiglio. A piedi, dopo aver lasciato l’auto di rappresentanza, e da una direzione che non c’entrava nulla con il varco che ci avevano detto di lasciare libero, ammassandoci per questo per un’ora e mezzo come racontato prima: da quel varco non è passato nessuno, infatti.
Sorridente, cordiale, elegante nei tratti e nei modi, Giuseppe Conte saluta le autorità, i presidenti di Cnr ed Eni, e si avvicina a noi giornalisti. Non per pochi secondi, come annunciato, ma per molti minuti, a dire la verità, perché – gli va dato atto – non si è sottrratto a nessuna delle domande che, sia pur al volo, gli sono state poste.
E allora, ecco qua quello che ha detto, per punti.
CERIMONIA ODIERNA “E’ una giornata molto importante per il Sud, l’intesa fra Cnr ed Eni porterà la creazione di quattro laboratori di ricerca in un settore importante come quello energetico, ne sono orgoglioso”
XYLELLA ” E’ uno scandalo, questa tragedia andava estirpata prima. Il governo prevede di impiegare trecento milioni di euro, centocinquanta entro il 2020 e centocinquanta entro il 2021 per aiutare il settore e facilitare l’eradicazione delle piante infette”
SUO RUOLO PERSONALE “La mia esperienza personale termina con questo governo. Intanto però siamo al governo e dobbiamo misurarci con la realtà da affronatre giorno per giorno e fino all’ultimo giorno con entusiasmo ed energia”
ILVA TARANTO “C’era una gara aggiudicata, da avvocato mi complimento con Luigi Di Maio, perché è riuscito ad ottenere il massimo dalla nuova proprietà, sia in termini di occupazione dei lavoatori, sia della tutela ambientale”
TAP MENDUGNO “Non era possibile tornare indietro. Io ci ho già messo la faccia, ho già spiegato le ragioni della nostra scelta con una lettera aperta alla comunità. Ora ho l’obbligo di pensare a misure di sostegno per la comunità di Melendugno. Annuncio provvedimenti di trenta milioni di euro. Avrei voluto deciderli insieme al sindaco di Melendugno, ma lui ha rifiutato il confronto. Declinare il mio invito è stato uno schiaffo non a me, ma a tutta la sua comunità locale”.
Così disse, e al sindaco Marco Potì saranno fischiate le orecchie.
Poi, lui va, nella palazzina della cerimonia, i colleghi giornalisti embedded al seguito, io scappo via, a scrivere il pezzo. Non commento nemmeno le dichiarazioni, lo faranno, se vorranno i nostri lettori, mi sono limitato a raccoglierle, e non è stato facile, ma forse ne è valsa la pena, perché qualche cosa di ancora più chiaro adesso possiamo averlo.______
LA RICERCA nel nostro articolo immediatamente seguente
+++GIUSEPPE CONTE… OVVERO COME PROVARE A FAR TACERE UNA NAZIONE+++
Oggi il VOSTRO Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha presenziato a Lecce, nella sicura roccaforte del campus universitario Ecotekne, all’inaugurazione di un progetto tra CNR e ENI. Si, proprio quell’ENI che con le sue diramazioni SNAM e SAIPEM è all’interno del progetto TAP; quell’ENI che si comporta da pubblico quando deve attingere a finanziamenti e da privata quando deve riscuotere gli utili; quell’ENI che è tra le società più attive in quel sistema estrattivista massimo artefice dei cambiamenti climatici; quell’ENI sotto processo per corruzione in Nigeria e per presunto inquinamento in Basilicata; quell’ENI che è il più classico esempio di ciò che è diventato il sistema.
Ci teniamo a sottolineare l’inizio di questo post: oggi Conte non può più essere il Presidente del Consiglio di tutti gli italiani, quell’autoproclamato “avvocato del popolo” che oggi dimostra invece di essere il difensore d’ufficio delle lobby, svendendo lo Stato italiano alle più becere schiavitù capitalistiche e dimostrando che l’avvocatura sarebbe una cosa seria, se solo certi elementi non ne facessero parte. Un “avvocato” difende i suoi assistiti, e le dichiarazioni rilasciate oggi stesso da Conte, subito dopo l’incontro a Ecotekne, dimostrano che quest’uomo ha assunto l’incarico di difensore delle lobby, svendendo la nazione al miglior offerente.
Nel massimo picco di ipocrisia mista a mancanza di vergogna, Conte ha dichiarato “Ho già spiegato al Salento che non si poteva tornare indietro. Io lavoro per far sentire risarciti questi cittadini, ho pronto un pacchetto da 30 milioni di euro per aiuti e investimenti, ma il Sindaco di Melendugno si rifiuta di condividerli. Questo è uno schiaffo a me e ai suoi concittadini: andrò avanti da solo”. Bè, più che lo schiaffo, signor Conte, lei sta infliggendo una condanna a morte ad un intero territorio, perché in maniera autoritaria e con fare incostituzionale, sta andando avanti “da solo” contro le esigenze di un territorio e dei suoi rappresentanti! Perché i cittadini e i sindaci dei Comuni compromessi da Tap non vengono interpellati e, se non sono d’accordo, passa in testa sfruttando quel ruolo di Presidente che non si addice a egocentrismi? Questo modo di fare in altri tempi avrebbe avuto un altro nome…
Lei non ha mai avuto il coraggio di parlare ai cittadini salentini, non si è mai degnato di mettere piede in una terra condannata anche da lei e dai suoi aguzzini ai mali peggiori, e oggi dice di aver parlato? Sono mesi e mesi che chiediamo i DOCUMENTI UFFICIALI di questa impossibilità a tornare indietro, e nessuno ci ha mai mostrato nulla perché NON ESISTONO, perché non avete il coraggio di dire che avete preferito vendere la vostra dignità per un piatto di lenticchie!
Oggi se ne esce con la storia dei 30 milioni di risarcimento? Il Salento non è terra di conquista, non è l’elemosina che uno Stato vigliacco vuole elargire per lavarsi la coscienza! Addirittura Tap si dimostrò più magnanima, proponendo 55 milioni di “risarcimenti”. Lei, oggi, con quei 30 milioni, ha dimostrato che, per questo governo, la vita delle persone è quantificabile con delle briciole economiche. Si vergogni di questa sua sfacciataggine!
Ci spieghi, come può uno Stato “risarcire” la popolazione per conto di un’opera privata? Questa è la dimostrazione lampante del totale asservimento di questo governo alle lobby energetiche! Chi ha quantificato questo “risarcimento”? Lei, la Lezzi, Cioffi, o chi per voi?
Il solo parlare di “risarcimento”, non vi fa venire il voltastomaco? Avete la consapevolezza di UCCIDERE un territorio e chiedete il silenzio delle popolazioni comprandolo con le briciole? Che bisogno ci sarebbe di risarcimenti, se Tap fosse un’opera utile? Anche questo metodo avrebbe un nome che ricorda facili costumi italiani…
Oggi, signor Conte, ha chiarito ogni sua posizione, che fino a ieri traballava sul filo del subdolo e del doppiogiochismo. Oggi è chiara la sua posizione di totale accondiscendenza alle lobby, ma non lo farà MAI in nome nostro, non sarà MAI la voce di quel popolo che sta distruggendo. Può vendere pure la sua dignità, ormai ha imparato benissimo a farlo…ma non in nostro nome!
http://www.leccecronaca.it/index.php/2019/03/25/si-tenga-i-trenta-milioni-i-trenta-denari-di-giuda-lei-non-e-lavvocato-del-popolo-e-lavvcato-al-servzio-delle-mutinazionali-dura-fiera-e-degna-risposta-di-marco-poti-a-giuseppe-co/
La promessa di fermare l’opera in 15 giorni, l’accaparramento di voti, poi le scuse, i piagnistei, ed ora il contentino: sembra la trama di un film ma è tutto vero. Questa è la performance dei grillini su TAP. Un’opera che mai avrebbe dovuto trovare cittadinanza in quell’angolo di paradiso salentino, completamente sbagliato il punto di approdo, lo abbiamo gridato ai quatto venti, per primi, per anni. Poi arrivò Barbara Lezzi, oggi ministro per il sud e insieme ai suoi amici gridò più forte promettendo quello che mai avrebbe mantenuto.
Un atteggiamento e un comportamento in puro stile grillino. Promesse al vento. Il Premier Conte ha offerto 30 milioni al sindaco Potì, un compenso per far ritornare il sorriso al territorio? Ma ci faccia il piacere, facciamo i seri. È vergognoso dover assistere a questo teatrino.
Non c’è compensazione che possa reggere di fronte allo sfregio permanente che il gasdotto produrrà al Salento e ad uno dei fondali marini più belli del mondo.
La cosa che mi lascia perplesso è la meraviglia con cui il Presidente del Consiglio non si spiega il motivo per cui non è stata accettata la sua offerta. È incredibile tutto questo; il suo ministro Lezzi, la paladina del Salento, non riesce proprio a spiegargli cosa significa tutto questo per i salentini? Veramente pensano che i salentini hanno l’anello al naso e si lasciano accontentare da qualche posto di lavoro e da 30 milioni?
No caro Presidente, non funziona così. Il danno che il suo governo sta avallando non potrà mai essere accettato o cancellato. Rimango ancora una volta basito dall’inutilità della funzione di questo ministro del sud
+++”AVVOCATO DEGLI ITALIANI”, MA LE REGOLE LE CONOSCIAMO?+++
Un avvocato che cerca di comprare il silenzio dei testimoni promettendo somme elargite dai suoi assistiti, sarebbe passibile di un gravissimo reato. Siamo consapevoli di questo, vero?
A maggior ragione, il reato si aggrava quando queste somme non sarebbero ufficializzate da nessuna parte bensì verrebbero fornite sotto banco al mediatore di turno, che si presta al gioco sporco della compravendita di persone…
Ancora divertiti e al contempo inorriditi dalle dichiarazioni del premier Conte in merito al risarcimento/elemosina proposto da TAP, ci siamo imbattuti nel vecchio progetto del gasdotto Greenstream che approda a Gela e che venne autorizzato nel 2001. Le famose “compensazioni”, in un progetto quantomeno ben strutturato, venivano PREVISTE ALL’INTERNO DELLA VALUTAZIONE DI IMPATTO AMBIENTALE! Nessun risarcimento, ma compensazioni ambientali che hanno riqualificato le aree interessate dal gasdotto e che ancora oggi danno lavoro a decine e decine di operai siciliani.
Non elemosine, ma progetti di bonifica e di rimboschimento per centinaia di milioni di euro!
Oggi, invece, per bocca di una istituzione pubblica, una società privata come Tap vorrebbe elargire briciole a una terra devastata? Come si pone quell'”avvocato degli italiani” tanto rispettoso delle regole? Potrebbe essere un reato passibile di denuncia un atteggiamento di “mediatore non ufficiale” che cerca di comprare la popolazione? E, come se il caso avesse voglia di giustizia, come si pone in questa situazione quel prefetto che nel 2014 si trovava a Gela per tagliare il nastro di quei lavori di bonifica, mentre oggi si trova nella paradossale situazione di dover scortare opere di devastazione e svendita di un territorio?
(il riferimento è all’attuale Prefetto di Lecce Maria Teresa Cucinotta, n.d.r.)
Un avvocato dovrebbe conoscere le regole basilari della giustizia sociale. Ma per riconoscerle ad ogni livello, dovrebbe essere libero di pensare e di cercare giustizia. Quando invece è dedito alla causa difensiva, allora si cercano di eludere quelle regole…
NESSUNA ELEMOSINA PER QUESTA TERRA! LA NOSTRA BATTAGLIA DI DIGNITÀ CONTINUA AD OLTRANZA!
Il Governo nazionale sta facendo la sua parte con importanti risorse messe a disposizione per il rilancio del comparto olivicolo. Ad oggi, però, in Puglia a causa dei ritardi della Regione, manca una chiara programmazione che definisca quali sono gli interventi da attuare nel breve e lungo periodo sui nostri territori devastati dal disseccamento.
Quello che è mancato fino ad oggi nel dibattito politico è come pianificare queste azioni. Non esiste ancora un un piano che ci consenta di classificare e tipizzare il nostro territorio per indirizzare gli interventi.
Come possiamo procedere se non si prendono in considerazione i fattori strutturali e limitanti come per esempio l’acqua e la qualità dei nostri suoli? Come intervenire nelle aree macchiose con roccia affiorante dove l’unica copertura arborea era rappresentata dall’ulivo?
Sono alcune delle domande che non devono tardare a ricevere delle risposte. Lasciar fare al caso e, ancor peggio, a indennizzi a pioggia come è avvenuto in passato, non avrà alcuna utilità. Paradossalmente se avessimo a disposizione risorse per 1 miliardo di euro non sapremmo come utilizzarle.
In sostanza dobbiamo da una parte calibrare le risorse per ricostruire il valore produttivo ed economico dell’ulivo e dall’altra rigenerare il valore paesaggistico con interventi organici che vanno al di là del solo reimpianto dell’ulivo.
Persiste molta confusione sul tema epocale della xylella che ha di fatto mutato in soli 6 anni la fotografia di un Salento oggi purtroppo rappresentato dall’immagine di un “paesaggio di rovine” privo di tratti distintivi e identitari.
In provincia di Lecce praticamente non esiste più agricoltura, con conseguenze sociali ed economiche drammatiche. La maggior parte dei frantoi sono in una fase di dismissione degli impianti e molti imprenditori decidono di vendere le macchine di trasformazione pur di onorare i debiti con le banche. A ciò si aggiunge il monte delle giornate lavorative andate in fumo che prima vedevano interessati circa 20 mila braccianti nella sola provincia di Lecce che oggi si trovano senza reddito con importanti ripercussioni sociali. Occorre poi considerare tutto l’indotto che si muoveva intorno a questo settore e che non trova più alcun sbocco commerciale.
Il quadro sociale ed economico è ulteriormente aggravato da norme farraginose e da una asfissiante burocrazia che di fatto ha bloccato un comparto strategico come il vivaismo e congelato la possibilità per molte aziende agricole di ripartire. Una situazione che in zona infetta ci relega in un immobilismo che di fatto si ripercuote anche paesaggisticamente, con il rischio di perdere la reputazione e l’attrattività di un territorio che prima costituivano un valore aggiunto per il nostro turismo.
Ricordo che la nostra Regione , e soprattutto la nostra provincia, è quella con l’indice boschivo più basso rispetto a tutte le altre Regioni. Bisogna partire urgentemente con una visione integrata per riabilitare l’economia legata a un settore produttivo strategico come l’olivicoltura e migliorare la qualità paesaggistica dei luoghi devastati dal disseccamento degli ulivi.