LECCE CELEBRA IL PRIMO ‘VAFFA NIGHT’. CONTRO BEPPE GRILLO. PESANTE CONTESTAZIONE AL ‘GARANTE’ PRIMA DEL SUO SPETTACOLO TEATRALE. IN PIU’ DI CENTO ‘INDIGNATI’ E ‘DELUSI’, PER USARE DUE EUFEMISMI, DAVANTI AL POLITEAMA GLI URLANO RABBIA E SCONCERTO
di Giuseppe Puppo______
Ci sono ancora le famiglie a mangiare il gelato con i bambini, nel locale accanto, il centro però si sta già riempiendo, di giovanissimi, in anticipo sulla movida del sabato sera. Anche io sono in anticipo, sull’orario fissato, sono in pochi davanti al Politeama. Ma l’ho fatto apposta. Siccome più o meno potevo immaginarmi quello che i contestatori avrebbero detto di lì a poco, avrei voluto sentire prima cosa avesse avuto da dire Lui, in risposta, o comunque a commento della contestazione annunciata.
Appena aprono le porte, vado alle casse, mostro il tesserino di giornalista, e – “Scusi, è possibile sentire il protagonista, fargli qualche domanda quando arriverà, prima dello spettacolo?” – chiedo all’addetta alla biglietteria.- “No“, è la lapidaria risposta.
Va bene. “Scusi” – ci riprovo in altro modo – “è possibile entrare cinque minuti prima dell’inizio, per vedere che pubblico c’è? E magari aspettare l’inizio della rappresentazione, per sentire se magari Lui dice qualcosa di sua spontanea volontà prima di iniziare, al riguardo?”.
“Sì“, mi risponde, ma mi gela subito dopo: “Però deve fare il biglietto…” – “Ma starò solo cinque minuti, poi esco subito…”- provo timidamente ad insistere. Niente da fare: “Se vuole entrare, deve pagare il biglietto…”.
E va beh, ho capito. Belin, però, anche questi del Politeama devono avere qualche antenato di Genova…
Non mi rimane altro da fare che aspettare davanti all’ ingresso. Fuori, i contestatori sono ancora in pochi, ma già intraprendenti (nella foto). Una ventina, guardati a vista, ma da lontano, in tranquillità, da una decina fra Carabinieri e Poliziotti. Il traffico delle auto scorre normale, le code al semaforo pedonale di via Trinchese aumentano in maniera graduale. A mano a mano che passano i minuti aumentano anche i contestatori, alle 20.00 saranno una cinquantina, alle 20.45, l’ora prevista per l’inizio, in sala, dello spettacolo, sono diventati più di cento.
Foto, riflettori di una tv, slogan, cartelli, striscioni. Comizi volanti.
Excursus a voce alta, fra i presenti, in cerchio, mentre gli spettatori paganti dello spettacolo cominciano ad arrivare, guardano increduli e sbigottiti, e si infilano rapidamente oltre le porte. Non ho visto arrivare nessuno dei parlamentari in carica del M5S.
Cominciano le storie di quello che è avvenuto, dalle origini del Movimento 5 Stelle a Lecce, fino ad adesso. Storie di passioni, di sacrifici, di fede e di fiducia. Di battaglie per chiudere e riconvertire l’Ilva a Taranto, bloccare il gasdotto a Melendugno.
Tutto inutile, tutto tradito, nonostante gli impegni solenni e le promesse precise, accusano ex attivisti come Italo Porcari, Angelo Scardia, Giovanni Manzo. Ci sono anche tanti anziani con i capelli bianchi, insieme ai giovani del Comitato No Tap.
Fra i simpatizzanti ambientalisti, ho riconosciuto l’avvocato Antonio Nuzzoli, e il professor Wojtek Pankiewicz, che di volta in volta va a complimentarsi con gli oratori improvvisati, mi scuso con gli altri che non ho ‘inquadrato’.
Poi, la polemica diventa più marcata, quando si specificano nel dettaglio le “incredibili trasformazioni” del Movimento 5 Stelle in partito unico, dalle dinamiche autoritarie.
Gli animi si scaldano, a proposito della lotta per la sopravvivenza che in questi giorni stanno organizzando le famiglie a Taranto, oppure quando si parla, inevitabilmente, dei nostri fratelli ulivi, e della Xylella, l’altro incredibile voltafaccia di Beppe Grillo e della organizzazione di cui continua ad essere il garante. Garante di che?
E si alza poi l’urlo ritmato e insistito GRILLO GRILLO VAFFANCULO, nei confronti di Beppe Grillo, a lungo evocato nei comizi volanti quale “questo signore infame traditore”.
C’è anche qualche VAFFA pure per LEZZI, il ministro per il Sud Barbara Lezzi.
Due degli spettatori in arrivo col biglietto in mano, in due momenti diversi della pesantissima contestazione, provano a difenderlo, prima di entrare a vedere lo spettacolo. Pochi secondi, e gli unici pochi momenti di tensione. Mi scuso, ma non sono riuscito a capire che cosa abbiano detto, contestando a loro volta i contestatori, tutto è passato in fretta, come le loro parole, che però si intuiva erano di dissenso con quanto stava avvenendo. Tutti gli altri, arrivavano, facevano facce strane, o di riso nervoso, o di sbigottimento, e si infilavano nel teatro, con i loro abiti della borghesia elegante, con i loro atteggiamenti da Lecce bene.
Alle fatidiche 20.45, la contestazione è andata avanti ancora per un bel po’. Erano arrivati intanto sempre più numerosi gli attivisti No Tap, che si sono sistemati con i loro striscioni sulla scalinata opposta dell’ex Banco di Napoli e hanno intonato i loro slogan, e l’immancabile leitmotiv “Urla forte Melendugno”.
Poi, pian piano, ordinatamente tutti sono andati via, mentre invece la movida montava, le ragazze passavano in tutt’altri pensieri con i loro stivaletti, avvolte nelle loro minigonne, sono andati via pure Poliziotti e Carabinieri, ed è rimasta, per quanto inespressa, solamente una profonda tristezza, nel buio di questa notte leccese di anticipo di primavera, amarissima.
Quattro gatti che sono usciti dal movimento perché non hanno avuto quegli incarichi e quei riconoscimento personali a cui ambivano, e oggi giustificano il loro livore con la scusa della Tap.