PROTAGONISTA E REGISTA, ALFREDO TRAVERSA PORTA IN SCENA L’ADATTAMENTO TEATRALE DELLA TORMENTATA STORIA DI UN PRETE GAY A CRISPIANO DOMENCA 3
(g.p.)______“Non è il solito prete gay che compare in tv….E’ un sacerdote che fa il sacerdote e che si è scoperto omosessuale…Vive a Roma è meridionale, prima era impiegato in Vaticano…Una storia vera raccolta dal giiornalista Marco Politi”… Così l’attore e regista Alfredo Traversa (nella foto) ci racconta la sua ultima “impresa” teatrale, “La Confessione. Un prete gay racconta la sua storia”, che andrà in scena per la ‘prima’ in Puglia al teatro Comunale di Crispiano domenica 3 febbraio alle ore 18.30, su iniziativa dell’ Accademia Musicale Puccini.
E’ il primo spettacolo teatrale italiano che racconta la condizione di un sacerdote omosessuale. Il lavoro teatrale, tratto dall’omonimo libro di Marco Politi, è stato rappresentato nel mese di dicembre all’Università di Pristina, in Kosovo.
L’opera nasce da un incontro con un prete che ha raccontato il suo mondo ed il suo vissuto, dall’entrata in seminario, alla sospensione e alla celebrazione eucaristica.
“Un calvario attraverso le scomuniche della gerarchia ecclesiastica e la comprensione della condizione dell’uomo e dei suoi desideri carnali – commenta Alfredo Traversa – “Una testimonianza drammatica e sincera di un prete cattolico che scopre di essere omosessuale, raccontata sul palco senza segreti, mentre si mostra al pubblico come nell’atto di una confessione piena. Non c’è mediazione. Il suo corpo e la sua anima sono davanti agli spettatori”.
Lo spettacolo porta in scena il dissidio interiore di un uomo che vuole essere sacerdote e – al contempo – è conscio della propria condizione omosessuale.
“Un uomo disarmato – dice ancora Traversa – perché vorrebbe ‘tenere insieme’ tutte e due le sue parti, quasi un dramma dal sapore shakespeariano. Non è un atto di accusa alla chiesa, anzi: lo spettacolo indaga sull’uomo, nella sua interezza. Vuole essere un momento di riflessione su questo tema così delicato e raccogliere, insieme, il grido di dolore e l’appello di questo sacerdote. Credo che sia questa la funzione del teatro: portare in scena la verità, con le sue contraddizioni, e stimolare il pensiero…C’è amore, c’è odio, c’è insicurezza, c’è distruzione, c’è salvezza, c’è conforto, c’è silenzio. C’è tutto il mondo nell’anima del nostro sconosciuto e se ci fosse una via d’uscita non ci sarebbe la vita, non ci sarebbe il teatro”.