“Madonnadellincoronéta”, LINO BANFI VA ALL’UNESCO
(g.p.)_______Battitore libero negli anni Settanta, a colpi di professoresse e liceali, quando non conveniva schierarsi. Poi, dagli anni Ottanta in avanti, nel pallone con Silvio Berlusconi, che aveva – ed ha – le televisioni, le case di produzione cinematografiche, e le catene di distribuzione nelle sale.
Ultimamente, uno sbandamento a sinistra, per il compaesano Michele Emiliano, che lo ha chiamato a fare il suo consulente presidenziale, nonchè l’ ambasciatore ufficiale di Puglia nel mondo: “Un giorno mi ha chiesto: Lino, vuoi darmi una mano? E io: eccomi, Michè, se hai bisogno sto qua. Lungi da me essere di sinistra, però io e Michele siamo amici e questo conta per me. Io, sono un liberal-centrodestra, ma guardo più alla persona che al partito, tant’è che quando era candidato Veltroni, altro grande amico mio, ero disposto pure a improvvisare un comizio”.
Attualmente, imprenditore nel settore agroalimentare, anche con una linea di prodotti tipici pugliesi.
Un bel curriculum, quello di Pasquale Zagaria, alias Lino Banfi, 82 anni,di Andria, ma forse non è il più indicato per fare il rappresentante del governo nella commissione italiana per l’Unesco, cioè per “favorire la promozione, il collegamento, l’informazione, la consultazione e l’esecuzione dei programmi” dell’ Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura.
Eppure la scelta di Luigi Di Maio è caduta su di lui.
Lo ha annunciato questa mattina.
Seriamente, anche se il suo socio di contratto di governo Matteo Salvini ha provato a scherzarci su: “E adesso, Jerry Calà dove lo mettiamo?”.
Una decisione che non si capisce, né ideologicamente, né pragmaticamente, e neppure in qualsiasi altro modo, e che solo dalla confusione elevata a sistema – ma sì, il 5-5-5 della bizona di Oronzo Canà traslata dal calcio alla politica – di questo governo velleitario, pressapochista e mistificatore poteva scaturire.
Anche perché l’ Unesco è una cosa seria, uno dei pochi e degli ultimi organismi internazionali rimasti che qualcosa di buono ogni tanto combina e favorisce, e che non meritava un rappresentante italiano capace di parlare di orecchiette alle cime di rapa.
Ma che non lo facciano arrabiare, eh, gli altri, alla prima riunione, se no lui è pronto a spezzargli la noce del capocollo.