LA ‘GRANDE CHIESA’ DEL PARTITO UNICO FRODE XYLELLA SANTIFICA LE FESTIVITA’ LAVORANDO ALACREMENTE AI PROPRI PROGETTI DI SPECULAZIONE E DI DEVASTAZIONE. COME PER TAP, COME PER L’ILVA E CERANO: ORA, CHE FARE?
di Giuseppe Puppo______
Non sono “solo una Grande Chiesa“, come quella sognata da Jovanotti
“Che passa da Che Guevara
E arriva fino a Madre Teresa
Passando da Malcom X
Attraverso Gandhi e San Patrignano
Arriva da un prete in periferia
Che va avanti nonostante il Vaticano”.
Qui, il Vaticano non c’entra, è stato zitto, purtroppo. Eppure, alla luce della fondamentale Enciclica Laudato si’ del 2015, in questi tre anni molto, il Vaticano, avrebbe potuto e dovuto dire, anche sull’ affaire Xylella.
Loro, sono “solo” una “grande coalizione”, che si estende da Bruxelles, a Roma, e arriva fino a Bari, e, più modestamente, ma li scusiamo se è poco, passa da Paolo De Castro, a Raffaele Fitto, e arriva a Gian Marco Centinaio, Maurizio Martina e Dario Stefàno, attraverso Michele Emiliano e Leonardo Di Gioia.
Di ecclesiale, c’è solamente la “rivoluzione copernicana” teorizzata per primo da Cristian Casili questa estate, poi subito attuata e accettata all’unanimità, dal Movimento 5 Stelle, diventato loro complice.
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Sono la grande coalizione degli Xylellisti, al servizio degli speculatori, degli affaristi, dei devastatori del territorio, delle multinazionali dei veleni, e dei politici loro camerieri.
Non pigliano pace, di fronte alla prospettiva di distribuire enormi quantità di denaro pubblico, non a chi cura gli ulivi, ma a chi li condanna a morte, e li uccide, per trasformare il nostro territorio, attraverso l’abbattimento indiscriminato dei nostri fratelli ulivi, per procurarsi affari e consensi.
In servizio permanente effettivo, stanno.
A ridosso del Natale, hanno dato il via libera, di nascosto, con un emendamento occultato fra le migliaia di provvedimenti di natura finanziaria, celato fra le pieghe della Legge di Bilancio dello Stato, agli abbattimenti indiscriminati pure degli ulivi millenari.
A ridosso del Capodanno, oggi, come riportano alcuni mass media, senza verifica alcuna, senza analisi di qualunque tipo, con la supina accettazione di postulati teorici senza validità scientifica, e come l’ agenzia Ansa si è fatto carico pochi minuti fa di rilanciare, estendono e rilanciano: annunciano, infatti, con il pretesto del presunto ritrovamento di un ulivo “colpito da Xylella, il batterio che causa l’essiccamento dell’albero” tra Monopoli e Castellana Grotte, che l’affaire Xylella avanza pure nella Valle d’Itria.
Infatti, secondo le parole del direttore dell’Osservatorio fitosanitario della Regione Puglia, Giuseppe Tedeschi, ciò comporterà “l’estensione della fascia di contenimento contro la Xylella alle porte di Bari, effettivo dall’inizio di gennaio” per cui “di conseguenza sarà modificata l’attuale perimetrazione della zona infetta e si procederà anche con la eradicazione degli ulivi nel raggio di 100 metri da quello colpito dal batterio”.
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Di fronte a tutto questo, l’ex presidente del Centro Servizi Volontariato del Salento, il collega giornalista, e sociologo Luigi Russo, ha commentato poco fa via social:
“Come al solito vale lo stesso modello comunicativo: creare allarmismo (oggi i due quotidiani sono proprio fotocopia); poi dire che l’intera Puglia è spacciata, se non si passa alle maniere forti (STADICARE, RUSPE). Come in un film horror, ti spaventano, ti fanno perdere cognizione. E poi qualcuno ti propone la soluzione “a modo suo”, salvo pubblicazione scientifica quando sarà possibile. Poi ti inculcano la supposta: c’è una sola speranza, espiantare e ripiantare, varietà che richiedono acqua che in Puglia non c’è, e veleni nel suolo.
Insomma oltre al danno anche la beffa: gli Ulivi li potranno avere solo i grossi imprenditori, soprattutto baresi, che hanno soldi e trattori e acqua (5000 litri per ettaro all’anno).
Neanche una parola sulle 30 sperimentazioni di “coltivazioni” per la convivenza Ulivi-batteri, pure finanziati dalla Ragione, che stanno funzionando perfettamente (spariti i disseccamenti).
Il “solo” prezzo da pagare questa volta, dopo il Salento (prima campagna elettorale) è pesante: IL SACRIFICIO DEGLI ULIVI DELLA VALLE D’ITRIA. Vediamo però se la loro strategia innescherà la resa o la rabbia.
Amati è pronto con i giubbotti blu per fermare quelli che vogliono salvare gli ulivi?”.
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Amati, Fabiano Amati, del Pd, è un consigliere regionale che in queste ore si sta distinguendo nell’ opera di “allarmismo”, come la chiama Luigi Russo.
Forse, con un eufemismo: io direi meglio di: terrorismo mediatico e disinformazione pilotata.
Come il “vapore acqueo” che abbiamo appreso uscirebbe dall’ Ilva, o dalla centrale di decompressione della Tap, o come le ceneri di Cerano, che, apprendemmo a suo tempo, sarebbero dovute a quei poveri abitanti infreddoliti del paese, che d’inverno tengono accesi troppo a lungo i focolari delle loro case.
E poi, saremmo noi, noi che facciamo autentica – contro – informazione, a mettere le fake news!
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La domanda che però Luigi Russo pone alla fine sottende una questione seria, dal momento che dà per scontato che l’unica cosa che rimanga da fare al “popolo degli ulivi” è ritornare sui campi di battaglia come tre anni fa, quando riuscì a fermare l’avanzata del generale Silletti.
Certo, rimane la variabile della Magistratura, ma i giudici fanno il loro mestiere, che non è quello di fare politica.
Una questione drammatica, dal punto di vista della sociologia politica.
Che si estende inevitabilmente a tutte le altre grandi questioni su cui il Movimento 5 Stelle ha tradito, la Lega è sfavorevole, e del Pd, Forza Italia e vari ed eventuali simili già sappiamo: che unisce la Xylella, a Tap, Ilva, Cerano, Trivelle, discariche, veleni industriali e chimici, e quant’altro sta uccidendo il nostro Salento desertificato e sta ammazzando i Salentini.
E’ un enorme buco nero di rappresentanza politica, per chi ostinato e contrario si oppone a tutto l’enorme scempio in atto a opera del partito unico della Grande Chiesa.
Ci sarà tempo per ragionarci su, dal momento che, benché Michele Emiliano abbia già iniziato la sua campagna elettorale, che, del resto, fra trasformismi e clientelismi non ha mai smesso, le prossime elezioni regionali saranno fra un anno e tre mesi, nella primavera del 2020.
Una questione stesa di democrazia, se il popolo non trova chi lo rappresenti, per il futuro dei territori e dei propri figli.
Ragionarci, magari superando schematismi ideologici logori, tipo destra-sinistra, forme partito ottocentesche e contrapposizioni sterili che non hanno più ragione di esistere, basta un piccolo salto in avanti di intelligenza creativa.
Intanto, signore e signori, prepariamoci i documenti, da esibire ai ‘giubbotti blu’, quando andremo a protestare.
In maniera non violenta e pacifica.
Con la non violenza Gandhi liberò l’ India dagli enormi interessi del colonialismo e dalle truppe dei soldati inglesi. Se la Storia è davvero maestra di vita, è una lezione da tenere a mente, e da riattualizzare urgentemente, dato che a oggi non esistono alternative elettorali, tutte ancora da reinventare, più che da organizzare.______
LA RICERCA nel nostro articolo del 23 dicembre scorso
Cura, non tortura
Oero a Cisternino, intorno all’olivo infetto da #xylella da più di due anni (ma ancora in ottimo stato di salute, come tutte le piante infette in questa parte della regione e per tanto divenuto testimone scomodo di un inganno colossale), si è riunita una comunità vastissima proveniente da tutta Italia.
Nel pomeriggio abbiamo accolto con gioia Carlo Triarico, che ringraziamo con grande gioia e onore.
A Carlo abbiamo rappresentato l’istanza che questo olivo (inserito in un contesto-organismo suolo-ambiente sano come quello di Termetrio), oltre che il simbolo della vita che resiste alle aggressioni dei patogeni (e dei predatori/speculatori), possa diventare anche oggetto di studio e sperimentazione, per fare chiarezza su una malattia che sempre più sembra avere poco a che fare col patogeno incriminato.
E’ ritornata la campagna mediatica del terrore. La notizia è quella di un ulivo in terra di Monopoli risultato positivo alla xylella. Notizia che non vorremmo mai leggere. Notizia divulgata però insieme a foto di alberi completamente secchi pubblicata dai principali organi di stampa ufficiali. Domani leggerete che la xylella galoppa sempre più a nord.
Aldilà dell’indiscutibile gravità del problema del disseccamento degli ulivi che affligge ancora l’area salentina, ma è realmente così che galoppa verso nord? No. Mano a mano che i monitoraggi vengono fatti più a nord vengono trovati nuovi esemplari positivi. Se facessero i monitoraggi (si tratta di campionamenti sugli ulivi) nel foggiano probabilmente troverebbero il batterio anche lì. Presente da quanto non è dato saperlo. La comunicazione che viene fatta in questi casi però è sempre quella rivolta a terrorizzare, a prevedere la peggiore delle situazioni affinchè la gente digerisca l’eradicazione di tutti gli ulivi anche sani nel raggio dei 100 metri. Misura contestatissima, sia per gli effetti sul paesaggio che viene cancellato che sulla reale efficacia. Poichè Monopoli si trova in “fascia cuscinetto” la legge prevede l’eliminazione della pianta infetta, anche se monumentale! (potrebbe pure essere un gigante di 8, 9 o 10 metri di circonferenza come accadde ad Oria), e di tutte le piante ospiti (circa 32 specie diverse) nel raggio di 100 metri dalla pianta infetta. Nei prossimi giorni quando verrà divulgata la posizione esatta cercheremo di capire meglio se nel raggio dei 100 metri si trovino ulivi monumentali. In quel caso se dovessero esserci ulivi monumentali sani nel raggio dei 100 metri questi non andrebbero eradicati ma potati drasticamente e isolata la chioma con reti anti-insetto.
Le piante ospiti al 2015 erano poco più di 300, ora hanno superato le 500 e non secca un cappero… vedete un oleandro secco lungo le strade, o un rosmarino, il timo, le rape, le querce… stiamo ancora a credere alle menzogne che hanno messo su ad arte per poter fare fuori l’olivo secolare e monumentali li dove da fastidio agli speculatori. Chiaro, no?
Nel frattempo siamo attivati a più di 500 eppure non secca un bel nulla, nemmeno l’olivo. E ciò dimostra la fallacità degli assunti da alcuni ricercatori nominati per decreto totalitario e tra i quali non è contemplata nemmeno una sola figura di batteriologo.