NANDU POPU SUPERSTAR
(g.p.)______E’ appena ritornato da una lunga tournée all’estero, scandita da una dozzina di concerti di successo con i suoi Sud Sound System.
Ma intanto ha già fatto un live a Martano, senza offesa per Parigi, Malaga e Bruxelles, e domenica prossima sarà di nuovo sul palco, a Lecce, questa volta quello teatrale che si contamina con la musica.
Questo è Fernando Blasi, in arte Nandu Popu, sempre più che mai sulla cresta dell’onda, così come sempre attivamente impegnato sui fronti della difesa dell’ ambiente e del territorio.
Un Nandu Popu maturo, consapevole, lucido, determinato, che rivendica con orgoglio il suo passato di esploratore sui campi di battaglia europei delle tendenze musicali, le sue scelte di vita, le esperienze fatte, il suo impegno ‘politico’, che guarda ora però con disillusione più che con disincanto al sistema di adesso, prefabbricato e deciso dai talent, dalle televisioni (“la musica sta morendo”), ma sempre aperto per sé stesso e per gli altri – i settecento spettatori del Teatro Apollo il 4 dicembre scorso erano tutti incantati e commossi per il suo brano inedito che ha dedicato a Carlotta, per lo spettacolo teatrale “La Dea Trans” – ad altre esperienze artistiche, che spaziano dalla letteratura, al teatro, oltre che alle note.
Di ritorno dai palcoscenici dei concerti europei di pochi giorni fa, ha affidato al suo diario di Facebook una riflessione ‘forte’: “In questi giorni ho riflettuto sull’evidente legame tra la crescita dei nostri concerti all’estero e l’assurda emorragia di giovani italiani, soprattutto dal Sud Italia: ne ho ricavato che suoniamo molto spesso all’estero proprio perché i nostri giovani non sono più in Italia.
Ormai i giovani italiani sono tutti all’estero.
Neppure il Nord riesce a trattenerli, anzi, i giovani del Nord stanno scappando via come accadeva al sud nei decenni scorsi.
Ciò che rimane dell’Italia è una nazione di vecchi salviniani vittime di turbe e psicosi sorte soprattutto a causa del riuscitissimo rincoglionimento televisivo berlusconiano e dal rifiuto di far crescere la cultura individuale e sociale.
Ignoranti e criminali”.
Domenica prossima riporta in scena il suo spettacolo teatrale:
“Il 23 Dicembre vi aspettiamo alla Nuova Ferramente Arci.
Salento Fuoco e Fumo, il libro diventa un monologo
Pubblicato da Laterza Editori nel Luglio del 2012 continua a riscuotere successo e interesse perché narra le vicende di un giovane salentino amante della sua Terra e attivo nella lotta contro le ecomafie che speculano sul territorio cancellando il futuro e la salute dei suoi abitanti.
Mattia, la voce narrante del racconto, non esiterà a mettersi contro i suoi genitori pur di portare avanti la sua battaglia, supportato dall’esperienza e i consigli di Zio Maurizio, un giornalista che tenta in ogni modo di ristabilire il diritto in una terra dominata dalle ecomafie. Le vicende e le esperienze di Mattia rappresentano la sintesi delle battaglie ambientaliste salentine, che ancora oggi si tengono nel Salento, soprattutto a Taranto e Brindisi, due città strette nel ricatto occupazionale da una nazione strana che ha condannato il Sud Italia al triste ruolo di colonia interna al Paese.
Di grande attualità le prime due pagine del capitolo IV, dedicato agli ulivi di Otranto, che negli ultimi due anni è diventato l’inno della resistenza contadina contro la mafia-xylella, ostacolata grazie anche all’impegno dell’artista.
Salento Fuoco e Fumo oggi è diventato un monologo che ha una durata di circa 90-100 minuti in cui emergono le tematice salienti del libro e cioè: salute pubblica, ambiente, natura, enogastronomia e sport (mountain biking). Questo spettacolo offre l’opportunità di conoscere meglio una Terra che negli ultimi anni è diventata metà ambita del turismo internazionale, lugohi stupendi che rischiano di essere irrimediabilmente rovinati dalle ecomafie, dall’incuria di molti am- ministratori e da modelli produttivi ormai vetusti e abominevoli.
Lo spettacolo prevede l’esecuzione di sei brani estratti dalla playlist del libro (Casa Mia, La ballata del precario, Lontano, Radici ca tieni, Come un gabbiano e Filu de Ientu) accompagnati dai KUMPALOCA”.
Poi, ha sempre il nuovo romanzo da finire, in cui lo ritroveremo presto alle prese con la narrativa.
E poi, ancora non lo so, ma sta già pensando a nuove avventure professionali e artistiche.