‘I VILLANI’, DOCUMENTARIO DI DANIELE DE MICHELE
di Raffaele Polo______
Dal 16 al 18 dicembre approda a Calimera, Lecce e Grottaglie, “I Villani” (nella foto, una scna del film), esordio cinematografico di Daniele “Donpasta” De Michele, prodotto da Malìa in collaborazione con Rai Cinema e distribuito da ZaLab.
Dopo il successo ottenuto alla quindicesima edizione delle Giornate degli Autori alla 75° Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia e l’anteprima al Festival OFFF di Otranto, Daniele De Michele con il suo documentario è in giro per un tour di presentazione nazionale e internazionale.
Appuntamento domenica 16 dicembre (ore 19 – info 3386606640) al Cinema Elio di Calimera (con le fritture di Pino De Luca e Assunta Rugge), lunedì 17 dicembre (ore 21 – info 0832390557) al DB D’Essai di Lecce (con la partecipazione di Nandu Popu, Pierpaolo Lala e Salento Km) e martedì 18 dicembre (ore 20:30 – info 3487954214) nello spazio “Piazza Viva a Grottaglie” (con la testimonianza del pescatore Santo Galasso, tra i protagonisti del film) all’interno del mercato coperto in via delle Torri, come anteprima della rassegna “La Notte dei Briganti”, promossa da Sud in Movimento.
Difficile classificare questo eclettico artista dalle mille sfaccettature che mette insieme cibo e musica e che sa raccontare realtà ‘resistenti’ del nostro Paese.
Moltissime le tematiche messe in mostra ne I villani, ma sicuramente uno dei tratti che unisce i vari personaggi raccontati è la loro umanità nell’intendere il cibo come atto non prettamente alimentare, ma sociale, non decontestualizzato quindi dalle problematiche della vita, figlio di un sapere collettivo e da cui non si può prescindere, pena la sua estinzione.
La cucina popolare italiana, amata e imitata in tutto il mondo, sta morendo. Ma in tanti provano a salvarla.
Il film segue quattro personaggi dall’alba al tramonto, da inizio a fine giornata di lavoro. Il passare delle ore scandisce la presentazione di ogni personaggio. Li si vede inizialmente nei loro spazi, nelle loro mansioni, per poi addentrarsi nelle loro difficoltà quotidiane. Al calar del sole emerge la soluzione, attraverso la loro etica, il loro sapere, la comunità che creano, l’eredità che lasciano.
Sono stati scelti quattro personaggi che potessero rappresentare la cucina italiana, rispettando le varie caratteristiche che la compongono: Nord e Sud, uomini e donne, giovani e anziani.
Quattro “villani” che parlano di agricoltura, pesca, allevamento, formaggi e cucina familiare. Quattro personaggi che nel loro fare quotidiano rappresentano la sintesi delle infinite resistenze e reticenze ad adottare un modello gastronomico e culturale uguale in tutto il mondo.
Quattro personaggi con le loro famiglie per poter verificare se la cucina italiana sia ancora un patrimonio vivo, se il passaggio di informazioni tra generazioni esiste ancora, se la cucina italiana così come l’abbiamo ereditata si salverà o scomparirà.
“Questa gente mi raccontava il suo stare al mondo, il suo rapportarsi alla terra e alla storia del luogo che le aveva dato nascita. Era in questo intessersi delicato, talvolta ironico, talvolta doloroso tra i racconti intimi del loro vissuto e il loro cucinare con perizia, intelligenza, senso dell’osservazione che veniva fuori il senso più profondo della cucina italiana: il suo essere saggia, gustosa, parsimoniosa, rispettosa dei prodotti della terra e del mare” – sottolinea Daniele De Michele. – “Questa gente mi mostrava in quei gesti sicuri di quanto la modernità andasse in conflitto radicale con quella cultura. Per questo il film arriva alla fine di un lungo periodo di ricerca, dopo il quale voglio finalmente poter vivere del tempo con le persone che questa lunga ricerca mi ha dato la possibilità di scoprire. È come se fin qui le avessi sfiorate, gustate. Ora ho voglia di stare con loro e con loro far crescere la narrazione e il significato. Dentro di me e verso il pubblico”.
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