“La poesia è questione di respiri, di battiti del cuore”. A leccecronaca.it STEFANO DONNO RACCONTA DI POETI, DI EDITORI, E DI TANTE ALTRE COSE ANCORA
di Chiara Evangelista______
“La poesia è la vita quotidiana. Sono le sfumature tra cielo e terra, il volto di uno sconosciuto, il sorriso inaspettato. La poesia è vita”, così esordisce Stefano Donno (nella foto, di Daniela Pispico) raccontandosi a leccecronaca.it.
Già, La poesia è vita e lui ha fatto della poesia la sua vita, dando vita ad una casa editrice – iQdB Edizioni – che ormai fa sentire la sua presenza sull’intero territorio nazionale.
Stefano produce bellezza e se ne fa promotore. Una casa editrice che vuole avere la veste di comunità letteraria, un polo di forti propulsioni culturali. Gli autori sono chiamati ad essere degli operatori, dei bardi medievali che “girando di corte in corte” propagano cultura.
“La mia casa editrice non è per tutti…”, mi confessa Stefano. Parola d’ordine: costruire.
D.) – Quando ha capito che era arrivato il momento di mettersi in proprio per dare inizio all’avventura de “iQdB Edizioni”?
R.) – In realtà, il vero padre costituente della casa editrice è Maurizio Leo, poeta beat di Copertino, che gestisce da più di vent’anni “Il bardo”, una rivista dedicata alla cultura tout court.
Il progetto de “I Quaderni del Bardo Edizioni” nasce parallelamente a quello già avviato da Maurizio. E’ stata un’esigenza ontologica che appartiene al mio essere nel mondo e come percepisco il mondo del fare e produrre cultura. Costruire interazioni poetiche, intenzioni culturali, luoghi dell’agire poetico e letterario per me è un atto politico totale. E dovrebbe essere così per chiunque faccia questo mestiere. E poi penso che il circondarsi di vissuti ed esperienze operative nel proprio percorso professionale sia fondamentale per evitare inutili perdite di tempo e sprechi di energie.
D.) – Cosa vuol dire per Lei essere un editore?
R.) – Essere parte di un progetto di vita con i propri autori.
D.) – In un’era digitale come quella che viviamo, in cui tutti possono esprimersi e fingersi poeti con un tweet, cosa distingue la poesia dalla non poesia?
R.) – E’ una questione di statuto e respiro. La poesia è un organismo sembiontico che si nutre e vive delle esperienze interiori, degli errori di confine, del ritmo che appartiene alla via del cuore, ovvero di quell’amore che, sia nelle derive più abissali che negli slanci più celesti, rende la vita degna di essere vissuta con sentimento, non romanticamente inteso quanto come sentire interiore in una totalità di visione. Se non si dovesse attuare questo circolo ermeneutico né linguisticamente né biologicamente allora saremmo in presenza di un laboratorio poetico.
D.) – Ci si “educa” alla poesia? È per pochi eletti o per tutti?
R.) – La poesia è di tutti e per tutti. La poesia è l’analisi serrata dell’inconoscibile, è in grado di dare risposte al presente e immaginare un futuro migliore. La poesia salverà il mondo? Forse no, ma deve essere divulgata e portata a tutti e ovunque.
D.) – Qual è il ruolo del poeta oggi?
R.) – Il poeta oggi non ha più un ruolo. In passato ha avuto la funzione di cantore. In tempi più recenti ha ricoperto un ruolo di impegno civile, basti pensare a Pasolini. Oggi il poeta invece si chiude in sperimentalismi che non avvicinano il pubblico alla poesia.
D.) – Anche Lei sarà presente nel nuovo spettacolo teatrale di Giuseppe Puppo, “La Dea Trans”, al debutto nazionale martedì 4 dicembre, al Teatro Apollo di Lecce. Cosa si aspetta da questa nuova esperienza?
R.) – Ho accettato la proposta di Giuseppe Puppo, l’autore del testo, d’accordo con il Maestro Ivan Raganato, che ne firmerà la regia, per impegno culturale, per decontestualizzare la poesia e sradicarla dai salotti, dalle librerie. Il Teatro può essere un modo per avvicinare il pubblico all’arte del verseggiare. E poi, nello spettacolo, io interpreterò…me stesso, in veste di editore… E per il mio ego è già una gran soddisfazione!
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