UN ALTRO DRAMMA DELLA SOLITUDINE A LECCE, MUORE A 62 ANNI DOPO UNA CADUTA IN CASA, E NON C’E’ NESSUNO CHE LO AIUTI. RITROVATO CADAVERE DOPO DUE SETTIMANE
(g.p.)______Lecce città del mondo. Sì, ma quello omologato dal consumismo, devastato dalla globalizzazione, deteriorato dall’ avidità. Che ha perso il senso di appartenenza, le logiche virtuose del vicinato, l’ identità, tenute fino a qualche decennio fa, e poi irrimediabilmente smarrite.
Una città triste, altre che Leccesi con core presciatu. Sorda e grigia. Con le sue Vallette come a Torino, con i suoi Quarto Oggiaro come a Milano, con i suoi Bronx come a New York.
Solitudine, emarginazione, che fanno rima con egoismo e disperazione.
Ognuno pensa solo a sé stesso, coltiva il suo orticello, si affaccia dalla sua torre d’avorio, è oramai incapace di volare alto, e insieme agli altri, specie con chi è rimasto indietro, giù, per ultimo.
Così succede che suona la campana, e suona per tutti, se qui ogni essere umano è un’ isola, non una penisola, non un continente, ma un’isola, che vive da sé, e per sé, incapace di amare veramente, in qualunque modo, di fare rete, di stabilire relazioni.
Così succede che anche a Lecce – e non è certo la prima volta – si faccia la raccolta differenziata dei vuoti a perdere, e tanti ogni notte, a ogni alba di un nuovo giorno sempre più difficile da affrontare, si guardino nello specchio, e si vedano sempre più vecchi e sempre più soli, e si buttino via.
Si è vecchi a 62 anni?
Forse sì, vecchi per ballare ancora il rock&roll, ma certo ancora troppo giovani per morire.
Si può morire a 62 anni, perché si cade in casa, e si rimane soli come un cane?
Senza che nessuno, neanche un cane, senza offesa per i cani, ti venga a cercare, per tanto tempo, ti telefoni, bussi alla tua porta, pensi a te in qualche modo?
Che passino almeno due settimane, perché qualche vicino se ne accorga, solo per la puzza di cadavere che viene su dalle scale, e solamente per questo chiami i Vigili?
Si può, sì può.
E’ notizia di oggi.
E’ successo nella Lecce città del mondo globalizzato, in quelle che chiamano Case Magno, alle spalle di viale della Repubblica, dove le auto passano veloci, e tante storie viaggiano ognuna nella sua solitudine disperata e disperante, si sfiorano per un attimo, senza più mai incontrarsi.
Category: Cronaca