TANTE CITTA’, IL RITORNO, IL TEATRO. A leccecronaca.it PINO IMBRIANI SI RACCONTA. A CUORE APERTO…
di Carlo Infante______
“Il teatro è sempre stata una mia ambizione, l’ho portata dentro di me per tanto tempo, e ho aspettato il momento di poterla realizzare. L’impedimento era il mio lavoro, i continui cambi di sede, ho vissuto in tante città, senza mai potermi stabilire. Forse è anche per questo motivo sono ancora single…” – mi dice tutto d’un fiato Pino Imbriani.
D.) – Beh, scusi, quanti anni ha?
R.) – 42…
D.) – E’ ancora giovane, anzi un giovane appena maturo…Come il personaggio da Lei interpretato, che invece tanto maturo non è, nello spettacolo “La Dea Trans”…Come si dice in questi casi? Mi consenta la citazione dotta (sorrido)…Lascia aperta la porta del cuore, e vedrai che una donna è già in cerca di te…
R.) – (sorride)…E se lo dice Lei, sarà così…
D.) – Ma sì, che è così…Intanto, per Lei il 4 dicembre si aprirà la scena del teatro Apollo…Come ha cominciato a fare Teatro….
R.) – Da cinque anni sono tornato, finalmente, nella mia città, Copertino, dove ha sede Scena Muta, del maestro Ivan Raganato, di cui avevo molto sentito parlare, e sempre bene. Quindi, iscrivermi al corso di teatro, è stata la prima cosa che ho fatto al mio rientro…
Non dimenticherò mai il mio “primo giorno”, le lezioni erano già iniziate da qualche mese, e io mi sono ritrovato nel bel mezzo delle prove e dell’allestimento della prima edizione de “Gli sposi promessi”, una parodia divertentissima.
Dopo un breve periodo di lezioni, prove, e tanta, tanta dizione, il maestro mi ha affidato la parte del Conte Attilio. Mi sentivo così insicuro! Ma ho potuto subito dimostrare tutta la mia fantasia e le mie capacità pratiche quando, con le mie mani, ho confezionato il mio abito di scena. Ora sono, sia per il maestro che per i miei compagni, un punto di riferimento nell’allestimento delle scene…
D.) – Quindi anche potenzialmente uno scenografo, bene. Cosa è per Lei il Teatro?
R.) – Non ho ancora capito cosa sia, per me, il Teatro: sacrificio, studio e tanto tempo da dedicare, questo è sicuro! Non è facile fare l’attore, è una continua sfida con sé stessi, e forse proprio il fatto di non trovare una risposta a questa domanda rende questo mondo, per me, magico e misterioso. Mi sento come un bambino di fronte a un gioco di prestigio, che, poi, sul palco, riesce sempre.
D.) – Che personaggi ha interpretato finora?
R.) – Tanto lavoro e tanti personaggi col maestro Raganato, a cominciare dall’uomo sopravvissuto alla bomba atomica, proprio in occasione del cinquantenario commemorato presso la Basilica di San Francesco, ad Assisi, alla parte di Renzo nella seconda edizione de “Gli sposi promessi”, alla parte di Salvatore, amico un po’ bulletto, ma alla fine sincero, del giovane e “indeciso” Marco in “Vico Salento”, e tanto altro…
D.) – Quello che sente più suo?
R.) – Il personaggio che sento davvero mio è il sergente Giuseppe Lezzi, realmente esistito e caduto durante la Grande Guerra, di cui si narra nello spettacolo “La guerra di Giuseppe”, scritto e diretto da Ivan Raganato sulla base del carteggio fra il sergente, copertinese oltretutto, e la moglie Antonia che lo attende invano. Per me, che sono un dipendente delle Forze Armate, è stato un onore e una grande emozione commemorare così i cento anni dalla fine della Prima Guerra Mondiale.
D.) – E l’ultimo, quello che sta provando?
R.) – Ora sono felice di potermi dedicare anima e cuore al ricordo di Carlotta Paiano. Nello spettacolo “La Dea Trans” io sono uno dei suoi amici che frequentavano il bar Poker. Il prossimo 4 dicembre, il Teatro Apollo ospiterà questo spettacolo, che sarà un grande evento, una sorta di Amarcord di un tempo in cui Lecce era molto, molto diversa.
Ora la saluto, devo correre a casa per due motivi importanti: il mio cane, Yago, che oggi non ha ancora mangiato, e il quadro che non vedo l’ora di terminare e appendere in casa mia. Sì, adoro dipingere!
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