MA QUANTO CI COSTA LA NUOVA SEDE DEL CONSIGLIO DELLA REGIONE PUGLIA DI VIA GENTILI A BARI? SPESE IMPAZZITE NEGLI ANNI, COME QUELLE PER LE STRUTTURE ELETTRICHE…MA ORA A FARE LUCE SARANNO I MAGISTRATI
(Rdl)______Si è appreso oggi che la Procura della Repubblica di Bari ha aperto un’indagine conoscitiva, senza, al momento, ipotesi di reato, o indagati, riguardo le spese per la realizzazione della nuova sede del Consiglio Regionale della Puglia in via Gentili a Bari (nella foto).
Una vicenda che va avanti da molti anni e che finora ha visto passare le spese, previste in trentanove milioni di euro, a novantacinque, secondo alcune fonti che abbiamo consultate: l’ aumento, invece, secondo altre, è stato ‘solo’ di venti milioni di euro…
Il tutto, per riuscire, in tanti anni, a NON finire mai i lavori, mentre quelli dei politici continuano a svolgersi nella sede di via Capruzzi, per cui la Regione paga un canone di un milione e mezzo all’ anno di soldi pubblici per l’affitto.
Il prossimo passaggio – si è appreso – sarà l’ acquisizione da parte dei magistrati di tutta la documentazione dell’iter amministrativo della realizzazione della struttura, per verificare i costi previsti dal capitolato d’appalto ed eventuali aumenti, su cui sta indagando anche la Corte dei Conti.
Questa estate sulla vicenda avevano presentato un esposto in Procura sia l’ associazione dei consumatori Codacons, sia i consiglieri del Movimento 5 Stelle.
Appena ieri, Antonella Laricchia aveva mandato un comunicato stampa ai mass media, in cui, fornendo nuovi elementi, faceva altri dati precisi, come su cavi elettrici, plafoniere e altre strutture: eccone qui un esempio, uno dei tanti: “gruppo Elettrogeno da 1.250 kVA, previsto dalla 5^ variante al posto di quello originario da 1.025 kVA. Un Gruppo Elettrogeno più potente del 20-25% , che ha portato un aumento del costo di € 108.586. Quello iniziale aveva infatti un prezzo di € 119.999 e da indagini di mercato si è rilevato che, ad un aumento di circa il 20% della potenza del Gruppo, sarebbe dovuto corrispondere un aumento del costo di circa il 20-25%. Invece, il prezzo è passato da € 119.999 a € 228.586”; e così commentava: “Alla luce di quanto sta emergendo ci sembra ancora più assurda la bocciatura della mozione che avevamo presentato lo scorso settembre in Consiglio per chiedere la sospensione del pagamento dei progettisti. Una bocciatura arrivata con il voto contrario anche dei consiglieri di centrodestra, che oggi a quanto pare hanno cambiato idea e parlano di vicenda gravissima. Questo ovviamente non ci sorprende dal momento che le responsabilità per questi sprechi vanno equamente distribuite in tutti i vecchi partiti e alcuni dei politici che ora si accodano alla nostra battaglia sedevano in Consiglio già nel 2003, quando questa vicenda ha avuto inizio”
Abbiamo seguito con estrema attenzione le audizioni del “collegio di vicinanza” perchè pensavamo che lo scopo dello stesso fosse quello di fare chiarezza su alcune spese quantomeno “strane” come le spese relative alle plafoniere.
Alla fine di questa inchiesta farsa è chiaro che non c’è nulla di chiaro sulle ragioni di scelta di questa plafoniera così costosa: il RUP, l’ing. Pulli ha risposto che “non è in grado di rispondere” quando gli è stato chiesto se sarebbe stato possibile scegliere una plafoniera più economica al posto di quella plafoniera da 637€. Allora sono state chieste delucidazioni al direttore dei lavori che ha spiegato che della plafoniera che è stata installata guardacaso non esisteva un listino all’epoca del concordamento prezzi e non si comprende per quale ragione, con tutte le plafoniere che esistono al mondo, per un’opera pubblica si sia deciso di scegliere proprio una plafoniera che è costata un’occhio della testa ai pugliesi e di cui ora non si può esibire un listino ufficiale. All’imprenditore Guastamacchia che invece sembrava desideroso di dire tanto, Emiliano ha invece concesso di parlare giusto qualche minuto.
Ciò a cui abbiamo assistito ci ha fatto raggelare il sangue almeno per due motivi: innanzitutto da quel video emerge la totale incompetenza del presidente della Regione rispetto ad aspetti tecnici assolutamente basilari sul funzionamento di un appalto. Domande sui poteri del RUP o del direttore dei lavori o del tipo “ma concordamento è un termine tecnico?” suonano spaventose se si pensa che a pronunciarle non è l’uomo della strada ma una persona che ha amministrato un capoluogo regionale per dieci anni ed è presidente di una Regione da tre. Come può una persona con una tale impreparazione anche in aspetti tecnici talmente basilari comprendere e controllare quello che fanno i suoi sottoposti?
Si potrebbe obiettare che Emiliano ha studiato da magistrato peccato che ciò che risulta ancora più preoccupante è proprio l’atteggiamento assolutamente superficiale e di parte con il quale ha ritenuto di “indagare su questa vicenda per far emergere la verità” su una storia che sta costando ai pugliesi fior di quattrini.
Non si è mai visto un “giudice” che sembra aver già deciso quale debba essere la sentenza e poi conduce un interrogatorio cercando di orientare le dichiarazioni dei testimoni in modo da renderle utili alla storia che si vuol raccontare, che “riassume” le loro dichiarazioni evidentemente modificandole a proprio piacimento o che li interrompe quando, al contrario, stanno dicendo qualcosa che non gli va a genio.
Un “giudice” che nel mezzo dell’inchiesta attacca i giornalisti, fa campagna elettorale o promuove i presunti vantaggi di un’opera sulle cui “vicende oscure” dovrebbe cercare di far luce. Se Emiliano faceva così il magistrato la cosa è davvero preoccupante ed è certamente un bene per tutta l’Italia che abbia smesso per vestire i panni del politico che certamente gli calzano meglio.
Per commentare tutte le inesattezze e contraddizioni dette in due ore di spettacolo non basterebbe un’enciclopedia, ci limitiamo ad accogliere con enorme soddisfazione la notizia delle indagini condotte contestualmente da magistrati veri.