“Non è uno sport, è una guerra” / MAXI CONTROLLI SULL’ESERCIZIO DELL’ATTIVITA’ VENATORIA DA PARTE DEI CARABINIERI FORESTALI DI LECCE IN TUTTA LA PROVINCIA: SEQUESTRI E DENUNCE A CARICO DI TRE PERSONE
(e.l.)______Altri tre Rambo salentini da strapazzo, che se la pigliano con i poveri uccelli indifesi, per di più contravvenendo alle disposizioni di legge, sono stati ‘beccati’ dai Carabinieri.
Già di per sé uccidere senza motivo creature della nostra comune Madre Natura, fatti per volare, non per essere impallinati, dovrebbe suscitare ribrezzo.
Ma c’è chi lo fa, non solo, ma lo fa in maniera scorretta, contravvenendo alle disposizioni di legge che assicurano un minimo, ma proprio un minimo, di tutela ai poveri uccelli, pur in questa stagione di stragi e massacri, di ferite e di violenze, che si ostinato a chiamare sport, a chiamare caccia.
Contro questi Rambo da strapazzo i Carabinieri della Forestale hanno dispiegato oggi un’ ampia operazione in tutta la provincia di Lecce.
Vediamone gli esiti più significativi.
P.P. 83 anni, nato a Zollino, residente a Otranto, se ne andava arma in spalla all’ interno del parco regionale, dove vige il divieto di caccia assoluto: i militari gli hanno sequestrato il fucile automatico Beretta calibro 12 che aveva con sé.
Invece denuncia penale a piede libero, oltre al sequestro del fucile e dei poveri uccelli morti, a carico di E.P. 31 anni, nato a Nardò e residente a Melissano, che in contrada Vore di Taviano aveva ammazzato quattro storni, la cui caccia è vietata in questo periodo.
Denuncia penale a piede libero anche per M.G. 60 anni, nato a Trepuzzi, residente a Porto Cesareo, che in località Borgo Console di Nardò aveva ammazzato molte vittime, dopo aver nascosto fra i rami di un albero di ulivo un richiamo acustico a funzionamento elettromagnetico, al fine di attirare i poveri uccelli e impallinarli da vicino.
Pensate a un nostro cucciolo umano, ad un bambino, al quale venga fatta sentire da lontano la voce del papà o della mamma che lo chiama a casa, e che, una volta arrivato vicino a quello che crede il papà o la mamma, perché ne ha sentito la voce, si ritrova facile bersaglio di una scarica di pallottole: ecco, questo succede ai poveri uccelli massacrati, e per di più ignobilmente ingannati in questo modo.
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LA RICERCA nei nostri articoli del 16 e 30 settembre, e del 21, 29 e 30 ottobre scorsi
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